Al Direttore | 02 giugno 2025, 15:23

La Cgil sui referendum: "Solo i vigliacchi si nascondono dietro l'appello al non voto"

Netta presa di posizione del sindacato, che dopo oltre 200 assemblee, raccoglie il "desiderio forte di cambiamento" dei lavoratori e invita al voto "per riconquistare diritti".

Affissioni di manifesti per il Sì

Affissioni di manifesti per il Sì

Nel corso di queste settimane di campagna referendaria sono state oltre 200 le assemblee organizzate dalla Cgil astigiana nei posti di lavoro e migliaia i lavoratori che abbiamo incontrato. 

Il sentimento comune che è emerso da questi momenti di confronto e dialogo è il desiderio forte di cambiamento. Cambiare cosa? Le leggi ingiuste che regolano il mondo del lavoro nel nostro Paese. Un cambiamento che può partire da un “Sì”: quello ai quattro referendum sul lavoro proposti la scorsa estate dalla Cgil, ed a quello sulla cittadinanza, per i quali andremo a votare l’8 e il 9 giugno prossimi.

Un “sì” importante per il futuro di molti, soprattutto dei più giovani, le cui ragioni sono state illustrate anche attraverso le numerose iniziative organizzate ad Asti e nei paesi della provincia dalle associazioni e dai partiti che hanno aderito al Comitato per il “SÌ”. Non solo. Sono stati infatti oltre 80.000 i volantini distribuiti nei mercati, nelle fiere, nelle feste di paese. 

Molte le iniziative pubbliche organizzate in molti paesi della provincia per spiegare i quesiti referendari, avendo ovunque una buona partecipazione di pubblico. In alcuni casi è stato possibile dialogare con alcuni dei cittadini partecipanti, che hanno posto domande, anche complicate, a cui abbiamo dato risposta.  Il principio da cui siamo partiti sempre è che il referendum non è a favore o contro una coalizione politica, ma è un percorso che ha il fine di riconquistare diritti che in questi anni sono stati tolti e negati ai lavoratori e alle lavoratrici, soprattutto se giovani e donne. Questa è l’ultima settimana utile per far comprendere ai cittadini e alle cittadine l’importanza della partecipazione e perché sia giusto andare a votare: un grande obiettivo che vogliamo portare a casa, non solo perché è necessario al raggiungimento del quorum, ma anche per riportare le persone a votare liberamente, riconquistando anche in questo caso un diritto. 

Un diritto che oggi possiamo esercitare grazie ai tanti giovani che hanno combattuto la guerra partigiana, spesso a costo della propria vita. Un diritto che, sempre più spesso, non viene esercitato perché le persone sono deluse dalla politica e, soprattutto, dai partiti.  Siamo convinti che il quorum sia raggiungibile. E lo sarà ancora di più se tutti coloro che sono convinti per il “sì” o per il “no” andranno a votare, manifestando liberamente il proprio pensiero e le proprie intenzioni. 

Solo i vigliacchi si nascondono dietro l’appello al non voto! Perché non fanno, invece, una battaglia leale per il “no”, spiegando il perché di quella scelta? È troppo comodo continuare a dire che il referendum non è il metodo, che deve pensarci il Parlamento.  Il Parlamento ha prodotto in questi anni norme sbagliate e la Carta Costituzionale ha previsto che, in caso di norme non condivise, si potesse aprire la strada dei referendum abrogativi. 

Noi abbiamo scelto di seguire questa strada, quella referendaria. La stessa che nel 1974 e nel 1978 permise agli italiani di scegliere e di esprimersi a favore delle leggi sul divorzio e sull’aborto. Un modo democratico e costituzionale per modificare le leggi.  L’unico che, come cittadini, abbiamo non essendo noi tra coloro che legiferano.

Segreteria provinciale Cgil Asti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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