Giovedì scorso ho dato il via ad una serie di racconti che girano attorno al Carpionato del mondo, geniale iniziativa di quei diavoli dell’associazione Astigiani per promuovere il carpione con un gioco incentrato su Lasciapassare da riempire di timbri, nella soddisfazione di girare sempre nuovi locali, degustare un grande piatto della tradizione estiva ed essere, alla fine, pure premiati. Un gran numero dei locali partecipanti è tra Asti e l’Astigiano. Tutti in posti perfetti per gite e vacanze, seguendo qualcuno dei miei Itinerari da carpioni, tra piaceri del territorio e piaceri dell’agro. Itinerari che obbligheranno come minimo ad una impegnativa tre giorni o a spalmare potendo su più giorni, a combinare a preferenza personale come e quando volete. Basta scegliate seriamente d’essere carpionisti in un’estate tutta da carpioni.
Itinerari che nascono dallo spulciare tra i campi da gioco nel sito di Carpionato (www.carpionatodelmondo.it) unito a un po’ di creatività e ad una discreta conoscenza dell’Astigiano. La proposta odierna parte da una domanda: che vino si abbina meglio con il carpione?
Prendo come risposta più che buona l’affermazione di Gianluigi Bera a chiusura il suo contributo a tema storia e storie del carpione che arricchisce il libretto Lasciapassare: “Chi dice che il vino con il carpione non va bene o non conosce il carpione, o non conosce il vino. E ho detto tutto.”. Quindi, m’allargo io, qualsiasi vino. Ed ecco il tema d’itinerario: locali di Carpionato in luoghi di fascino caratterizzati da particolari produzioni vitivinicole.
Si comincia dal Nord Astigiano per scoprire il borgo di Castelnuovo Don Bosco, luogo dalle ricche evidenze sacre. Terra di santi, ma anche di vini, come la Malvasia dop del posto, dal color rubino, profumo fruttato, floreale e sapore dolce. Una bollicina fine che secondo me potrebbe essere una chicca per il palato ad ammorbidire il carpione proposto dall’Albergo Ristorante Ciocca, dove fare il pieno di tradizione e di cucina tipica. Locale dalla grande storia e radici nei primi anni dell’800, che propone un carpione classico con milanese di vitello, zucchine, uovo e pesciolini.
Una netta sterzata verso est ed eccoci a Portacomaro a degustare Grignolino. Vitigno e vino di zona che, anno dopo anno, stanno, più che giustamente, trovando valori e apprezzamenti crescenti. Provate ad abbinarlo, magari un po’ più freddo del dovuto con il carpione proposto da Terra d’Origine, agriturismo della famiglia Durando, famiglia agricola dal 1630, che sorge su una delle colline più alte di Portacomaro. Da lì si abbraccia con un unico sguardo l’orizzonte di vigneti, noccioleti, campi e borghi. All’ombra dell’agriturismo e davanti al panorama mozzafiato il loro Barot, casot di piaceri all’aperto e campo da gioco di Carpionato.
Due colline più in là si cambia: Ruché. Altra scoperta di piaceri enologici, vera tendenza negli ultimi tempi. Uno dei più rari vitigni autoctoni dell’Astigiano, espressione di identità e di varietà. La sua riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta riscoprì quei grappoli, rilanciando un vino destinato a registrare grande fortuna. Ruchè a Castagnole Monferrato con esperienza carpione all’Osteria il Ruché, locale storico del posto a cui, da inizio 2023, Giuliana Borga e il marito Davide Gatti hanno deciso di ridare vita. Evviva.
Poi tutto a sud verso Mombaruzzo a immergersi nei piaceri della carpionata in vigna messa in campo dall’Azienda vitivinicola Piana, da tre generazioni produttori di ottimi vini. Bell’esempio della tradizione che incontra il gusto dei tempi moderni, con l’opportunità di ammirare lo spettacolare paesaggio che la circonda, visitare vigneti e cantina, degustare i vini tipici di zona, come una fresca, giovane e leggermente vivace Barbera del Monferrato, ad accompagnare sontuosi piatti del più classico carpione.
Viratona verso ovest con obiettivo Agliano Terme, piacevolissimo borgo dell’Astigiano, immerso fra vigneti dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. Perlopiù di Barbera d’Asti. Qui il campo da gioco è un ristorante dalla storia ultracentenaria, il Fons Salutis, creato dalla signora Maddalena Cavagnino in Cocito, nei primi anni del XX secolo, per i viandanti che arrivavano alle fonti di Agliano con cavalli e carrozze. Al Fons Salutis passarono grandi personaggi, da Valentino Mazzola con tutto il Grande Torino, a Fausto Coppi. Oggi rinnovato e rinvigorito propone la più varia esperienza carpione: di carne, di pesce, di uova o di verdure.
L’Itinerario da carpioni si chiude nei dintorni di Isola d’Asti, a Repergo per provare le differenze olfattive e gustative della Barbera d’Asti, a solo pochi chilometri da quelle provate ad Agliano. Barbera che vi aspetta all’Emporio Del Gusto dei Vigneti Brichet
circondati da vigne, olivi, buon vino e l’arte in cucina di Mirella, allieva del grande Giovanni Goria.