Un'importante opportunità di finanziamento, derivante dalla Legge di Bilancio 2025 e inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) attraverso il capitolo REPowerEU, Missione 7, Investimento 17, è al centro di un'interrogazione presentata dai consiglieri comunali di Asti Mauro Bosia e Vittoria Briccarello (Uniti si può), Mario Malandrone (Ambiente Asti) e Gianfranco Miroglio (Verdi). Il piano nazionale stanzia 1,381 miliardi di euro per l'efficientamento dell'edilizia pubblica e la ristrutturazione energetica dei condomini per famiglie a basso reddito, ma il decreto attuativo, sebbene annunciato come imminente da mesi, non è ancora stato pubblicato.
Nonostante ciò, le bozze e le indicazioni già circolanti delineano un quadro chiaro: gli enti locali dovranno individuare lotti di edilizia residenziale popolare (ERP) per progetti di efficientamento energetico con un investimento compreso tra i 10 e i 30 milioni di euro per singolo progetto. La realizzazione sarà affidata alle ESCo (Energy Service Company), imprese specializzate che riceveranno un sostegno finanziario del 65% e rientreranno del restante 35% gestendo i servizi energetici degli edifici riqualificati per un periodo fino a 10 anni, assumendosene il rischio d'impresa. I progetti, da presentare al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), dovranno garantire un miglioramento dell'efficienza energetica di almeno il 30% e riguardare edifici non beneficiari di sovvenzioni negli ultimi 5 anni. Tra gli interventi ammessi figurano cappotti termici, sostituzione di infissi, building automation e impianti fotovoltaici.
I consiglieri firmatari, pur riconoscendo l'urgenza di intervenire sul patrimonio di edilizia popolare della Città di Asti, afflitto da liste d'attesa interminabili e dalla necessità di restauro di molti alloggi, esprimono un giudizio politico critico sul provvedimento. "La sovvenzione ci sembra articolata in modo da fare un grande regalo alle Esco", affermano, temendo che alle amministrazioni pubbliche "verrà chiesto di fare da garante in caso di morosità degli inquilini, di fatto usandole per azzerare il rischio di impresa delle Esco".
Tuttavia, data l'impossibilità per l'Amministrazione di intervenire in modo significativo con fondi del bilancio ordinario, questo pacchetto di sovvenzioni, riassumibile nel detto piemontese "pitost che niente, mei pitost", viene visto come un'occasione da non perdere. A differenza di altre situazioni, qui il finanziamento risponderebbe a una grande emergenza esistente, offrendo abitazioni più dignitose a centinaia di cittadini.
L'interrogazione mira quindi a segnalare l'imminente uscita del decreto e a sollecitare l'assessorato competente a muoversi fin da subito nell'individuazione dei lotti più bisognosi, degli interventi da attuare e nel sondare le ESCo, predisponendo gare o manifestazioni di interesse. "Data l’insufficienza delle risorse per coprire tutto il fabbisogno nazionale e le scadenze PNRR - sottolineano i consiglieri - è molto probabile che i tempi siano brevi e la rapidità di esecuzione sia un fattore determinante".
Nella loro dichiarazione congiunta, i consiglieri rincarano la dose: "Un’occasione da non perdere: il Comune di Asti pare essersi arenato nella progettazione per la partecipazione al bando che consentirebbe il recupero di un centinaio di alloggi di edilizia popolare". Ribadiscono le preoccupazioni sulla modulazione del contributo, ritenuta favorevole alle ESCo, ma insistono sull'urgenza: "Negli ultimi mesi ci sono state numerose segnalazioni di abitazioni popolari fatiscenti e non sappiamo quando ricapiterà un’occasione del genere". Un punto cruciale sollevato è la competenza gestionale: "Siamo convinti e vogliamo ribadire che, trattandosi di edilizia e non di assistenza alle persone, la competenza sia del settore lavori pubblici, e che la pratica non possa essere scaricata ad assessorati che fra il loro personale hanno competenze eccellenti ma su materie differenti", concludono i consiglieri, mettendo a disposizione le proprie competenze per ulteriori approfondimenti.