Cultura e tempo libero - 18 luglio 2025, 16:05

L’estate di Palazzo Mazzetti si snoda tra pittura, fotografia e visioni contemporanee

Fino al 14 settembre, tre mostre raccontano il territorio attraverso il talento di Guglielmo Caccia, i ritratti del Palio firmati da Claudio Vergano e l’universo di Mario Perosino

In foto: la galleria di Palazzo Mazzetti

Durante periodo estivo, Palazzo Mazzetti ospiterà tre grandi mostre capaci di raccontare, attraverso linguaggi e percorsi diversi, il legame profondo tra il territorio e le sue espressioni artistiche, dal passato al presente. Un progetto che vuole proporre una visione inedita, attraverso una retrospettiva pittorica dal sapore classico, un racconto identitario in chiave fotografica e una monografica dedicata a una delle voci più originali dell’arte astigiana del secondo Novecento.

 Si parte da “Una mostra” di Guglielmo Caccia che, aperta al pubblico da maggio, presenta una selezione di capolavori che celebrano i quattrocento anni dalla morte dell'artista, detto il Moncalvo, grande protagonista del panorama artistico tra Cinque e Seicento.

L’esposizione, condivisa tra Palazzo Mazzetti di Asti e il Museo Civico di Moncalvo, intende offrire al pubblico un percorso unico e speciale tra capolavori raramente visibili, come la Vergine col Bambino e San Giorgio, lo Studio per figure di angioletti e l’intima Sacra Famiglia. Opere che testimoniano l’inconfondibile stile del pittore e la collaborazione con la figlia Orsola, in un percorso che valorizza anche l’attività di bottega e la produzione destinata alla devozione privata.

 Spostandosi sulla mostra fotografica, troviamo “Volti e Colori del Palio di Asti”, realizzata in occasione del 750° anniversario dalla prima edizione del Palio. I ritratti, realizzati da Claudio Vergano, restituiscono, in una suggestiva atmosfera caravaggesca, i protagonisti del corteo storico astigiano.

 Infine, il pubblico potrà visitare il percorso espositivo dedicato a Mario Perosino, un viaggio onirico nell’immaginario colto e visionario dell’artista astigiano autodidatta e raffinato interprete del secondo Novecento.

La mostra, curata da Francesco Antonio Lepore con la collaborazione di Andrea Rocco e della figlia dell'artista, Giordana Perosino, si snoda attraverso cinque sezioni tematiche che ripercorrono la sua vasta produzione. Si passa dalle nature morte, dense di oggetti e rimandi simbolici, alle opere che mescolano sacro e profano, reinterpretando mitologie e figure religiose con un linguaggio che spazia dal classico all'astratto.

 Le tre mostre saranno visitabili fino al 14 settembre.

Per maggiori informazioni contattare la Fondazione Asti Musei allo 0141 530403 / 388 1640915 oppure scrivere a info@fondazioneastimusei.it.

Redazione