Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone L'ombra della Luce, di Franco Battiato, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Nella vita ti puoi innamorare di tante cose. Di una persona, di un luogo, di un sorriso, di un comportamento. Ho scoperto che ti puoi innamorare persino delle emozioni che un territorio ti fa vivere.
E questo territorio si chiama Maranzana. Lo scorso anno sento per radio la storia sottesa a questo paese, l'ultimo dell'Astigiano prima dei confini alessandrini. Stavo andando a Torino e una voce squillante stava dicendo che quello è il "paese dei babaci". Mi incuriosisco. Possibile che non ci fossi mai andata? Io che vivo ad Asti, io che Asti la racconto per mestiere e passione?
Passa qualche tempo. Pochi mesi fa decido di andarci con mio papà, una domenica mattina. Una di quelle gite che da tanti anni non facevamo più. Mi innamoro di questo paese a prima vista. Vista che non contempla i babaci, perché ancora non erano esposti.
Cosa sono? Pupazzi a grandezza naturale, che da maggio a ottobre popolano le vie di Maranzana, danno loro colore e nuova vita. C'è il babacio del salumiere, quello del marinaio, c'è la famiglia messa in area pic nic, c'è la coppia di innamorati al Belvedere. Con papà ancora non erano esposti: eppure lo sento. Lo sento il fascino di una terra che ha tante cose da dire, che urla in silenzio ciò che ha dentro: un mondo.
Tradizioni ed emozioni si mescolano alla perfezione ai colori di case, colline e babaci. Ogni anfratto trasuda bellezza: ed è proprio di quella bellezza che io avevo bisogno. Ci torno perché voglio raccontarne la storia tramite la rubrica di Orgoglio Astigiano. Un esperimento in cui credo: la voglia di descrivervi come ci si può sentire a essere comunità. Comunità per davvero.
Il sindaco di Maranzana è giovanissimo. Ha 35 anni, Federico Sciutto. Gli chiedo qualche informazione su questo paese meraviglioso, con la curiosità di sapere cosa lo leghi a Maranzana.
Federico, quanti abitanti fa Maranzana oggi e cosa ti lega a questa terra?
Attualmente abbiamo 215 abitanti. Quest'anno ci sono stati anche due nuovi nati e due matrimoni: ci riempie di orgoglio dare queste notizie. Io sono sindaco da maggio dello scorso anno, prima ero vice. A questo paese meraviglioso sono sempre stato legato. I miei nonni sono di qui, così come mia mamma. Ho sempre vissuto a Nizza Monferrato, ma ogni estate si passava qui. Insieme a tutta la famiglia. Venire a Maranzana significava aver finito la scuola: stare dai nonni e con gli amici più cari.
Da un punto di vista di popolazione e di turismo, oggi, come descriveresti Maranzana?
Maranzana non è un paese fermo. Siamo fiduciosi, abbiamo anche molti giovani, contrariamente a quanto si potrebbe pensare. Questo paese cent'anni fa faceva mille abitanti. Con la precedente amministrazione (la sindaca Marilena Ciravegna, ndr), con cui sono stato vicesindaco, abbiamo puntato molto sul turismo. Ciò che si continua a fare ancora oggi.
I primi passi mossi in tal senso?
Abbiamo fatto un censimento di tutte le case sfitte, portando l'attenzione di saloni immobiliari esteri, con l'obiettivo di cercare di vendere e dare più risalto a Maranzana. Ogni casa aveva la sua scheda. Nell’arco di dieci anni sono state vendute 35 abitazioni, tante sono seconde case, ma non tutte. Molte sono state ristrutturate, dando un nuovo e importante impatto al paese. Parallelamente ha aperto un agriturismo, che è sempre pieno di turisti, per lo più stranieri, tutto l'anno. Abbiamo anche una casa vacanza, di proprietà di stranieri: l'ha acquistata un tedesco nel 2016. Pensa che quella casa era il vecchio panificio del castello: all’interno c’è un antico forno che era stato usato per panificare, ora ristrutturato. In particolare il Castello era di proprietà dei Gonzaga. È privato, resta visitabile la parte in cui è stato realizzato l'agriturismo.Questo paese conserva intatti i propri gioielli e lo fa con grande orgoglio. Ad esempio ci sono tantissime case affrescate, che custodiamo.
E poi?
Contestualmente abbiamo aggiunto tutti i servizi: l'ufficio postale, la farmacia, il bancomat, con alcuni fondi ricevuti abbiamo realizzato anche un'area camper attrezzata con colonnine per ricaricare auto e bici elettriche. Poi abbiamo un bar ristorante e pizzeria, un alimentari, un'attivissima pro loco, la Cantina, gli Alpini, la Protezione Civile, oltre, ovviamente, all'Associazione culturale Giacomo Bove & Maranzana.
Sedute al tavolo con Federico ci sono anche Barbara Pastorino, presidente della Cantina Maranzana, e Maria Teresa Scarrone, ex insegnante e presidente dell’Associazione culturale Giacomo Bove & Maranzana. E da qui l'intervista diventa un qualcosa di corale. Sa proprio di comunità.
