Economia e lavoro | 06 novembre 2025, 16:59

Cinquant'anni di Confcooperative: il valore della collaborazione che cambia i territori [FOTO E VIDEO]

Mezzo secolo celebrato al Museo dell’Auto. Cornaglia: “L'impegno è continuare a costruire”. Gardini: “Una storia di coraggio"

Tino Cornaglia

Tino Cornaglia

Cinquant’anni fa nasceva una rete che oggi è motore silenzioso ma essenziale dell’economia piemontese. Al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Confcooperative Piemonte ha celebrato mezzo secolo di storia con l’evento “50 buone ragioni per cooperare”, un’occasione per fare memoria e, insieme, guardare al futuro di un modello d’impresa fondato su solidarietà, innovazione e radicamento sociale.

La storia di Confcooperative Piemonte

Fondata nel 1975, Confcooperative Piemonte rappresenta oggi centinaia di realtà attive in tutti i settori produttivi — dall’agricoltura al welfare, dal credito alla cultura — che ogni giorno generano occupazione, tenuta sociale e sviluppo nelle città e nelle aree interne della regione. Cooperative che, con il loro operato, presidiano il territorio e interpretano una visione d’impresa capace di coniugare competitività e responsabilità collettiva.

Cornaglia: "Le nostre cooperative creano valore"

“Cinquant’anni di cooperazione significano cinquant’anni di fiducia, di lavoro condiviso e di responsabilità verso le comunità – ha dichiarato Tino Cornaglia, presidente di Confcooperative Piemonte –. Le nostre cooperative rappresentano una parte essenziale del tessuto produttivo regionale: creano valore che resta nei territori, generano occupazione e promuovono un modello d’impresa capace di unire competitività e solidarietà. Il nostro impegno è continuare a costruire, insieme, un Piemonte in cui sviluppo, equità e partecipazione vadano di pari passo”.

"Una storia di coraggio - l’ha definita il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini - Abbiamo celebrato, solo pochi mesi fa, la ricostituzione dell’associazione avvenuta in seguito allo scioglimento dei sindacati da parte del fascismo. Il 24 aprile 1945, quando l’Italia non era ancora ufficialmente liberata, tra i dirigenti che ricostruirono Confcooperative c’erano ben cinque padri costituenti a cui se ne aggiunsero altri due che furono i nostri due primi presidenti. È la storia di una ricostituzione che si lega intimamente alla ricostruzione del nostro paese e che ancora oggi si dimostra fondamentale anche nella salvaguardia dei territori marginali che restano in vita grazie al lavoro delle cooperative. Questa coincidenza, tra padri rifondatori e padri costituenti, simboleggia il profondo legame tra cooperazione, valori fondanti della Repubblica e Costituzione che all’art. 45 riconosce la funzione sociale della cooperazione".

L'arte di realizzare l'impossibile

Alla serata sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Alberto Cirio, la vicesindaca Michela Favaro, il vicario episcopale Don Michele Rosselli, il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini e la direttrice generale Fabiola Di Loreto, insieme a decine di cooperatori e cooperatrici, protagonisti di una storia lunga cinquant’anni.

A chiudere la celebrazione, una nota di ispirazione: Walter Rolfo ha portato sul palco la sua performance “L’Arte di realizzare l’Impossibile”, un invito a credere nella forza delle idee, nel cambiamento e nella potenza della collaborazione.

Daniele Caponnetto

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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