Le imprese piemontesi, incluse quelle del territorio astigiano, programmano 18.840 assunzioni per agosto 2025, ma il dato nasconde una realtà complessa: quasi un contratto su due rischia di rimanere scoperto a causa della difficoltà nel reperire candidati idonei.
È quanto emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, che fotografa un mercato del lavoro regionale in controtendenza rispetto alle aspettative.
Il trend appare decisamente negativo sia su base mensile, con 2.930 entrate in meno rispetto ad agosto 2024 (-13,5%), sia considerando l'intero trimestre agosto-ottobre, dove si registrano 6.160 assunzioni in meno rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente. Nonostante questo rallentamento della domanda, il 46,2% delle posizioni lavorative programmate dalle aziende piemontesi presenta difficoltà di reperimento.
I servizi trainano ancora l'occupazione, ma l'industria rallenta
I servizi si confermano il settore trainante con 11.720 entrate previste, pari al 62,2% del totale regionale, anche se in calo di circa 1.760 unità rispetto ad agosto 2024. All'interno di questo comparto, il turismo (servizi di alloggio, ristorazione e servizi turistici) rappresenta la fetta più consistente con 3.050 ingressi (16,2% del totale), seguito dai servizi alle persone con 2.700 assunzioni (14,3%) e dal commercio con 2.360 entrate (12,5%).
L'industria piemontese programma 5.630 entrate, il 29,9% della domanda totale, registrando però un significativo calo di 1.130 unità rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra i comparti industriali spiccano le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (7,5% del totale) e le costruzioni (7,4%).
Il settore primario, che include agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca, contribuisce con 1.490 assunzioni (7,9% del totale), un dato particolarmente rilevante per le aree rurali del territorio piemontese, inclusa la provincia di Asti.
Contratti a termine dominano il mercato
La tipologia contrattuale prevalente resta quella a tempo determinato, che rappresenta il 72% delle entrate programmate, seguita dai contratti a tempo indeterminato al 21%. L'apprendistato si ferma al 2%, mentre altri contratti detengono una quota residuale del 5%.
Dal punto di vista dimensionale, il 56,8% delle assunzioni riguarda micro e piccole imprese (1-49 addetti), il 20,3% aziende medie (50-249 addetti) e il 22,9% grandi aziende (oltre 250 dipendenti). Il 78% delle entrate interesserà personale dipendente, mentre il 16,7% riguarderà lavoratori somministrati.
Il paradosso del mismatch: mancano candidati ma c'è disoccupazione
Il dato più preoccupante emerso dall'indagine riguarda le difficoltà di reperimento, che coinvolgono il 46,2% delle assunzioni programmate. La causa principale è la mancanza di candidati idonei (33,3% dei casi), mentre il 10% delle difficoltà è legato all'inadeguata preparazione degli aspiranti lavoratori.
Le professioni più difficili da trovare appartengono al gruppo degli operai specializzati e conduttori di impianti, dove il 55,3% dei 5.320 profili richiesti presenta difficoltà di reperimento. Situazioni critiche si registrano soprattutto per:
Operai specializzati nelle costruzioni: 88,4% di difficoltà di reperimento
Specialisti installazione/manutenzione elettriche ed elettroniche: 86,9%
Specialisti nelle scienze della vita: 76,1%
Tecnici informatici e telecomunicazioni: 74,5%
Formazione e competenze: i nodi da sciogliere
L'analisi per titoli di studio rivela criticità trasversali: il 45,6% delle posizioni riservate ai laureati è di difficile reperimento, con punte del 89,5% per i profili medico-odontoiatrici e del 70,4% per quelli chimico-farmaceutici.
Particolarmente grave la situazione per l'istruzione tecnologica superiore (ITS Academy), dove il 56,5% delle posizioni rischia di rimanere scoperto. Anche i diplomi secondari presentano difficoltà nel 44% dei casi, con gli indirizzi elettronica ed elettrotecnica (76,5%) e informatica e telecomunicazioni (67,7%) tra i più problematici.
Un mercato che cerca giovani e competenze specializzate
Il 32% delle assunzioni interesserà giovani under 30, mentre il 24% riguarderà personale immigrato. Il 57% delle posizioni richiede esperienza specifica, il 16,7% competenze creative e innovative, e il 10,4% capacità di coordinamento.
Le aree funzionali più richieste sono quelle della produzione e erogazione servizi (53%), seguite da commercio e vendita (16%) e progettazione tecnica (14%). La logistica assorbirà il 10% delle assunzioni programmate.
Il peso del Piemonte nel contesto nazionale
A livello geografico, le opportunità di lavoro piemontesi costituiscono il 24,1% del totale delle 78.300 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,6% delle 335.000 assunzioni stimate in tutta Italia per agosto 2025, confermando il ruolo strategico della regione - e dei suoi territori come quello astigiano - nel panorama occupazionale nazionale.
La sfida per le imprese piemontesi, comprese quelle del territorio astigiano, resta quella di colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro, investendo nella formazione e nell'attrattività delle posizioni offerte per superare un paradosso che vede coesistere difficoltà di reperimento e disoccupazione.