Anche ad Asti l’impegno di Libera per una giustizia più vicina ai cittadini si traduce in un appello concreto: garantire la stabilizzazione dei lavoratori precari del Ministero della Giustizia, assunti con fondi PNRR e in scadenza il prossimo anno, ma fondamentali per tenere in piedi i tribunali italiani. “Siamo convinti che il buon andamento del sistema giudiziario sia un bene comune e debba esserne garantita la stabilità nell’interesse di tutti i cittadini, che a tale sistema si rivolgono per vedere assicurati i loro diritti di verità e giustizia”, spiega Gionata Borin, referente provinciale di Libera Asti.
L’appello arriva nel solco dell’Agenda politica per la lotta alle mafie e alla corruzione, i 12 punti presentati da Libera con la campagna nazionale “Fame di verità e giustizia”, approdata lo scorso 16 giugno anche nella nostra provincia. Tra le priorità c’è proprio la richiesta di investimenti adeguati nella macchina della giustizia, per rendere più efficace l’azione di magistrati e personale.
Asti e Alessandria, organici al collasso
Il problema non è lontano. Anzi: “I tribunali di Asti registrano carenze di organico che toccano il 50%, e la situazione non è diversa ad Alessandria, competente su diversi comuni dell’Astigiano”, continua Borin. Una giustizia lenta o che fatica a partire, aggiunge, “finisce per condizionare le scelte dei cittadini, allontanando la loro fiducia nello Stato”.
Per questo Libera Asti, insieme ai partner territoriali della campagna, chiede con forza al Governo e al Parlamento di stabilizzare subito questi lavoratori. “Non possiamo rischiare che il sistema si blocchi non per cattiva volontà, ma per mancanza di risorse. I magistrati e i funzionari che operano nei tribunali lavorano per l’interesse collettivo, non per sé stessi, ed è nostro dovere farci interpreti delle loro esigenze, affinché arrivino alle orecchie giuste”, conclude Borin.
No alla separazione delle carriere, sì a più personale
Un altro punto toccato da Libera è la critica alla riforma costituzionale che punta alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. “Riteniamo che per garantire alla giustizia di funzionare non siano necessarie riforme da massimi sistemi come questa, che rischia di compromettere l’indipendenza della magistratura e di assoggettare il pm al controllo del potere politico. Basterebbe molto più semplicemente incrementare organici, strumenti, mezzi e personale amministrativo”, ribadisce Borin.
Un messaggio chiaro, che parte da Asti ma guarda all’intero Paese: senza giustizia efficiente, i diritti restano sulla carta.