Quale miglior momento, per festeggiare qualcuno cui si vuol bene, del giorno del suo compleanno?
Oggi, 21 marzo 2019, il tre volte campione del mondo di Formula 1 Ayrton Senna da Silva avrebbe compiuto 59 anni. Ed è proprio nel giorno del suo compleanno che Claudio Giovannone, Padrino per l’Europa dell’Instituto Ayrton Senna, che opera in ambiti benefici nel nome del pluricampione del mondo, ha voluto fissare la presentazione a stampa ed autorità della mostra ‘Ayrton Senna 25’, allestita negli splendidi saloni di Palazzo Mazzetti su indicazioni di un altro illustre astigiano: l’architetto Piergiorgio Pascolati.
Un’esposizione davvero unica e ambita, che Giovannone – astigiano per parte di padre, ma cresciuto umanamente e professionalmente a Torino, prima di far ritorno ad Asti per farvi crescere i due figli – ha voluto invece allestire in quella che sente come la sua città.
‘La voce di Asti’, così come altre Testate locali e nazionali (ci riferiamo, in particolare, alla presenza di colleghi di Rai Sport e Sky Sport, che hanno trasmesso in diretta alcune interviste ai protagonisti della lunga mattinata), ha avuto la fortuna ed il piacere di visitare nel corso di questa anteprima, mentre l’apertura al pubblico, ad ingresso gratuito, è fissata dal 29 marzo al 14 aprile.
Ma prima di lasciar spazio alle immagini (scatti di Giuseppe Scancarello), che più di mille parole possono far comprendere la ricchezza di questa esposizione, che spazia dall’aspetto più pubblico a quello più privato del campione scomparso il primo maggio 1994 a Imola, riteniamo opportuno ‘dar voce’ ai protagonisti di questo eclatante evento.
Ad iniziare dallo stesso Giovannone che, come già fatto nell’ambito dell’intervista che ci ha concesso alcuni giorni fa e alla quale vi rimandiamo, ha ribadito di non essere stato un tifoso di Senna (“non ero suo tifoso perché non sono mai stato capace di fare il tifo per il più forte e lui era troppo superiore agli altri piloti di quel periodo”), ma di esserne rimasto affascinato assistendo ai suoi funerali, trasmessi da Rede Globo (uno dei principali canali tv brasiliani, ndr.)
“Ho visto un Paese che piangeva. Un Paese! Milioni di persone, lungo tutto il tracciato, che piangevano. E io mi sono chiesto: ma che uomo era questo qui? Allora ho cominciato a informarmi su di lui e ad ogni nuovo dettaglio mi innamoravo di più della sua figura”. Riuscendo a vincere, con il tempo e la determinazione, anche le legittime ritrosie della famiglia Senna, contattata da aspiranti ‘collaboratori’ di ogni tipo.
Famiglia con cui si è instaurato un fortissimo legame, ribadito tanto dalla sorella Viviane, presidente dell’Instituto intervenuta per tramite di un video appositamente realizzato in Brasile, che dal figlio di quest’ultima, Bruno Senna, campione del mondo in carica del FIA World Endurance Championship, fisicamente presente.
Dopo di loro sono intervenuti il sindaco di Asti Maurizio Rasero – (“E’ un evento di caratura internazionale e dopo pochissimo tempo dalla mostra di Chagall siamo nuovamente qui a ribadire che Asti ha tutte le carte in regola per sognare e concorrere con qualsiasi altra città. Questa mostra era ambita non solo in Italia, ad esempio l’avrebbe voluta Londra, ma Claudio ha optato per la piccola Asti. Piccola come dimensioni, ma grande di cuore"), che ha poi aggiunto che proporrà l’assegnazione dell’Ordine di San Secondo a Giovannone – e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e della Fondazione Asti Musei Mario Sacco (“Vogliamo che Asti diventi una città della cultura con caratura nazionale. Quindi, dopo la mostra di Chagall e in attesa di annunciare un evento di pari livello per il prossimo autunno, abbiamo colto l’occasione ospitando questa eccezionale mostra a ingresso gratuito")
Il microfono è quindi passato a Rinaldo ‘Dindo’ Capello, astigiano tre volte vincitore della 24 ore di Le Mans, il quale ha ricordato che “Senna era un’icona ed un esempio per la mia e le generazioni successive. Era già un idolo già quando è sceso dai kart. Quella domenica (il primo maggio 1994, ndr.) ero a Berlino per prima gara con Audi fuori Italia. Sapevo dell’incidente ma non l’entità, che scoprii solo quando atterrai a Malpensa”
Luca Filippi (già pilota di Formula Indy e Formula E oltre che commentatore sportivo), ha invece sottolineato un importante aspetto tecnico: “La morte di Senna ha provocato un’evoluzione incredibile della sicurezza di auto e circuiti diventati molto più sicuri. Il mondo delle corse non poteva permettersi di perdere un altro campione come lui. L’automobilismo ha vissuto due fasi: prima e dopo di Senna”.
Toccante il ricordo di Claudio Costa (per tutti, semplicemente, ‘Dottor Costa’), inventore della Clinica Mobile e da decenni medico di riferimento per piloti e motociclisti: “Ci siamo conosciuti a Imola e piaciuti subito. Ma mi fece promettere di mantenere sempre il segreto e non dire mai ero il suo medico. Senna è un grande campione e pilota (nel corso di tutto l’intervento ne ha sempre parlato al presente, ndr.) di grande sensibilità, capace di guida estrema e nelle gare sotto la pioggia era un faro per tutti gli altri piloti. Nei confronti di Senna c’è amore. Oggi è il compleanno di Senna e lui è qui con noi. Ci ha fatto il regalo di consentirci di provare un amore eterno per lui”.
Infine, non certo per importanza, il ricordo di Daniele Massaro, ex calciatore e valente rallysta: “Sono nato a Monza, quindi i motori li ho nel DNA. Quando sono stato invitato a presenziare, ho accettato subito perché non potevo non omaggiare uno dei miei idoli, che ho anche avuto modo di conoscere e frequentare non solo sui circuiti”.