0Acque agitate sul futuro della Casa di riposo “Città di Asti”, la seconda più grande in Italia, struttura che ha ben gestito l’emergenza Covid con pochissimi casi.
Lunedì sera il consiglio comunale aperto ha visto diverse discussioni, confronti e spunti davvero interessanti. Ma il tempo per salvarla è poco.
La cooperativa Anteo che aveva presentato un project financing, si è tirata indietro, presentando una documentazione incompleta (volutamente?) e i debiti attualmente sono altissimi, dato anche il calo degli ospiti (da più di 300 a 220).
Si parla di oltre 4 milioni e mezzo con in più la controversia legata ai vincitori del concorso che non sono stati assunti. I dipendenti attualmente sono 111, 60 circa gli esterni.
Il commissario Giuseppe Camisola, nei giorni scorsi si è dimesso. In consiglio, con la voce rotta dall’emozione ha spiegato che non c’è alcuna rottura con l’Amministrazione “Per me è stata una scelta difficile da fare, ci sono problemi, è giusto lasciare spazio a chi ha più energia, meglio ancora se una squadra. Alla base ci sono una serie di motivazioni, ma voglio ringraziare davvero tutti”.
Chi arriverà dovrà correre
Ha spiegato che la banca aveva dato “Un margine di speranza, chiedendo un piano industriale, ma siamo poi stati costretti ad adottare un’altra linea per favorire la linea pubblica ottimizzando i costi ma non è andata a buon fine. Nel 2019 è arrivato il progetto Anteo che non ha avuto un buon esito ma ha attirato l’attenzione di altri gestori. C’è chi è disponibile a presentare un project diverso, i tempi però sono molto stretti, quest’anno abbiamo avuto molte perdite, chi verrà dopo di me dovrà correre”.
Un aiuto almeno per i lavori di ristrutturazione potrebbe arrivare dall’Ecobonus 110% “per il Maina si tratta di 5 milioni che potrebbe essere una garanzia”, spiega Camisola. E sulle assunzioni: “Procedere adesso è impossibile, purtroppo si dovrà attendere l’esito del Consiglio di Stato”.
Anche i vincitori del concorso, attraverso la portavoce Paola Ruffo, sono intervenuti: “Chiediamo venga ripreso in considerazione il concorso, il Tar ci ha dato la possibilità di essere assunti chiediamo attenzione affinché il concorso venga riconosciuto. Sono due anni che attendiamo che l’ente ci regolarizzi dopo anni che lavoriamo in casa di riposo”.
La discussione continuerà nei prossimi giorni
L’incontro aperto era stato chiesto a gran voce dalla minoranza e, nei prossimi giorni se ne parlerà in Commissione Politiche Sociali.
Intervenuti anche Luca Quagliotti, segretario provinciale Cgil di Asti, Roberto Gabriele segretario generale Cgil Fp, Enzo Sobrino per CittadinanzAttiva, Laurana Lajolo, Marco Castaldo coordinatore Articolo 1 Asti e provincia” Non siamo qui per individuare responsabilità pregresse, ha spiegato, ma la politica astigiana si deve far carico di questo problema. La Casa di riposo pubblica riveste un ruolo importante il servizio non va lasciato al mercato privato. Deve rimanere pubblica o in cogestione con il supporto delle banche del territorio che possano ripianarne i debiti. Oltre all’ospitalità a prezzi adeguati, la struttura può avere altri ruoli tipo cohousing per le diverse fragilità”.
Per Mariangela Cotto, assessore alle Politiche Sociali “A volte il privato può essere l’unica soluzione. Il nuovo commissario faticherà a far quadrare i conti”. ”Abbiamo a cuore ospiti e famiglie – ha aggiunto il sindaco Rasero – ma non si può trascurare il fattore tempo. Stiamo cercando figure all’altezza”.