Una forbice tra 470 e 520 euro al quintale: è questa la prima, attesa quotazione per il prezzo della nocciola tonda gentile del Piemonte, annunciata questa mattina durante la storica 166ª Fiera della Nocciola di Castagnole delle Lanze. La decisione, frutto del lavoro di una commissione di esperti, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per le future contrattazioni, ma è anche un segnale evidente delle difficoltà produttive in termini quantitativi che il settore sta affrontando.
Si tratta, infatti, di uno dei prezzi più alti espressi dalla manifestazione in tempi recenti. Secondo alcune stime, il valore potrebbe addirittura crescere ulteriormente nei prossimi mesi, confermando purtroppo la scarsità di prodotto.
""Si è arrivati a questo prezzo con una convinzione unanime, ma attraverso una lunga discussione", ha spiegato l'assessore all’Agricoltura di Castagnole delle Lanze, Mario Coppa, durante l’annuncio. "Naturalmente il prezzo che viene indicato non è il prezzo secco, perché la qualità delle nocciole varia in base alle caratteristiche che la nocciola presenta. La commissione ha espresso un verdetto indicando nella forbice di prezzo da 470 a 520 al quintale".
Questa prima quotazione sarà una base per il mercato nelle prossime settimane. Tuttavia, con la raccolta ancora in corso, restano da valutare sia la qualità sia la quantità definitiva del prodotto, oltre all'incognita del mercato turco, da cui dipendono le valutazioni a livello globale.
Un "malessere generalizzato" per i noccioleti
A fare il punto sulla complessa situazione produttiva è Asti Agricoltura. "Confermando il trend degli ultimi anni, per la terza campagna consecutiva la produzione di nocciole è stata al di sotto delle aspettative, segnando uno dei livelli più bassi degli ultimi anni", ha puntualizzato Enrico Masenga, responsabile del settore tecnico della Confagricoltura di Asti. "Solo nel 2017 avevamo assistito a una situazione simile, allora dovuta in modo chiaro e diretto alla cimice asiatica".
Oggi, a differenza di otto anni fa, il nemico non è più uno solo. Esiste un insieme di fattori che rendono difficile individuare un'unica causa. "Il cambiamento climatico resta una delle componenti più rilevanti, ma non è l’unica", ha proseguito Masenga. "Per questo motivo dobbiamo concentrarci sul lavoro quotidiano in campo: il nocciolo manifesta un 'malessere generalizzato' e la risposta sta nell’essere rigorosi e scrupolosi nell’applicazione delle buone pratiche agronomiche".
La richiesta di sostegno per le aziende
I vertici di Asti Agricoltura si schierano al fianco dei produttori, sottolineando la necessità di un supporto concreto. "La Confagricoltura di Asti è al fianco dei produttori in questo percorso. Con un lavoro attento e condiviso, puntando sulla tecnica e sull’esperienza, è possibile ridare equilibrio agli impianti e riportare stabilità alle produzioni negli anni a venire", ha dichiarato Cristina Bello, presidente della sezione corilicola.
Le fa eco il presidente di Asti Agricoltura, Gabriele Baldi: "Comprendiamo il momento di difficoltà che stanno passando i corilicoltori. È indubbiamente necessario che venga garantita la giusta remuneratività del lavoro svolto dalle nostre aziende, bersagliate ogni anno da repentini cambiamenti climatici e dall'insorgenza di nuove patologie".
La richiesta si estende anche alle istituzioni, come ha sottolineato la direttrice Mariagrazia Baravalle. "Invochiamo un maggiore sostegno economico da parte delle istituzioni per sopperire alle calamità naturali. La redditività di un’azienda non può essere compromessa dai cambiamenti climatici. È necessario garantire un supporto concreto in caso di difficoltà per incentivare anche le aziende a continuare a produrre in un territorio che altrimenti rischierebbe lo spopolamento", ha concluso.
Cia: "Prezzo soddisfacente, ma i costi sono altissimi"
Anche Cia Alessandria-Asti, rappresentata dalla presidente Daniela Ferrando, era presente alla giornata-evento di Castagnole delle Lanze. Secondo l'associazione, il valore rilevato dalla Commissione è ritenuto abbastanza soddisfacente, ma non appaga pienamente le aspettative in relazione a una raccolta particolarmente difficile.
"Ci aspettavamo questo valore, ma la raccolta 2025 è scarsa: la cascola del mese di luglio è stata impattante e i quantitativi sono bassi", ha commentato Ferrando. La presidente ha poi aggiunto che un quadro più chiaro si avrà solo a fine settembre, quando si determinerà il prezzo effettivo in base al punto resa. "L’ultimo anno i prezzi sono aumentati nel corso delle settimane, dopo la rilevazione del primo prezzo di Castagnole Lanze. Ci aspettiamo un trend analogo, data anche la scarsa quantità prodotta, ma i costi di produzione sono per noi altissimi. Il prezzo dovrebbe coprire i costi e garantire un reddito, cosa banale ma non scontata".
Infine, Cia ha evidenziato nuovamente il grave problema della fauna selvatica, che provoca ulteriori danni in una stagione già compromessa. I cinghiali, sempre più numerosi e incontrollati, per sfamare i loro piccoli piegano e spezzano i rami delle piante, causando danni irreparabili agli impianti che resteranno improduttivi anche per gli anni a venire. Per questo, l'associazione è tornata a chiedere con forza un piano di abbattimenti mirato a tutela dell’agricoltura del territorio.