Al Parco Dora di Torino, lo scorso 26 settembre, è iniziata la quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, il più grande evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto.
Finirà il 30, lunedì prossimo, con tutto il tempo per farci un lungo giro, da oggi in poi, per partecipare alla giusta celebrazione di temi d’interesse comune, messa in scena su un gigantesco e vivace palcoscenico dai maestri di Slow Food. Celebrazione dell’importanza di biodiversità e pratiche alimentari sostenibili, ma anche bellissimo momento di connessione tra comunità locali e produttori da tutto il mondo. Un invito a tanti, a tutti. Invito ad ingresso gratuito tra degustazioni, laboratori, installazioni artistiche e attività interattive. Occasione imperdibile per scoprire nuove prospettive su agricoltura, cibo e benessere, attraverso incontri diretti con produttori, chef e artigiani da ogni angolo del pianeta.
Il Salone in questa edizione è titolato: We Are Nature. Cinque giorni, due ahimè sono andati, belli pieni, di quelli dove si vorrebbe fare tutto e vedere tutto, dove ci potrebbe anche stare qualche corsa, nonostante i proclami slow d’evento e non solo, corse nel vano tentativo di non perdersi niente. Alla fine però, conosciuto il conoscibile, assaggiato l’assaggiabile, la sola vera cosa importante d’evento è la prospettiva. Nuova prospettiva che mette gli esseri umani dentro la natura, consapevoli della necessità di una nuova relazione. Tema grandioso e maledettamente contingente che include robine tipo crisi climatica, multinazionali e sistema alimentare, giustizia sulla filiera del cibo, futuro delle aree interne e concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura. Tema che, tornando un attimo tra Asti e dintorni, mi ricorda con piacere il disegno simbolo dell’edizione 2024 del Bagna Cauda Day, opera di Giorgia Sanlorenzo, giovane artista di Casorzo, ben nota tra Astigiano e Monferrato grazie al suo importante progetto scultoreo "TerrEmerse". Lo avete già visto? Dai, spettacolare, così come il claim che lo accompagna: Esageruma nen, il mondo è di tutti. Il messaggio degli uni e degli altri è forte e chiaro: siamo tutti sullo stesso pianeta, non esageriamo a depredarne le risorse. Non a caso, la storia del cibo messa in mostra al Salone è nutrimento, cultura, convivialità., elemento potente che riporta alla terra, alla natura. Ragionare di relazione con la natura è mettere in evidenza le connessioni fra tutti i viventi, riconoscerci parte integrante del tutto, proteggere e accogliere la diversità della vita, immaginando mondi nuovi. Mondi dove, una buona volta per tutte, si scelga di passare dalla competizione alla collaborazione, dallo sfruttamento al rispetto, dal profitto individuale al bene comune.
Anche e principalmente per questo non potete mancare di conoscere nei prossimi tre giorni i 751 espositori, italiani e non, tra cui 180 Presidi Slow Food, e l’infinità di eventi che rende il programma quotidiano di visita piacevolissima e imperdibile gincana tra i chilometri di stand e banchi degli espositori, degustazioni, infiniti assaggi e assaggini, accompagnati da una fantastica sequela di conferenze, laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. Tra gli espositori, ben 139 sono piemontesi di cui una decina in arrivo dall’Astigiano. Non molti i nostri, ma fortunatamente ci siamo. Evviva. Evviva in particolare per la confortante presenza dei produttori del Peperone di Capriglio, Presidio in bella crescita a cui auguro ogni bene. Passateli a trovare.