Come è nata l'idea dei babaci?
È nata nel 2016 (inizia a dire Barbara, ndr). Avevamo visto che in Giappone c’è il villaggio delle bambole. Una signora era rimasta sola in paese e aveva voluto riprodurre gli abitanti in forma di pupazzi. Quel paese giapponese era diventata un'attrazione turistica. Dopo aver letto questa storia ci siamo chiesti se potesse valere la pena provare a riprodurre qualcosa di simile anche da noi. Questo progetto ci ha messo un po’ a carburare, almeno un paio d’anni. Siamo partiti con pochi pupazzi, poi man mano aumentavamo. Oggi siamo a quota 130, ma ogni anno ne aggiungiamo qualcuno in più.
Come il calore di un respiro durante un abbraccio
I babaci non sono posizionati a caso. C'è chi sta davanti all'ex sala da ballo, poi c'è un medico davanti al vecchio ambulatorio, il falegname dinnanzi alla storica falegnameria, l'esploratore Giacomo Bove all'interno della splendida torre che troneggia in paese. Maranzana è uno scrigno di storia e di storie, da custodire. Più che gelosamente, meglio sarebbe dire intimamente. Con garbo e cura, con attenzione e delicatezza. Come una carezza su un viso morbido, come il calore di un respiro durante un abbraccio.
In paese sorge l'associazione e il museo su Bove, un grande orgoglio astigiano
Esatto, in Comune (spiega Maria Teresa, ndr), dal 2004. Bove, grande esploratore, è vissuto dal 1852 al 1887. Questa era la sua casa natale. Veniva da una famiglia di agricoltori. Qui c'è un piccolo museo che lo ricorda, in territorio Unesco, lui che aveva compiuto, tra le tante, anche un'impresa patrimonio Unesco.
Con i babaci avete riscontrato un aumento di turisti?
Sì, nel corso degli anni c'è stato un aumento significativo. In Cantina (e qui prende la parola Barbara, ndr), ad esempio, sono molti i turisti che arrivano per degustazioni, cosa che prima non accadeva con questa facilità. La Cantina conta 160 soci, per 500 ettari di vigneto. È stata fondata nel 1959.Ora molti organizzatori ci contattano per creare eventi. Maranzana è all'interno di una comunità patrimoniale che valorizza il territorio, organizzando, ad esempio, passeggiate tematiche in sinergia, facendo rete.
Oltre ai babaci, ho notato altre particolarità in paese!
Sì, abbiamo una bellissima panchina gigante, che durante la stagione dei babaci è ancor più bella. E poi abbiamo due percorsi turistici: uno dell'Uva, l'altro del Papa. Infine, nel bosco c’è una statua di Papa Giovanni XXIII, posizionata quarant'anni fa da un signore della zona, che avrebbe voluto creare attività legate al turismo religioso.
È bellissimo vedere che la vostra pro loco sia molto attiva, in salute
Esatto, in un momento storico in cui non è scontato. Noi abbiamo 40 iscritti. È nata nel 1990 e qui tutti pensiamo che sarebbe un peccato chiuderla. Non abbiamo alcuna intenzione di mollare.
Maranzana è proprio al confine con l'Alessandrino. Vi sentite astigiani?
Qui ci sono persone che hanno le mura della casa in Asti e la vigna sotto la provincia di Alessandria! Ci sentiamo astigiani, ma consapevoli che qui, un tempo, eravamo alessandrini. Indubbiamente, data la nostra posizione, riceviamo influenze alessandrine e genovesi (Genova in linea d'aria è vicinissima). Tanti liguri hanno comprato casa qui. Luigi Tenco ha trascorso la prima infanzia a Maranzana: il padre era di qui, mentre la madre di Ricaldone.
Da voi tutti fanno volontariato, per tenere vivo un paese che vuole restare tale
Esatto, volontariato corale, per il bene del nostro paese. L'ex sindaca dipinge i volti dei babaci, mentre la sarta, Rosalba, li crea. E le persone ci donano i vestiti, che ogni anno vanno cambiati. Questo per noi significa essere una comunità.
Qui non si muore
Chiedo informazioni su Rosalba. Mi dicono che ha 81 anni e che sta a due passi. La andiamo a trovare.
Una casa talmente bellina che pare in miniatura. All'ingresso babaci, piantine e ninnoli, incorniciano un ambiente che ha davvero un'anima bella. Rosalba è in laboratorio: le sue mani, solcate dal tempo, sono al lavoro. E io mi innamoro di tutto ciò che sto vedendo, ascoltando, vivendo.
Quella sapienza, nella teoria e nella pratica, tipica delle persone della sua età, mi terrebbe lì, incollata per ore. Rosalba sta dando forma a un nuovo babacio. Come un vero chirurgo, opera minuziosamente ogni sua creazione.
Maranzana è viva. Maranzana vuole vivere.
Qui non si muore.