Al 27esimo giorno di digiuno il maestro Giampiero Monaca di Bimbisvegli oggi pomeriggio ha aggiornato genitori e giornalisti in merito agli sviluppi sul destino del progetto educativo che da 4 anni ormai colora la scuola di Serravalle.
Presenti alla conferenza stampa anche i consiglieri comunali Mario Malandrone (Ambiente Asti), Angela Quaglia (CambiAmo Asti), Maria Ferlisi (PD) e Davide Giargia (M5S).
Attualmente Bimbisvegli conta 53 alunni, ma dal prossimo anno scolastico potrebbero arrivare a 62. Una metodologia nata ufficialmente 15 anni fa, che ha portato la scuola di Serravalle 4 anni fa a una vera e propria rinascita.
Non si va da nessuna parte
“Non trasferiremo questa metodologia in nessun altro posto, benchè accogliente – ribadisce il maestro Monaca - Ci fidiamo e non è il momento di lasciarci. Finchè esisteremo, staremo in questa scuola”.
Il sostegno vitale della pro loco
Bimbisvegli può contare anche sul pieno sostegno della pro loco di Serravalle, come ha spiegato Giorgio Musso, in rappresentanza della pro loco.
“Aderiamo a questa iniziativa – ha commentato Musso - da molti anni sosteniamo questa scuola, primo nucleo di aggregazione per i nostri bambini. Ci fa male vedere queste difficoltà, perchè negli anni abbiamo manifestato molto e siamo disponibili anche a far usare la nostra sede per il centro estivo Bimbisvegli”.
"Provincia di Ventimiglia"
Come associazione Bimbisvegli, è stato chiesto il permesso al comune di Asti per utilizzare il suolo pubblico, in quanto la prossima settimana inizierà il campus estivo e Bimbisvegli non può avere accesso ai locali scolastici.
“La questione è andata in giunta - spiega Monaca - ma è arrivato esito negativo per il posizionamento di 1 o 2 gazebo in uno slargo del marciapiede di Serravalle, dovevano fungere da controlli covid obbligatori per i bambini, prima di andare nei boschi. Evidentemente Serravalle è frazione di Asti, ma è provincia di Ventimiglia”.
Una comunità che aspetta risposte
Intanto a Serravalle c'è un'intera comunità educante che aspetta risposte.
“Ho intenzione di proseguire il mio digiuno fino a che non otterremo risposte serie da persone serie. Questo approccio, il nostro fare scuola, è un fare scuola che può stare nel pubblico? Bimbisvegli non esiste più sulla carta ed è svuotato del suo significato”, commenta Monaca.
Intanto però negli ultimi giorni sta iniziando a muoversi qualcosa. Alcuni genitori, infatti, sono stati contattati per esprimere il loro gradimento sul progetto educativo, da parte di ispettori del ministero.
“Questa è la novità che prelude probabilmente a un'attività ispettiva che auspichiamo possa capire l'essenza del nostro progetto. Lottiamo per il sorriso dei nostri ragazzi e non possiamo perdere”.
La valorizzazione delle frazioni
Intanto, oltre a essere stata presentata un'interrogazione parlamentare, è stata depositata anche un'interpellanza comunale, da parte dei consiglieri di minoranza.
“Siamo stupiti – spiega il consigliere Quaglia - di fronte a decisioni che ci sembrano assurde. Sono un'ex insegnante, ho lavorato per 42 anni e nessun dirigente ha mai osato mettere in discussione la metodologia di insegnamento. Se il progetto non dovesse proseguire, i numeri diventeranno molto bassi e la scuola chiuderebbe. La valorizzazione delle frazioni passa anche da qui”.
Una posizione condivisa anche dagli altri assessori.
“Abbiamo posto delle domande – aggiungono Malandrone, Ferlisi e Giargia - ci pareva assurdo negare l'occupazione del suolo pubblico a una scuola”.
Intanto però sul destino della scuola a partire da settembre c'è il silenzio totale. Che si fa sempre più assordante.