E siamo arrivati al terzo racconto di Carpionato, spettacolare evento estivo, frutto di un’ideona dell’associazione Astigiani nel voler promuovere un grande piatto della tradizione con un gioco, tra Lasciapassare, timbri, premi e campi da gioco dove degustare versioni e versioni di carpione.
Oggi Asti, con un giro tra i piaceri dell’agro che tocca cinque dei locali partecipanti in città. Quattro ristoranti e una gastronomia. Locali che diventano invito a scoprire posti iconici e bellissimi. Invito indubbiamente più rivolto a visitatori e turisti coinvolti grazie alle illuminate scelte di More News, editore di La voce di Asti e di un’altra abbondante trentina di testate giornalistiche online, sparse per tutto il Nord Ovest, dove viene pubblicato Vacanze.
Comincerei allora dal centro cittadino, da piazza San Secondo, per ammirare la facciata barocca del Palazzo Municipale, opera di abbellimento che riporta al grande Benedetto Alfieri. A lato, la Collegiata di San Secondo, da poco ripulita ad arte in uno dei suoi frontoni. Entrateci, datemi retta. Entrateci per rimanere di stucco davanti ad uno dei capolavori pittorici di Gandolfino, il polittico de L’adorazione dei Magi, tante altre espressioni d’arte sacra quatto-cinquecentesche, un fresco incredibile e la Cripta con le possibili reliquie del Santo. A due passi da cotanta abbondanza, il Carpionato vi aspetta tra tradizione, accoglienza e piacere. Vi aspetta al Ristorante Francese.
Poco più avanti, metri, proseguendo a scoprire l’affascinante centro storico d’origini medioevali, rilassatevi tra i tavoli su strada, ovviamente in zona pedonale, di via Garetti. Tavoli di Il Cicchetto, locale dove domina l’originalità con pizzichi d’allegria in stile piemontese. Il loro carpione è quello tradizionale di nonna Giovanna. Imperdibile.
Continuando in centro storico per qualche altro centinaio di metri, sbucherete in una delle piazzette più gradevoli di Asti, piazza San Martino. Uso l’aggettivo gradevole giusto per gratificare mia moglie che mi riprende spesso sugli eccessi da bellissimo, bellissima. Luogo di festa del miglior Barocco, tanto Barocco, come quello della chiesa omonima, di cui non perdersi i ricchi interni, sontuosamente affrescati, nella cupola, da Gian Carlo Aliberti. Qui la cucina parla una lingua strana, un misto tra ligure e piemontese, tipico dell’Osteria del Diavolo. Tanto che in occasione di Carpionato lì si gode con lo scabeccio di acciughe e baccalà. Scabeccio, come chiamano il carpione in Liguria.
Per chiudere propongo un mercato e un parco. Il Mercato Coperto di piazza Libertà, luogo che da sempre mi affascina per profumi, colori e ricca varietà d’offerta, pur non avendo ancora trovato consone strade pubblico-private di valorizzazione. Al Mercato, come in tutti i mercati, c’è un pescivendolo. Lì si chiama Redi Mauri di Tuttopesce, dove recuperare una bella dose da asporto di trota e anguilla in carpione. Asporto fino all’attiguo Parco della Resistenza, polmone del centro cittadino, normalmente ben tenuto, con tanto di laghetto pieno di tartarughe, prati dove sdraiarsi all’ombra di alberi favolosi. Personalmente opterei per i due maestosi Ginkgo biloba verso il fondo dell’area verde, certo che l’unione tra informali piaceri dell’agro e possanza naturale possano far toccare apici memorabili.