Attualità | 13 agosto 2025, 13:11

Piano piccioni, la replica di Migliasso: "Nessuna crudeltà, solo controllo" [DOCUMENTO ALLEGATO]

L'intervista al consigliere provinciale: "I metodi alternativi si sono rivelati inefficaci e costosi. La salute pubblica è la nostra priorità"

Davide Migliasso

Davide Migliasso

A fronte della manifestazione di protesta contro il provvedimento provinciale di contenimento dei piccioni e colombi, che vi abbiamo documentato qui, abbiamo chiesto una replica a Davide Migliasso, sindaco di San Damiano d'Asti e promotore, in veste di consigliere provinciale con specifiche deleghe settoriali, del provvedimento adottato all'unanimità dei presenti (assenti i consiglieri Bosia e Massaglia) dal Consiglio. Ricordiamo anche che, allegato a questa intervista, riportiamo anche il documento con le indicazioni attuative del piano di contenimento e la deliberazione del Consiglio provinciale.

Consigliere, prima di questo voto, avete consultato formalmente le associazioni per i diritti degli animali del territorio o esperti di etologia che propongono da anni soluzioni non letali e più moderne?

Abbiamo preso come spunto il piano contenimento piccioni della città metropolitana di Torino e altri piani contenimento piccioni di altre città italiane. Abbiamo cercato di prendere tutto quello che poteva essere più interessante di questi piani e di formarne uno per quanto riguarda la nostra provincia. Quindi il frutto del nostro piano non è altro che un qualcosa che già esiste in altre città italiane, in altri comuni italiani, non troppo lontano da noi, come la città metropolitana di Torino. Quindi, se questi piani sono operativi e vengono applicati in altri Comuni e città italiane, non vedo il problema nell'attuarlo anche nella provincia di Asti.
 

Il piano di controllo elenca diversi metodi preventivi e incruenti, come la chiusura dei siti di nidificazione o l'installazione di dissuasori. Tuttavia, subito dopo si passa a prevedere la cattura e la soppressione. Perché la Provincia non ha scelto di investire la totalità delle risorse per potenziare esclusivamente questi metodi alternativi, come le mangiatoie con contraccettivo usate con successo in altre città, prima di ricorrere a quella che sembra una vera e propria eradicazione?

L'uso di mangiatoie con prodotti e mangimi anticoncezionali è già stato adottato in diverse Comuni, ma non ha avuto assolutamente riscontro o esito positivo, così come anche l'adozione di dissuasori elettrici che con un certo rumore allontanassero i piccioni piuttosto che la presenza appunto di falchi o altri animali. Sono tutti strumenti che comportano comunque dei costi, l'impegno di risorse finanziarie e non danno alcun risultato. Questo, per esempio, l'abbiamo già approvato nel Comune di San Damiano, dove io sono sindaco e abbiamo speso dei soldi, ma senza un ritorno. Anzi, il problema della presenza di piccioni è drasticamente aumentato.
 

Nelle scorse settimane lei ha definito questo piano come "efficace". Ma il documento stesso ammette (pagina 7) che i metodi di dissuasione spesso perdono efficacia in pochi giorni e che il vuoto lasciato dagli animali uccisi verrebbe rapidamente colmato da altri, dato l'alto tasso riproduttivo della specie. La definizione di "efficacia" si limita quindi a un conteggio annuale di animali soppressi in un ciclo senza fine, o esiste una strategia di convivenza ecologica a lungo termine?

Il piano che è stato redatto, come anche tutti gli altri precedenti, è stato sviluppato sulla base di un'attenta attività di monitoraggio della specie e di censimento effettuata da personale dipendente della Provincia che sono gli agenti del settore ambientale. Quindi questi piani prevedono un certo numero di animali da abbattere, tenuto conto appunto della quantità della specie presente. Sicuramente questi piani sono destinati a rimanere in essere e quindi nel tempo continueranno ad essere applicati. Quindi diciamo che tutto è stato fatto sempre nel pieno rispetto dell'animale, che deve stare però entro un certo quantitativo nell'ambito dell'ecosistema naturale.

