Dopo la battaglia – sostanzialmente persa perché, come ricorderete, gli alberi sono poi stati effettivamente abbattuti – in favore dei platani di corso Savona, gli ambientalisti Patrizia Montafia e Giuseppe Sammatrice proseguono l’organizzazione di iniziative volte a contrastare l’ordinanza provinciale che autorizza l’abbattimento dei piccioni con trappole e, fuori città, anche con armi da fuoco da parte dei titolari di porto d’armi.
Un provvedimento, firmato dal presidente della Provincia e sindaco di Asti Maurizio Rasero, che ormai da diversi giorni sta facendo dibattere ambientalisti (con in prima fila il SequS - Sostenibilità Equità Solidarietà che vede nel proprio direttivo i citati Montafia e Sammatrice) e classe politica. Oltre a scatenare l’ironia dei content creator web che non perdono mai l’occasione per “rileggere” in chiave comica fatti d’attualità.
Tornando però alle azioni poste in essere da Sammatrice e dalla Montafia, la novità è che dalle parole si è passati ai fatti concreti, con riferimento alla creazione di un gruppo whatsapp battezzato “Piccioni Asti chiedono aiuto” che conta già oltre 200 iscritti, una petizione web (di cui riporteremo integralmente il testo di seguito nell’articolo) inoltrata anche al presidente Rasero, al prefetto Ventrice, all’On. Brambilla e a molte associazioni ambientaliste e soprattutto con un sit-in di protesta in programma mercoledì 13 agosto, dalle 11 alle 12, davanti al palazzo della Provincia, in piazza Alfieri.
In un mese già torrido, la questione dei piccioni aggiunge ulteriore "calore" al dibattito pubblico astigiano. Il braccio di ferro tra ambientalisti e amministrazione provinciale si preannuncia infuocato, con posizioni che al momento appaiono inconciliabili. La protesta di mercoledì, davanti a quel palazzo che fu già teatro della contesa sui platani, sarà un momento cruciale per capire se questa nuova mobilitazione riuscirà a far breccia o se la determinazione della Provincia manterrà il punto, in una vicenda che continua a dividere.
Il testo della petizione
Alla cortese attenzione del Sindaco del Comune di Asti, della Presidenza della Provincia di Asti, del Prefetto di Asti
come cittadina profondamente indignata, vi scrivo in merito al piano che autorizza l’abbattimento dei piccioni urbani da parte di privati armati.
Non solo si tratta di un atto eticamente inaccettabile e scientificamente fallimentare, ma appare anche potenzialmente illegittimo, alla luce della Legge 157/1992, art. 19, che consente l’intervento armato solo in caso di fallimento documentato dei metodi ecologici.
➤ Dove sono le prove che la Provincia abbia adottato o tentato misure non cruente?
➤ Dove sono i programmi di sterilizzazione farmacologica già attivi con successo in tante città italiane?
➤ Dove sono le campagne informative per limitare le fonti di cibo e le nidificazioni?
Se non esistono atti pubblici che dimostrino queste azioni, l’abbattimento risulta una scelta arbitraria, inefficace e pericolosa, non solo per gli animali ma anche per la sicurezza dei cittadini.
Inoltre, consentire a soggetti armati di sparare in ambienti urbani o periurbani:
– espone la popolazione a rischi concreti,
– viola il principio di proporzionalità,
– crea un pericoloso precedente culturale, in cui la violenza sostituisce la responsabilità istituzionale.
In quanto pubblica amministrazione, avete il dovere di applicare la legge, non di aggirarla per rispondere a pressioni o pigrizia gestionale.
Per questo, chiedo formalmente:
1. L’immediata sospensione del provvedimento di abbattimento;
2. La pubblicazione della documentazione tecnica e giuridica che giustifica il piano;
3. L’avvio urgente di metodi non cruenti, come la sterilizzazione con mangimi trattati (nicarbazina).
In assenza di risposta, mi riservo di:
– coinvolgere le principali associazioni animaliste e ambientaliste nazionali,
– promuovere un’azione legale collettiva,
– informare i media locali e nazionali.
Gli animali non sono colpevoli: lo sono le istituzioni che non hanno fatto prevenzione.
Con fermezza e senso civico,
[Nome e Cognome]
Attivisti senza compromessi