Il ritardo negli ultimi lavori al cavalcavia Giolitti (che in un primo tempo avrebbero dovuto concludersi a luglio, poi a settembre) sono oggetto di una nota del gruppo Uniti si può-
Vittoria Briccarello e Mauro Bosia tornano sulla mancata riapertura e chiedono notizie in merito.
L'intervento
All’ultimo Consiglio Comunale avevamo detto che fino a settembre non avremmo più chiesto novità in merito alla riapertura del Cavalcavia Giolitti.
Le nostre richieste andavano infatti di pari passo con due questioni principali: l’assenza di un piano del traffico che ha congestionato (e congestiona) la nostra città da più di un anno e le continue fake news in merito alla riapertura del cavalcavia da parte dell’amministrazione. Fake news che si sono lasciate anche andare in una querelle sui social dove la vicesindaco (Stefania Morra ndr) sosteneva che i lavori stessero procedendo e che le foto da noi caricate fossero menzoniere.
Tralasciando il fatto che nessun lavoro o cantiere o altro giustificherà mai lo stato di totale degrado in cui è tenuto il sotto del Cavalcavia, che ricordiamo per buona parte di affaccia su una strada abitata, e che le immagini dell’erba che cresce dall’asfalto della parte chiusa fa chiedere quanti sono i danni che un’incuria così longeva ha causato, settembre è arrivato e nulla è cambiato.
La riapertura era stata annunciata prima ad aprile, poi a maggio (ormai già molto in ritardo sulla tabella di marcia), poi a giugno, poi a luglio ed eccoci ad agosto con l’affermazione in Consiglio che “entro settembre il Cavalcavia riaprirà”.
Avendo noi imparato che ben poca fiducia va riposta nelle promesse della giunta Rasero abbiamo prima sottolineato quali erano le migliorie al traffico da compiere, banalmente non cedere alla smania di tenere una città sotto scacco dei cantieri per mesi imponendo ciclabili inutili e inutilizzate che hanno definitivamente congestionato Asti senza ridurne traffico e inquinamento, e poi avanzato proposte per una riapertura graduale del Cavalcavia, attraverso l’impegno di terminare al più presto i lavori del manto d’asfalto per dedicarsi poi ai pilastri sottostanti (vedi es. in tangenziale) attraverso una riformulazione degli accordi di lavoro con magari aperture giornaliere o a lotti.
Che l’amministrazione non sia però in grado di imporsi con le ditte vincitrici di appalti è evidente anche in situazioni ben meno “critiche”, guardiamo ad esempio all’attenzione al decoro cittadino, alla cura del verde pubblico, dei parchi pedonali e ciclabili, alla gestione della raccolta verticale ove le isole dei cassonetti sono ormai tante piccole discariche a cielo aperto.
Settembre sta arrivando e noi non siamo riusciti ad aspettarlo perché l’agitazione in merito ci pervade: quali sono i lavori svolti davvero e quanti altri devono essere fatti? A cosa sono dovuti i ritardi? Il disagio sta venendo sopperito dal pagamento di penali da parte dell’azienda? Non è forse il caso di un bagno di umiltà, mettersi a tavolino con figure professionali competenti e trovare alternative?
In futuro poi come pensiamo di affrontare un cantiere simile? Sempre con questa incredibile lentezza dovuta al fatto che i lavori, di base, non sono stati fatti per settimane?
Se il settembre astigiano dev’essere rovinato dall’incompetenza e dall’inerzia amministrativa attuale, vi prego: svegliateci quando è finito.