Il nostro territorio è ricco di piccoli musei, definiti erroneamente minori. Luoghi di cultura di indubbia rilevanza che raccontano le comunità e che dalle comunità ricevono l’indispensabile linfa operativa di quel bel volontariato che li rende fruibili e vivaci. Ne ho scelti quattro, anzi, tre e mezzo, che uno deve ancora trovare una sua definitiva localizzazione, e il visitarli può diventare un ottimo itinerario per trasformare una domenica in domenica speciale. Sì, domenica ché così siete certi di trovarli aperti.
Partiamo dal mezzo, il museo Ricamo il Corredo di Canelli. Al momento è un museo immateriale che si visita con un click (www.ricamoilcorredo.it ). Una collana di filmati vi porterà negli anni ‘30, per cominciare un viaggio emozionante nel mondo delle giovanissime che ricamano il proprio corredo sognando futuro. Storie, vite, oggetti, abiti e tutto il corredo che nelle intenzioni dei promotori potrebbe già trasformarsi in esposizione anche materiale nel corso di quest’anno.
Quindi si inizia a girare, partendo da Nizza Monferrato, per affascinarsi con l’esposizione permanente della collezione d’arte di Davide Lajolo. Un centinaio di opere da artisti italiani contemporanei, disposta in tre sale di Palazzo Crova, pregevole residenza nobiliare del XVIII secolo dove è ospitato anche il Museo del Gusto. Lajolo, lo saprete tutti, era di Vinchio, a pochi chilometri da Nizza. La definiva la mia capitale. Per questo legame speciale la figlia Laurana ha scelto di dare un concreto contributo allo sviluppo culturale della città. La collezione esposta è il risultato dei legami di amicizia di Lajolo con gli artisti più significativi del Neorealismo e dell’Astrattismo, come Guttuso, Manzù, Sassu o Carrà, accanto ad alcuni autori naif, tra cui Ligabue. Incontri di idee e di sensibilità creative tra chi scriveva presentazioni di mostre e saggi per cataloghi e artisti che gli faceva dono di un loro lavoro.
Seconda meta, Mombercelli per il suo Museo Civico d’Arte Moderna, MusArMo. Non tutti i musei hanno la fortuna di situarsi in locali talmente particolari da meritare, anche solo per quello, una visita. Beh, per il museo di Mombercelli è così, ubicato in un ex carcere, in cui sono state mantenute tutte le principali caratteristiche costruttive. Carcere mandamentale dagli inizi del XX secolo, con spazi espositivi scanditi dal susseguirsi di inferriate. L’esposto è di indubbio valore con, tra le tante, opere di Casorati, Paolucci e Spinoglio.
Per chiudere ci spostiamo nel Nord Astigiano, a Pino d’Asti. Nell'ex forno comunale vi aspetta il Museo del Legno e degli Strumenti da Falegname. Interessante collezione di oggetti e di immagini antiche attorno alla storia degli attrezzi e della lavorazione del legno nell’Astigiano. Pezzi di punta, asce risalenti al ‘600 ed un tornio in legno di fine ‘800. Un museo che racconta, anche lui, arte. Arte dell’ebanisteria da un antico mestiere che dalle nostre parti ha avuto una grande importanza per l'artigianato del legno piemontese.