Viviamo in un posto bellissimo | 29 gennaio 2022, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo a cui dona il bianco e nero

Puntata di invito a scoprire la migliore fotografia astigiana in mostra da domani negli spazi del Museo Diocesano San Giovanni

Una delle immagini in esposizione

Una delle immagini in esposizione

Domani ad Asti apre al pubblico una mostra imperdibile nei sontuosi spazi del Museo Diocesano. Esposizione non di nuove opere orafe di Giovanni Tommaso Groppa, non di una cripta gemella di quella di San Giovanni e non di altri capolavori del grande Gandolfino, ma di spettacolari fotografie. Mostra di Grandi Fotografi Astigiani.

Mostra nata dall’encomiabile passione dei soci della Polisportiva C.R.Asti-Sezione Fotografia, dalla loro curiosità e dal loro interesse alla storia di Asti. Un bellissimo esempio di quanto valore possa arrivare dallo scavare nella memoria in una città che ha veramente tantissimo di cui ricordarsi. E poi, quando a farlo sono dei privati, felici nello sbattersi per il puro gusto di condividere bellezza e cultura, entusiasti nel trasformare in patrimonio di comunità un loro trasporto, tutto è assai più prezioso.

Mostra composta da duecento immagini, frutto di una lunga ed impegnativa ricerca attorno all’attività ed alle opere artistiche di dodici grandi fotografi attivi ad Asti tra il 1850 e il 1970.

Maestri come Giuseppe Secondo Pia, avvocato e Sindaco di Asti tra il 1922 e il 1923. Preso già da giovane dal sacro fuoco dello scatto sfogato nel riprendere oltre settecento luoghi dell’Astigiano e piemontesi. La sua notorietà arriva però dalla Sacra Sindone quale primo a rilevare nel positivo fotografico il volto del Cristo, non visibile a occhio. E poi Vittorio Ecclesia che arriva ad Asti da Torino nel 1878. Ritratti per vivere e riprese paesaggistiche e d'architettura per passione. Tra il tanto suo, Asti a volo d’uccello, memorabile Album Artistico, composto dalle immagini di sedici monumenti di Asti. E suo figlio Umberto impegnato nelle campagne di Asti e dell'Astigiano, e a raccontare la vita nei primi del ‘900 , con particolare riferimento alle industrie attive sul territorio. E Ancora Augusto Battagliotti che da fine Ottocento si occupa in città di fotografia di studio, dilettandosi con quella di architettura e su avvenimenti cittadini. Dal 1914 diventa direttore della fotografia e operatore di ripresa della Itala Film di Giovanni Pastrone, famoso compaesano che lo volle con sé dai tempi del film Cabiria. Che dire di Giuseppe Benassi, fotografo errante, oggi lo chiameremmo fotoreporter. Tocca per alcuni anni Asti, anche con uno studio, a partire dal 1920. Ci ha lasciato molti ritratti, foto di gruppi e scolaresche, ma anche ottime immagini di eventi pubblici e visite nobiliari. Fotografi professionisti a cui si unisce un fotografo contadino, cosi veniva definito per le umili origini Carlo Franco, allievo di Pia, dalla campagna di Mombarone. Frequentò solo la terza elementare, ma era intelligente e con una spiccata attitudine al disegno. Il suo gusto pittorico, vicino a quello pennellato di Michelangelo Pittatore, aveva la capacità di esprimere un verismo da facce e ambientazioni unico per l’epoca. Di lui resta un vero e proprio museo fotografico arricchito dalle opere del figlio, Giuseppe Emilio Franco, Nino per gli amici, patrimonio tutt’ora custodito dai nipoti Carlo e Mario. Tra tanti uomini anche una signora della fotografia, Enrica Zacconi, milanese con studio ad Asti dal 1907. Prima in via XX settembre, poi in via Brofferio e infine in Piazza San Secondo sopra l'attuale Farmacia Baronciani.

Impossibile infine non trovare esposte anche opere di Giulio Pio Benzi, dei Viotti, di Ezio Poggi e Gianfranco Grassini di Astifoto e di Renato Rinaldi di Foto René. Tantissimo da vedere che vi aspetta, da domattina fino al 13 marzo, negli orari e giorni d’apertura del Diocesano: venerdì pomeriggio, sabato e domenica mattina e pomeriggio.

Davide Palazzetti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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