Vacanze Astigiane | 10 giugno 2025, 11:25

Vacanze Astigiane premio, a scoprire il meglio di Settime

Puntata premio dedicata ad una delle due vincitrici della terza manche di “Caccia al refuso” che ha scelto un racconto su Settime, borgo di gran fascino a nord di Asti

La Madonna del latte nella chiesa romanica di San Nicolao a Settime

La Madonna del latte nella chiesa romanica di San Nicolao a Settime

Giovedì scorso, la terza e, forse, ultima manche della sfida di lettura "Caccia al refuso" tra le righe di Vacanze Astigiane, ha trovato non una, ma due vincitrici: Maria Casetta da San Damiano d’Asti e Maria Cristina Gerbi di Asti. Maria, Tere Cinquantasei sui social, era arrivata per prima ma, quale vincitrice due settimane fa, generosamente, ha proposto di scegliere chi avesse indovinato subito dopo di lei. Si è comunque deciso di premiare ambedue.

Maria ha scelto un racconto su Settime, borgo dove si era sposata una sua nipote e che le aveva lasciato la voglia di conoscerlo meglio. Paese piacevolissimo ad una quindicina di chilometri a nord di Asti. La prima cosa da vedere è indubbiamente l'imponente castello, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo; la sua antica origine è ancora evidente nelle tracce delle torri e negli archi della facciata esterna. Maestosi il portale e il porticato d'accesso. 

Castello che caratterizza un borgo, fondato in epoca romana al settimo miglio sulla strada che da Asti conduceva a nord, appartenuto alla famiglia Roero dal tardo medioevo fino a metà dell'Ottocento. Famiglia che edificò e mantenne il castello fino al 1874 quando, sopraffatti dai debiti di gioco, furono costretti a cederlo ai Cocconito di Montiglio. Oggi il castello non è più neppure loro, passato da un po’ nella proprietà di altri privati che lo hanno fatto ristrutturare nel migliore dei modi e valorizzato l’ampio parco a terrazze. 

Ben prima del castello, monumento assai visibile ed imponente, è sorta la piccola chiesa romanica di San Nicolao, da sempre, per i settimesi, "la chiesa del camposanto". Un bel classico del Romanico Astigiano, documentato dal 1259, che offre interessanti esempi di capitelli scolpiti e cornici con motivo a damier, senza scordare gli affreschi interni, tra cui una dolce Madonna del latte di fine '300 ( in foto ), e il particolare bassorilievo degli asini danzanti, tema simbolico tipicamente medioevale con il paziente e pacifico animale ad invitare alla letizia davanti al Signore, ma nel contempo a riportare ironicamente alla danza dei folli. 

Altra chiesa da non perdere è la parrocchiale, situata nel recinto del castello e intitolata a San Nicolao, da Bari. Chiesa sorta nel XV secolo sotto il titolo di Santa Maria, Madonna del Rosario. Praticamente riedificata nel Settecento, ad opera di maestranze luganesi, è rimasta edificio di proprietà privata fino al 1951, anno di donazione alla parrocchia. Della struttura quattrocentesca resta ancora qualche traccia, giusto nella ghiera del campanile.

l territori che circondano il paese sono proprio ricchi di verde e di boschi, perfetti per grandiose passeggiate nella natura e per il profumato nascondino del Tartufo Astigiano. Tartufo che qui è stato sempre una cosa seria, dalla cerca al mercato, fino al consumo. A conferma un documento uscito fuori, anni fa, proprio dall'archivio storico del castello di Settime. Documento del 1716 che racconta la lite tra il conte Roero e un trifulau definito "ardito e rissoso". Testimonianza di un "atto criminale" con l'accusa del conte di provocare gravi danni cercando le trifole nei terreni di sua proprietà. Interessante notare la presunta quantità di tartufi cavati, proporzionale al numero di buche fatte con lo zappino. Tante da "guastare la teppa dei prati e il raccolto del fieno dell’anno successivo". 

Alla fine, ovviamente, vinse il conte e il trifulau condannato all'ammenda di 15 lire. Storia che oggi in qualche modo stiamo ritrovando nelle richieste di ritiro del DDL Bergesio 1412, disegno di legge che mina alla base la libera cerca e la dignità dei cercatori di tartufo. 

Davide Palazzetti


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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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