Politica - 13 febbraio 2020, 14:58

Fronte comune dei consiglieri di minoranza: l’Amministrazione chiarisca il futuro di Asp

A pochi giorni dal Consiglio comunale aperto in programma lunedì, i consiglieri hanno rimarcato le preoccupazioni per le tensioni con il socio di minoranza

Nella foto, da sinistra a destra: Luciano Sutera Sardo, Massimo Cerruti, Angela Quaglia, Michele Anselmo, Mauro Bosia e Mario Malandrone

A pochi giorni dal consiglio comunale aperto in programma lunedì sera – che si svolgerà nella consueta sede della sala consiliare del Municipio anziché, come auspicato dal sindaco Rasero in un primo tempo, presso il Teatro Alfieri – rappresentanti di tutti i gruppi di minoranza hanno convocato una conferenza stampa congiunta per esprimere, al netto di posizioni politiche di partenza diverse, unanime preoccupazione per il futuro dell’importante società partecipata.

Timore conseguente il sussistere di “nervi scoperti” come le vicende del teleriscaldamento e della controllata AEC, cui la precedente giunta ha affidato la gestione dell’illuminazione pubblica, e le palesi tensioni tra l’Amministrazione e il socio privato NOS, che detiene il 45% del capitale societario.

DOVE SI VUOLE PORTARE ASP?

E’ la domanda, comune e ricorrente, che emerge dagli interventi dei consiglieri. I quali chiedono all’Amministrazione, con particolare riguardo per il sindaco Rasero, la definizione di una linea chiara su quale percorso si intende far intraprendere alla multiutility, a poche settimane dalla scadenza dei patti parasociali tra soci stipulati nel 2001.

“Avevamo richiesto un consiglio comunale aperto – ha argomentato Mauro Bosia (Uniti si può) – vista la mobilitazione dei dipendenti Asp al fine di tutelare i loro posti di lavoro. Poi, grazie alle mail inoltrateci dal presidente di NOS, abbiamo appreso delle tensioni tra soci che ci hanno ulteriormente preoccupati. Una conflittualità che rende ancora più importante che il sindaco chiarisca i suoi rapporti con la minoranza Asp, fermo restando che l’azienda non deve essere abbandonata in questo periodo poco equilibrato”

“Lo scorso 10 dicembre – ha aggiunto Luciano Sutera Sardo (PD) – il sindaco ci aveva assicurato che la vicenda Asp era sotto controllo. Ma leggendo i patti parasociali e le lettere dell’ing. Romano abbiamo capito che non era affatto così. L’impressione è che il sindaco non sappia in che direzione vuol portare Asp”.

“Siamo profondamente preoccupati da quel che sta facendo il sindaco, sia in generale che in particolare riguardo Asp – ha affermato Massimo Cerruti (M5S)Assistiamo a una situazione di totale immobilità e incapacità decisionali, con la netta impressione che, avendo perso totalmente il controllo della situazione, ora voglia buttarla in caciara accollando alle opposizioni responsabilità che non abbiamo. Abbiamo assistito a troppi cambi di direzione improvvisi, senza individuare una linea chiara e coerente: emblema dell’immobilismo dell’Amministrazione è il fatto che, a fronte di un parere dell’Anac sul teleriscaldamento datato 4 ottobre 2019, Rasero ha chiesto un incontro al socio privato solo il 21 gennaio”. “Un po’ mi spiace che il consiglio comunale aperto non si terrà all’Alfieri – ha concluso Cerruti – perché avrebbe potuto venir messo in cartellone con il titolo ‘La congiura dei pazzi’. Con la p minuscola, però, non in riferimento all’omonima famiglia”

Anche Angela Quaglia (cambiAMO Asti) ha avanzato richiesta di maggior chiarezza: “Si sono rincorse troppe voci e da parte dell’amministrazione mai arrivato chiarimento definitivo sull’indirizzo azienda. Alle dichiarazioni sull’importanza di Asp bisognava far seguire i fatti e l’amministrazione ha, come minimo, dormito per 2 anni e mezzo. Abbiamo visto solo il parere del professor Falduto, che di fatto ha rimesso tutto in discussione, come se tutte le amministrazioni succedutesi dal 2001 fossero state composte da matti e sprovveduti. Inoltre, a poche settimane dalla scadenza dei patti parasociali (30 marzo, ndr.) e con le tensioni tra soci, si corre il serio rischio che nella vicenda Asp il Comune sia vaso di coccio tra tanti vasi di ferro. E’ giunto il momento il sindaco pensi meno alla campagna elettorale e più a interventi sulla città, poiché finora dove ha messo le mani ha fatto solo dei guai”.

“In due anni e mezzo – ha aggiunto Michele Anselmo (Uniti si può) – abbiamo ripetutamente cercato di porre domande sulla strategia tenuta, ma non abbiamo mai ottenuto risposta: il Consiglio comunale aperto è la logica conseguenza. Naturalmente da parte nostra c’è grande preoccupazione per il futuro di un’azienda che ha già perso un’ottantina di posti di lavoro”.

“Siamo di fronte ad un’azienda – ha affermato Mario Malandrone (Ambiente Asti) che, nonostante la maggioranza sia formalmente in mano pubblica, di fatto è totalmente gestita dal socio privato: è l’amministratore delegato a dettarne le regole di funzionamento. Stato delle cose che fa ben capire perché si siano dimessi una serie di presidenti l’uno dopo l’altro. I tempi sono molto stretti, ma è necessario si chiarisca come si intende configurare il futuro assetto societario di Asp”.

“In quest’ottica – è intervenuto ancora Mauro Bosia – chiederemo di partecipare alle 4 assemblee in programma tra il sindaco e i dipendenti. Anche in considerazione del fatto che NOS è composto da una parte pubblica e da una privata, pertanto il socio di maggioranza (il Comune, ndr.) deve prepararsi anche all’ipotesi che in un prossimo futuro l’organico del socio minoritario possa diventare completamente privato e pertanto operi sulla base di altre priorità”.

“Non era mai successo vi fossero cause tra i soci – scrive in una nota Angela Motta (Italia Viva), non presente fisicamente all’incontro con la stampa – questa situazione espone il Comune a danni diretti per eventuali costi da risarcire e indiretti perché le società che litigano prima si paralizzano,  poi perdono efficienza e competitività. Ero e oggi sono ancor più preoccupata che possa disperdersi un patrimonio per la città e che il lavoro di quasi 400 famiglie, più l'indotto, possa essere messo in crisi. Tutte le amministrazioni che si sono succedute, di diversi colori politici, hanno sempre avuto rapporti dialettici con i soci privati e mai si è arrivati ad un continuo braccio di ferro che non fa che indebolire l'azienda”.

In merito ai fronti aperti su teleriscaldamento e illuminazione pubblica, la consigliera aggiunge: “L’'amministrazione non ha una chiara strategia di uscita da questa vicenda se non a colpi di ricorsi, di relazioni e di memorie, che rischiano di creare contenziosi, risarcimento danni, meno utili, meno investimenti e meno valore della società partecipata Asp, oltre non dare servizi alla città che si ritrova le frazioni senza luci a led e con impianti obsoleti, con punti luce non sufficienti in molte zone del centro a cominciare da piazza Alfieri e nei parchi. Senza investimenti per il nuovo sistema di raccolta rifiuti e per il trasporto pubblico”.

Gabriele Massaro


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