Una porta chiusa con una catena e un lucchetto. Dietro quell’ultimo ostacolo, in un appartamento apparentemente anonimo nel cuore del quartiere Praia, si celava quello che gli inquirenti non hanno esitato a definire un vero e proprio "arsenale", affiancato da un "angolo della droga". È questo il cuore pulsante dell'operazione condotta dalla Polizia di Stato che ha portato a tre arresti e undici indagati, svelando un retroscena criminale fatto di armi rubate, modificate e pronte a fare fuoco.
I dettagli sono stati illustrati questa mattina in Questura dal Procuratore Capo della Repubblica, Biagio Mazzeo, dal Questore di Asti, Marina Di Donato, e dal Capo della Squadra Mobile, Marco Barbaro. Un’indagine complessa, frutto dell'analisi meticolosa di un episodio violento avvenuto lo scorso luglio: l’esplosione di cinque colpi di arma da fuoco contro un'autovettura parcheggiata.
Dalla sparatoria al blitz
Tutto ha inizio intorno alle 20 di quella serata. Qualcuno (una figura che formalmente resta da identificare mediante accertamenti tecnici) spara con un revolver contro un'auto parcheggiata, concentrando il fuoco sull'area del guidatore. Un chiaro messaggio intimidatorio - lanciato in un orario in cui, a maggior ragione in piena estate, la gente passa più tempo fuori casa e pertanto assumendosi l'altissimo rischio che uno dei proiettili esplosi potesse ferire qualche innocente - cui la polizia e la procura della Repubblica hanno risposto con prontezza. "Non essendoci dettagli immediati o telecamere risolutive, abbiamo deciso di vagliare diverse ipotesi che si sono rivelate corrette", ha spiegato il dirigente della Mobile. Un dettaglio fondamentale emerso dalle indagini è che la vittima dell'intimidazione non figura tra gli indagati in questa vicenda, segno di una minaccia unilaterale e violenta che, almeno nel caso specifico, non lo ha visto compiere reati.
Da quell’episodio, gli investigatori hanno stretto il cerchio attorno a un gruppo di soggetti, decidendo di intervenire con rapidità per evitare che la situazione degenerasse. "La tempistica è stata determinante", ha sottolineato Barbaro.
L'arsenale e la droga
Il blitz è scattato la scorsa settimana con l'impiego di circa 80 uomini, unità cinofile e il Reparto Prevenzione Crimine di Torino, Milano Malpensa e Genova, nonché personale aggregato delle Squadre Mobili di Torino, Alessandria, Cuneo e Vercelli, oltre ad operatori della Scientifica di Asti e altro personale tecnico aggregato. Un dispiegamento massiccio necessario per setacciare un dedalo di cantine e appartamenti, spesso occupati abusivamente. L'uso di metal detector è stato cruciale: ha permesso di individuare le prime munizioni nascoste nei muri delle cantine. Ma la scoperta più inquietante è avvenuta in un appartamento. Una volta tagliata la catena che bloccava l'accesso a una stanza, gli agenti si sono trovati di fronte a tre fucili (tutti provento di furto, due dei quali a canne mozze), una doppietta, una pistola semiautomatica con caricatore inserito e un revolver carico. Armi pronte all'uso.
Accanto alle armi, la droga: 350 grammi di cocaina in pietra sigillati sottovuoto, materiale per il confezionamento e, in altre perquisizioni sparse per in tutta la provincia, hashish e una bombola di protossido di azoto (N2O) - impropriamente noto come elio e utilizzato, nell'immaginario comune, per alterare la voce -, sostanza sempre più diffusa tra i giovani per "sballarsi" se assunta insieme all'alcool.
A seguito di questa attività, che ha portato ad eccellenti risultati nel breve volgere di alcuni mesi, le manette sono scattate ai posi di tre persone: due uomini e una donna, quest'ultima incensurata. Gli altri indagati dovranno rispondere a vario titolo di detenzione di armi clandestine, ricettazione e spaccio. In sostanza un gruppo di persone relativamente giovani, dediti al crimine in modo non omogeneo ma pericoloso e con un ragguardevole potenziale di crescita in ambito criminale.
Un quartiere da recuperare
L'operazione ha riacceso i riflettori sulla difficile realtà del quartiere Praia. "Asti sembra una città tranquilla, ma da quando sono qui ci sono state diverse sparatorie e tentati omicidi", ha commentato con realismo il procuratore Biagio Mazzeo, analizzando il territorio nel suo insieme. In particolare, ha poi aggiunto, il quartiere teatro di queta vicenda offre: "tante cantine e potenziali nascondigli che non permettono di andare alla cieca". Per il magistrato, comunque: "c’è esigenza di particolare attenzione, non siamo in uno stato di emergenza".
Il questore Marina Di Donato ha voluto però guardare oltre la repressione: "Lavoriamo tutti per far uscire Praia da quell’ambito di illegalità dovuto a pochi soggetti, a fronte di molti residenti onesti che, anche di recente, ci hanno segnalato criticità sulle quali siamo prontamente intervenuti anche con il supporto di associazioni operanti nell'area". La dottoressa Di Donato, ampliando il ragionamento sul piano del decoro urbano e guardando alla città nel suo insieme, ha poi sottolineato come, anche grazie al pieno supporto da parte dell'Amministrazione comunale, sia stata recentemente incrementata l'illuminazione pubblica nelle aree di 'movida' dei giovani astigiani, con particolare riguardo per i giardini Alganon e l'attigua zona di piazza Roma. Un chiaro segnale che lo Stato intente, nel contempo, recuperare gli spazi 'lasciati vuoti' prima che lo faccia qualcun altro e incrementare le attività di prevenzione dei reati nelle zone più frequentate dai giovani.































