Vacanze Astigiane | 23 settembre 2025, 08:05

Vacanze Astigiane premio sul castello di Montemagno

Puntata premio, dedicata alla prima delle due vincitrici della seconda manche di “Caccia al refuso” che ha scelto come tema il castello di Montemagno e i suoi proprietari

Visita principesca a Montemagno ripresa da Giuseppe Benassi nel 1925

Visita principesca a Montemagno ripresa da Giuseppe Benassi nel 1925

Giovedì scorso, la seconda manche della sfida di lettura "Caccia al refuso" di Vacanze Astigiane, ha subito trovato una vincitrice, Silvana Ferraris che ha scovato un refuso, involontario, nell’essermi perso la t finale di Filippo Nicolis di Robilant, progettista, nel 1769, di Palazzo Crova a Nizza Monferrato, una delle sedi espositive del festival d'arte contemporanea Germinale a tema di puntata. Ha scelto di farmi scrivere sul castello di Montemagno e sui conti Calvi di Bergolo. 

Prima però di rispondere alla richiesta, credo sia importante sottolineare le particolarità di manche, uscita , per “refuso” d’editing, già nella serata di mercoledì. Nonostante l’uscita anticipata fosse visibile solo sul portale di testata, intorno alle 23, ecco la vincitrice. Bellissimo segnale per La Voce di Asti, nella conferma di lettori diretti, a cercare lì informazione, al netto dei lanci delle varie notizie quotidiane tramite social. Nella mattina di giovedì la puntata è stata condivisa sulla pagina FB della testata e io, come al solito, l’ho fatta girare a destra e a manca, fino ad avere una seconda vincitrice, Maria Cristina Gerbi, che ringrazio calorosamente per aver scovato il refuso volontario. nascosto nelle origini nobiliari del barone Luigi Crova di Vaglio, diventato barone di Veglio. Il suo premio, a tema assai interessante e impegnativo, incentrato sul panorama artistico astigiano del dopoguerra, sarà pubblicato tra qualche ora.

Ora però veniamo al favoloso castello di Montemagno o castello dei conti Calvi di Bergolo. Nello scoprirne la meraviglia, si comincia avvicinandosi al fascinoso borgo del Nord Astigiano. Impossibile non riconoscerne, già a distanza, il profilo particolare, definito dalle fattezze medioevali del castello che sorge sulla sommità di una collina. Tutt’intorno, un paese di quelli difficili da scordare. Medioevali anche se riprodotte dalla sostanziosa trasformazione di fine Seicento che lo ha mutato, in questo caso anche buon per noi, da fortezza ad elegante dimora di campagna circondata da un parco. Di origini molto remote, le sue fondamenta sono di una antica fortezza con prime notizie che risalgono già al 972. Dal 1164 in poi, con l’attribuzione da parte dell’Imperatore Federico Barbarossa, che vi soggiornò ed amministrò giustizia per più di dieci anni, al Marchese del Monferrato, si susseguirono alterne vicende storiche, dalle alleanze con il Comune di Asti, alle mire espansionistiche dei Savoia, alle invasioni delle truppe francesi e spagnole, che nel '500 devastarono il paese, fino agli inizi del 1600, quando passa agli attuali proprietari, i Conti Calvi di Bergolo. L’ultima sua trasformazione avviene proprio alla fine del 1600, per volere dei Calvi di farvi residenza. Residenza, tanto, troppo occasionalmente visitabile oggi, ma dotata di un fascino unico anche solo nel passeggiarle atorno. Alla prima occasione mettetevela in agenda.

Nel parlare del castello, mi vengono in mente due pannelli della mostra “Grandi fotografi astigiani” dedicati alla visita a Montemagno, nel 1925, dei principi Jolanda e Umberto, ospiti dei conti, per la bellezza del posto, per fare il pieno di tartufi, era quasi autunno, e perché Jolanda aveva sposato due anni prima Giorgio Carlo Calvi. Visita documentata da un ampio servizio di Giuseppe Benassi, fotografo errante, oggi lo chiameremmo fotoreporter. Tocca per alcuni anni Asti, anche con uno studio, a partire dal 1920. Ci ha lasciato molti ritratti, foto di gruppi e scolaresche, ma anche ottime immagini di eventi pubblici e, appunto, di visite nobiliari. Nel 1923, le nozze tra la principessa Iolanda e quello che all'epoca era un semplice capitano di cavalleria, per quanto membro dell'aristocrazia piemontese, fecero scalpore per la differenza d'età tra i due, quattordici anni in più il conte, ma anche perché osteggiate da alcuni personaggi di spicco dell'epoca, prima tra tutte la regina, che desiderava farla sposare all’ascendente al trono di Gran Bretagna. 

I due si erano conosciuti a Pinerolo nel 1921 quando il Calvi di Bergolo era stato istruttore di equitazione della principessa. Si erano poi rivisti nel corso di diversi concorsi ippici di cui entrambi erano appassionati, ed in particolare al "Concours Hippique International" di Londra del 1922, dove la principessa era stata invitata appositamente per incontrare l'erede al trono inglese, futuro Edoardo VIII, nell'intento di intavolare un possibile accordo matrimoniale. Niente da fare, meglio il conte, nell’evidenza di quanto abbiano cambiato la storia d’Italia, cavalli, passioni e passione, mancando quei legami reali che, solo pochi anni dopo, avrebbero potuto evitare scelte e alleanze italiane più che infelici, e un bel po’ di imbarazzo in meno per la corona inglese, evitata l’abdicazione di Edoardo VIII, del 1936, sposato con Jolanda di Savoia invece che con Wallis Simpson.

Davide Palazzetti


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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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