Il piano viene giustificato anche da motivi sanitari. Eppure, a pagina 4, il vostro stesso documento afferma che "Quando si usano le normali norme igieniche [...] il rischio appare limitato". Non ritiene sia una forzatura presentare un'emergenza sanitaria, quando il pericolo reale per i cittadini, come scritto nel piano, è di fatto contenuto?

Allora, il problema igienico sanitario c'è, perché comunque sappiamo quanti piccioni malati ci siano, eh quante disinfestazioni abitualmente vengono fatte in abitazioni private piuttosto che in edifici pubblici. In molti comuni sono fatte delle disinfestazioni perché questi piccioni si sono addentrati nei sottotetti in alcuni uffici, alcuni erano malati e quindi per un discorso appunto igienico sanitario si è dovuto intervenire. Immaginiamo anche con il periodo del dopo Covid, con tutte le attività ristorative e bar che utilizzano molti spazi all'aperto: questi piccioni che sostano e si appoggiano sui tavolini di questi bar ristoranti dove poi la gente consuma comportano conseguenze igienico sanitarie, perché comunque il piccione è un animale che si appoggia ovunque, anche su spazzatura e quindi il rischio e le conseguenze che hanno poi un impatto sulla salute pubblica dei cittadini sono comunque, a mio giudizio, importanti. Quindi la salute è la prima cosa e e nel preservarla bisogna anche adottare questi piani.
 

Il piano descrive con un termine tecnico, "traslocazione cervicale", quella che è a tutti gli effetti la rottura del collo dell'animale. In un'epoca in cui la sensibilità verso il benessere animale è sempre maggiore e la scienza veterinaria propone metodi eutanasici meno violenti, come potete giustificare la scelta di un metodo così cruento e manuale?

Circa le modalità di soppressione dell'animale, quando viene catturato è una modalità su cui non entro nel merito perché non è che esistano molte modalità differenti per sopprimere una specie di quel di quel tipo lì. Calcoliamo che nei centri abitati, appunto, gli animali vengono catturati attraverso delle gabbie, poi successivamente soppressi. Per quanto riguarda invece la presenza piccioni fuori dai centri abitati, si può utilizzare l'arma da fuoco. Ribadisco che, come dicevo prima, ritengo non ci siano particolari metodi alternativi. Sicuramente si presteranno tutte le attenzioni del caso, anche perché non è assolutamente nel nostro interesse far soffrire animali, perché non siamo assolutamente cruenti. Noi semplicemente come Provincia ribadiamo ancora una volta che dobbiamo fare controllo della specie selvatica attraverso l'adozione di piani di contenimento. Non abbiamo altre alternative, noi facciamo semplicemente monitoraggio, controllo e contenimento. 

Trattasi di tematiche e di piani che sono sempre stati adottati anche in passato. Ora abbiamo ritenuto - viste le numerose segnalazioni e richieste che vengono davvero dai dai singoli cittadini, dal mondo agricolo e dagli imprenditori - di fare un focus puntuale e preciso sulle varie specie di animali selvatici, prevedendo appunto un piano che non ha come obiettivo la caccia o dell'estinzione della fauna selvatica, ma soltanto un controllo e un contenimento attraverso l'adozione di sistemi che comunque non hanno, lo ripeto ancora una volta, come obiettivo quello di voler in qualche modo danneggiare o far star male eh l'animale. 

Però un minimo di attività di controllo e di contenimento va assolutamente fatta, se no le conseguenze che ne deriverebbero sarebbero molte anche da un punto di vista economico: pensiamo al mondo agricolo, alle chiese, ai monumenti, agli edifici pubblici e privati. Senza dimenticare gli altri aspetti di enorme rilevanza come quelli igienico-sanitario e alimentare o il discorso legato al decoro urbano, se pensiamo a tutti gli escrementi che queste numerosissimi piccioni creano e i problemi legati, appunto, alla pulizia costante. E, tra l'altro, questi escrementi sono anche acidi e quindi anche corrosivi e di conseguenza vanno messe in conto anche le somme che debbono essere spese per effettuare la pulizia e ripristinare gli edifici sporcati dagli escrementi. 

Files:
 Allegato APianocontenimento Colombo Asti (360 kB)
 dlc 00045 29-07-2025 (161 kB)

Gabriele Massaro

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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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