Vacanze Astigiane | 08 agosto 2024, 18:00

Vacanze Astigiane tra carpione, Carpionato e barocco

Quarto Itinerario da carpioni. Itinerario nell’Astigiano tra cinque campi da gioco del Carpionato del mondo in cinque borghi caratterizzati da bel barocco

Chiesa di San Bartolomeo a Montechiaro d'Asti

Chiesa di San Bartolomeo a Montechiaro d'Asti

 

Quarto e ultimo racconto di Carpionato, sempre tra Lasciapassare, timbri, premi, campi da gioco e loro sontuose versioni di carpione. Ultimo? In realtà penultimo, con carpione, Carpionato e Romanico Astigiano a tema della terza sfida tra uomo e macchina, tra me e una IA. Sfida giornalistica, online su La voce di Asti sabato 17 agosto, nell’altra mia rubrica: Viviamo in un posto bellissimo. Sfida dove siete voi a scegliere il vincitore votando uno dei due pezzi a tema comune.

Ma veniamo all’Itinerario da carpioni che oggi vi porta a fare il pieno di barocco e di piaceri dell’agro a Agliano Terme, Mombaruzzo, Calliano, Villa San Secondo e Montechiaro d’Asti. Barocco che nei luoghi citati si ritrova principalmente in chiese e già sono preoccupato dell’usuale Ancora chiese? di mia moglie.

Agliano Terme per la parrocchiale di San Giacomo Maggiore, nata sul sedime di una del XVI secolo, distrutta dagli spagnoli nel 1637. Vent’anni dopo si inizia la riedificazione, fatta, visti i pochi soldi della comunità, con calce e mattoni di scarsa qualità. La chiesa è ancora lì, ma meglio non parlare della quantità di restauri nei secoli successivi. Appena ci arriverete davanti, impossibile non restare colpiti dalla grazia della facciata principale, impreziosita da un piccolo portico d'ingresso le cui colonne in granito ornavano precedentemente la porta principale della chiesa del monastero della certosa di Asti. All’interno della chiesa, nella cappella intitolata alla Madonna del Suffragio, non perdetevi lo spettacolare crocifisso in legno policromo, datato seconda metà del 1200. Finita la visita, carpione al Fons Salutis, locale dalla storia ultracentenaria che riporta a Maddalena Cavagnino in Cocito, prima proprietaria, e all’attività di ristoro per i viandanti che arrivavano alle fonti di Agliano con cavalli e carrozze nei primi anni del XX secolo. 

Tutto a Est per una ventina di chilometri e siete a Mombaruzzo. Qui vi consiglio di entrare nella chiesa di Sant’Antonio abate. Di entrare con la bocca piena dei fantastici amaretti del posto. Qui e solo qui non è considerato peccato, anzi. Intorno al XI, XII secolo era una Cella benedettina con annesso cenobio, dal primitivo stile romanico. Ora diventato tardo gotico. E che c’entra con il barocco direte voi? Un pelo c’entra nell’ampliamento absidale, in stile barocco, datato 1750. Ma al di là di questo è così bella che bloccarsi sull’essere ben poco barocca, sarebbe un grave errore. All’interno, sfarzo di affreschi quattrocenteschi tra cui una Madonna con il Bambino, dalle forti analogie pittoriche con alcune opere del Maestro di Roccaverano. Carpione all’azienda vitivinicola Piana. Carpione in vigna, tra una degustazione e l’altra di vini tipici dell’Astigiano.

E poi Calliano per la parrocchiale SS. Nome di Maria, l’edificio storico più importante del paese. Edificio settecentesco, con facciata in mattoni a vista, completata nel 1767 e arricchita da gradinata e balaustra di marmo del soppresso convento di S. Bernardino di Asti. All’interno conserva due tele di Guglielmo Caccia, una Crocifissione e la Madonna del Rosario con quindici tavolette lignee dei Misteri, e una tela ad opera di sua figlia Orsola Caccia. Rimirati i quadri, alzate lo sguardo verso l’antico organo incassato nella splendida cassa del Bonzanigo. Apprezzato lungamente il tutto, apprezzate il carpione dell’Osteria l’Antico Granaio.

Altra meta: Villa San Secondo e la parrocchiale dei Santi Matteo e Secondo. Nel 1771 venne posta la sua prima pietra per concluderne la costruzione nel 1777. Facciata, in mattoni a vista, di forma leggermente concava, con presenti le due statue raffiguranti i santi Secondo e Matteo, scolpite nel 1908 da Giuseppe Camusso. Interno dalle varie opere di pregio come l'altare maggiore fine settecentesco, in marmi policromi, e una pala di Guglielmo Caccia. Carpione, da asporto, al Negozio di Villa, bellissimo negozio di paese a conduzione familiare che propone in carpione anche frittatine verdi e fagioli “bumbardin”.

Si chiude a Montechiaro d’Asti con la chiesa di San Bartolomeo. Chiesa che suggerisco più volentieri della adiacente Santa Caterina, barocchissima pure lei. Suggerita per l’originalità d’intervento settecentesco che ha conservato testimonianze architettoniche della sua origine medioevale sui muri esterni e testimonianze pittoriche all'interno. Mi piace, anche se solo plagio novecentesco in stile barocco, il portale d’entrata. Anche qui una tela attribuita al prolifico Caccia, inquadrata da una sontuosa cornice lignea attribuita a Bonzanigo, e un cupolino sull’altare maggiore, realizzato nel 1770 per volontà del mercante Ignazio Santriero, citato più per questo che per particolari eccessi d’arte. Tanta bellezza, da godere però a partire dal 15 agosto, data di inizio Carpionato per la Trattoria Tre colli. Nel prenotare, non scordate di chiedere posto in terrazza. Vero spettacolo sul miglior Astigiano. 

Davide Palazzetti


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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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