Oggi, a Castel Boglione, si è tenuta una conferenza sul tema dell’Autonomia differenziata, argomento caldo e divisivo, ma che la Regione Piemonte ha voluto proseguire, valutandone l’opportunità.
L’Autonomia differenziata è applicabile in conformità con l’articolo 116, comma 3 della Costituzione Italiana, che consentirebbe alle Regioni a statuto ordinario di ottenere maggiori competenze in specifiche materie, rafforzando l’efficienza amministrativa senza compromettere l’unità nazionale o la solidarietà tra territori.
L’iter è iniziato nel 2018, quando la giunta regionale, guidata dal presidente Alberto Cirio, ha rilanciato l’iniziativa, ampliando le materie richieste. Attualmente, le trattative in corso sono condivise anche da Lombardia, Veneto e Liguria, in materia di Protezione Civile e Professioni non ordinistiche.
“Non si tratta di togliere risorse ad altri – ha dichiarato l’assessore Enrico Bussalino – ma di poter gestire in modo più tempestivo e responsabile quanto già oggi è nelle competenze regionali. Pensiamo, ad esempio, alla possibilità di dichiarare direttamente lo stato d’emergenza o di mantenere aperte scuole in aree montane a rischio spopolamento”.
Per quanto riguarda più strettamente il Piemonte, i percorsi intrapresi riguardano: Protezione civile, programmazione scolastica locale, urbanistica e deroghe ambientali su aree compromesse e gestione diretta di tributi regionali (come, ad esempio, il bollo auto).
“L’Europa guarda alle regioni come unità territoriali – ha ricordato l’onorevole Giovanni Crosetto – e l’autonomia differenziata, se ben costruita, è uno strumento utile a garantire maggiore equità e coesione sociale”.