Attualità | 05 giugno 2025, 16:24

Ricerche sotto le macerie, dall’Aquila a Rigopiano: ora i cani di Volpiano hanno una scuola rinnovata [VIDEO]

Sono le Unità Cinofile dei vigili del fuoco: un polo d’eccellenza operativo anche in casi drammatici come il recente crollo del fienile a Montafia

Ricerche sotto le macerie, dall’Aquila a Rigopiano: ora i cani di Volpiano hanno una scuola rinnovata [VIDEO]

Si amplia la Scuola Nazionale Cinofili dei Vigili del Fuoco di Volpiano. Una vera e propria eccellenza dove attualmente vengono addestrati i cani per i salvataggi, ma anche sottoposte a test le capacità dei conduttori (umani) che operano al loro fianco. Vere e proprie squadre operative 24 ore su 24, pronte all’intervento immediato in caso di ricerche persone sotto le macerie, ma non solo. Una storia che parte dal 2000 quando l’area di addestramento di via Torino era ancora in fase embrionale. E ora la struttura cresce. 

Un campo macerie con ammassi di cemento

Oltre al già presente campo macerie da 2.400 metri quadri - dove sono presenti veri e proprio ammassi di cemento che simulano situazioni di intervento drastiche con crolli di palazzi, case e strutture - e al campo di addestramento con la zona obbedienza e gli ostacoli, negli ultimi sei mesi sono state introdotte nuove migliorie sul fronte della logistica. 

Le novità

Le novità riguardano 22 nuovi moduli abitativi per i conduttori in turno, ma anche per chi sta facendo la formazione per entrare nel team delle Unità Cinofile. Ma a essere rinnovata è anche la “casa” dei cani, con un box canile a 16 unità all’avanguardia, riscaldato di notte e con il riempimento delle ciotole automatico. Nel novero delle nuove strutture ci sono poi gli spogliatoi e l’autorimessa e anche l’infermeria e il lavaggio cani. 

Ad inaugurare il campo rinnovato oggi, giovedì 5 giugno, era presente anche il Capo Nazionale dei Vigili del Fuoco nazionale Eros Mannino e il sindaco della città Giovanni Panichelli

Le unità di Volpiano

Le unità cinofile di Volpiano sono attualmente dieci. Ogni unità prevede un cane addestrato e il suo conduttore. Solitamente si scelgono cani di taglia media, capaci di entrare nei luoghi più angusti e allo stesso tempo riuscire a sopportare fisicamente la fatica di ricerche prolungate. Le squadre agiscono su tutto il territorio regionale, ma, quando serve, operano anche in situazioni fuori regione. È il caso del terremoto dell’Aquila, di Amatrice, di Rigopiano. Solitamente l'addestramento comincia al compimento dell'anno di età del cane. Poi dal secondo anno può cominciare l'attività fino all'undicesimo anno quando il soccorritore a quattro zampe va solitamente in pensione. Una volta a riposo viene mantenuto ancora, dal punto di vista del sostentamento e sanitario, per due anni fino al tredicesimo anno di vita. 

A livello nazionale le unità sono un centinaio, ogni regione ha la sua e capita di vederli operare anche fuori dall'Italia, come è avvenuto a seguito del terremoto in Turchia del 2023. Ma nel quotidiano si opera anche su contesti meno impattanti (dal punto di vista mediatico), come l’ultimo, accaduto pochi giorni fa, con il crollo di un fienile a Montafia, in provincia di Asti, sotto le cui macerie è stato ritrovato morto un 53enne.

“Gli interventi sono tutti importanti - commenta il responsabile della scuola Nazionale Cinofili di Volpiano Anotnio Tassi, veterano di questa realtà - quando si salva una vita, l’orgoglio è quella di aver contribuito. Non importa se l’evento è mediatico o meno. Il nostro compito è fornire un servizio alla collettività con il nostro pronto intervento. In qualsiasi momento siamo pronti a partire per garantire la sopravvivenza di infortunati e malcapitati".

Daniele Caponnetto

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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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