La Maturità classica di Aurora è finita ieri.
Per lei, come per i suoi compagni, quest'anno nessuna versione di greco memorabile e intricata, ma un maxi-orale di un'ora per verificare la preparazione dei cinque anni di studio.
Mi sono commossa. Un'emozione fortissima
"Appena sono entrata a scuola mi sono commossa. Rivedere i miei compagni, la bidella Anna e i professori è stata un'emozione fortissima", spiega Aurora, 5B del Liceo Classico di Asti.
Aurora, come tutti i maturandi 2020, si è sentita al sicuro tra le mura della sua vecchia scuola. All'ingresso controllo della temperatura, gel disinfettante, autocertificazione e via davanti alla Commissione!
"Mi sono trovata molto bene. I professori hanno cercato di metterci a nostro agio il più possibile. Avrei preferito, però, sostenere l'esame tradizionale", continua.
Una consapevolezza, però, si fa strada.
Una passeggiata... ma non lo abbiamo scelto noi
"Mi sono sentita invidiata dai maturandi degli anni passati. Quest'anno, in effetti, a cose fatte, è stata una passeggiata. In condizioni normali avrei avuto greco esterno. È ovvio che sia stata una facilitazione, però non lo abbiamo scelto noi", spiega.
Un'analisi obiettiva e onesta, una sincerità che viene dal cuore e il ricordo di una strana Maturità senza il calore dei compagni.
I tabelloni... virtuali
"Gli amici si incontrano in altre occasioni, quindi non mi è mancato il contatto. Ho sentito più la mancanza dei tabelloni. L'idea di andare tutti insieme e scoprire i risultati finali mi sarebbe piaciuta", conclude.
Per Aurora, però, è di nuovo tempo di scelte e di decisioni, perché settembre è ormai dietro l'angolo.
"Proverò a sostenere il test per Fisioterapia a Torino. Se non dovesse andare bene, proverò Osteopatia".