Oche e merluzzi, strano connubio che diventa invito a girare per l’Astigiano in occasione di due imperdibili feste di sapori, in scena nel prossimo fine settimana, 12 e 13 ottobre. Feste incentrate sulle carni d’oca a Villa San Secondo e su merluzzo, stoccafisso e baccalà ad Agliano Terme. Feste che raccontano storie dalle forti connotazioni tradizionali, in qualche modo vicine nel trattare alimenti dalle antiche origini pur se tipici delle aie i primi e dei mari del Nord i secondi.
La storia delle oche è entrata negli annali, starnazzanti a mettere in fuga i Galli che volevano mettere a ferro e fuoco Roma. In realtà la loro storia era iniziata prima, già messe a far compagnia, nelle tombe dei faraoni, ideali sostegni per il viaggio verso il regno delle ombre. Animale estremamente redditizio per la rapidità di crescita, tanto da esserne caldamente raccomandato l’allevamento nelle campagne nientemeno che da Carlo Magno. Allevamento presente nella tradizione di diversi paesi, non solo europei. In Italia principalmente in Pianura Padana. Un grande classico in tante cascine, considerato alla stregua del maiale: non si butta via niente. La sua festa, specialmente nel Nord Europa, coincide con quella di San Martino, 11 novembre, festa contadina di fine stagione agricola che ha preso come tradizione il mangiare l’oca, dalla leggenda sul santo, in fuga, nascosto in un pollaio e stanato da oche starnazzanti.
A Villa San Secondo, favoloso borgo dalle origini medioevali che riportano alle ville nove volute dal Comune di Asti tra il XII e XIV secolo, anticipano. Anticipano, più o meno scientemente poco importa, di una mesata e celebrano la loro storia di vita contadina, di oche e di aie. Lo fanno a tavola, niente di meglio, tra sabato e domenica a venire, presentando una carrellata di piatti spettacolari a base d’oca: salumi d’oca, tagliatelle al ragù d’oca, agnolotti d’oca e cosciotto d’oca. A tavola e per le vie del paese con il grande Gioco dell’oca.
Dalla campagna al mare, in rare, ma bellissime occasioni, è un attimo. Ed ecco un’altra signora storia, bella pronta a riempire di alti piaceri. Storia d’incontro e d’immediato e forte innamoramento tra la nostra Barbera e il merluzzo norvegese, celebrato da anni ad Agliano Terme. Due storie parimenti antiche e robuste che vedono pesca ed essiccamento dei merluzzi già prima del Mille e una prima menzione delle uve “barbesine” in un contratto di affitto del 1249. Un legame che trova radici, per quanto all’arrivo in Italia dello stoccafisso, nel 1432, con un mercante, Pietro Querini, naufragato, buon per lui, sulle coste della Norvegia per dare poi il via ad una tradizione commerciale che ha resistito nei secoli. In realtà lo stoccafisso era già conosciuto, grazie ai Normanni, ma solo nelle nelle regioni del sud Italia. E poi, nel 1521, la principessa portoghese Beatrice sposa Carlo III Duca di Savoia, portandosi dietro le tradizioni del suo paese in fatto di baccalà e da lì in poi anche in Piemonte si inizia a farne buon consumo.
Insomma un po’ di storia anche qui c’è ed gran cosa ritrovarla nell’abbinamento di Agliano Terme tra Barbera, merluzzo, stoccafisso e baccalà, durante la due giorni del Barbera Fish Festival. Evento forte non solo di ragioni storiche, ma anche e principalmente di una serie di casualità che hanno portato negli anni un importante numero di norvegesi a scegliere di vivere ad Agliano innamorati di un mare ben diverso dal loro, mare di vigne. Nel prossimo fine settimana, 12 e 13 ottobre, anticipato da una serata per addetti, questi due mari si ritrovano con merluzzo, stoccafisso e baccalà magnifici tormentoni da tavola, serviti in tutte le ricette più una tra le vie dell'accogliente centro storico e in qualche ristorante del posto. Ricette abbinate al mare di etichette dei produttori di Barbera Agliano. Tanto per accennare qualcosa, da stizzicare l’acquolina: risotto con stoccafisso in umido e verdure dell'orto, bocconcini croccanti di merluzzo su crema di ceci, il mitico Brandacujun, Baccalà Pommodoro dello chef Gunnar Hvarnes, Fish Burgher e millefoglie di merluzzo e patate. Sei dei vari piatti imperdibili che ci obbligheranno a passare al Barbera Fish Festival sia sabato che domenica.