Vacanze Astigiane | 09 marzo 2023, 18:00

Vacanze Astigiane dalla A alla M, temporeggiando sulle C

Secondo invito nel Nord Astigiano e nei suoi dintorni, su un nuovo itinerario pensato per far apprezzare territori che in fondo raccontano la stessa storia

Panorama della chiesa romanica di San Lorenzo a Mombello Torinese

Panorama della chiesa romanica di San Lorenzo a Mombello Torinese

Per cominciare, un minimo di giustificazione al titolo indubbiamente criptico: A come Andezeno e Arignano, M come Mombello di Torino, Moriondo Torinese e Moncucco Torinese, C come Chieri e Castelnuovo Don Bosco, che sarebbero potuti essere della partita, ma preferisco rimandare ad altra data.

Comuni che, fin dall’antichità, si erano ritrovati attorno a contiguità territoriali e funzionalità tra le più varie. I tempi cambiano, ma nel girare tra Nord Astigiano e dintorni è fin troppo facile farsi colpire da un territorio che sembra veramente raccontare la stessa storia, al di là dell’attuale suddivisione provinciale.

Oggi si sarebbe dovuto partire da Chieri, libero comune dal 1168, con molta storia comune ad Asti, ma preferisco proporlo la settimana prossima, in abbinata ad alcuni borghi del Pianalto Astigiano.

Partiamo allora dal Chierese, da Andezeno, piccolo e affascinante borgo collinare, con al vertice il suo castello, distrutto dai militari spagnoli e ricostruito a fine del XVI secolo. Da non perdersi la chiesa romanica di San Giorgio e Grato, che sorge alla sommità dell'omonima collina a nord, poco distante dal paese. Così come qualche assaggio di Freisa di Chieri e di vini della Collina Torinese all'Azienda Vitivinicola Balbiano, punto di riferimento, da quasi un secolo, di queste denominazioni. Ci passaste, a caccia di piaceri enologici, sappiate che la sede ospita non solo cantine, ma anche il Museo Balbiano: una raccolta di oltre duemila oggetti della tradizione contadina ed una importante collezione di giocattoli antichi.  

Tre km è siete ad Arignano. Anche qui vi aspetta un castello, La rocca, citato per la prima volta nel 1047 in un diploma dell'imperatore Enrico III. Abbattuto e ricostruito alla fine del XIII secolo, al termine dell’ennesima guerra tra il marchesato monferrino e la confederazione di liberi comuni, tra cui Chieri e Asti. In realtà vi aspettano due castelli, volendo così definire anche il Castello delle Quattro Torri, casaforte del XV secolo ben restaurata e circondata da un parco. Poco fuori il borgo assai interessante il Lago di Arignano, vasto bacino irriguo tanto voluto dal conte Paolo Remigio Costa di Carrù e della Trinità e realizzato a fine del 1839. Luogo di pace, oasi naturalistica in divenire a cui magari dedicare più tempo in una prossima visita escursionistica a tema bird watching.

Poco più di altri 3 km ed ecco Moriondo Torinese, a due passi da Castelnuovo Don Bosco, punto di partenza di un prossimo itinerario. A mezza strada, suggerisco una breve deviazione verso nord, questione di poco più che 1 km, fino a Mombello di Torino, per rimirare quel po’ di Romanico che rimane alla chiesa di San Lorenzo, una delle più fotografate del Piemonte. Architettonicamente non è nulla di particolare, ma la posizione, al culmine di un alto colle, la rende piuttosto unica. Torniamo però a Moriondo, borgo dalle origini evidentemente medioevali con tanto di castello edificato all’inizio dell’anno mille. In frazione Lovencito, non scordate poi di visitare l’antica chiesa romanica di San Grato. Il passaggio in paese vivetelo però come prima puntata, da replicare in autunno, in genere intorno a metà ottobre, per immergervi in un mare di cavoli con la Festa di Coj, o Festa del Cavolo Liscio, celebrazione di un prezioso prodotto agricolo, ingrediente indispensabile della cucina locale. Gustosa occasione per degustare piatti spettacolari e veri come i pes ‘d cöj, involtini di cavolo in carpione, o la minestra moriondese di cavolo.

Si chiude a Moncucco Torinese. Gran bel posto, da scoprire cominciando dal suo imponente castello. Edificio grandioso, ancora recintato da solide mura e dotato di corte centrale e di un paio di importanti torri. La sua prima attestazione d'esistenza è del 1164, anche se oggi si presenta nella riedificazione di fine Medioevo, con qualche ritocco successivo. Domina indubbiamente il paese ed è luogo piuttosto unico per ammirare come si deve la magnificenza del paesaggio che dalle nostre colline si estende a quelle torinesi, a Superga e all'arco alpino. Lì vi aspetta anche il Museo del Gesso, ricco di testimonianze da lavorazioni preindustriali, in uso nell’architettura tradizionale della zona, con particolare riferimento ai solai, dal XVI secolo fino all’inizio del Novecento.

Davide Palazzetti


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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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