L'arte funeraria ha sempre avuto un ruolo significativo nella storia. Resti di elementi artistici nel commemorare i defunti delle più disparate antiche civiltà portano in giro per il Mondo milioni di visitatori e turisti a scoprire l’estetica di edifici funerari.
Edifici che compongono un importante cammino antropologico e artistico. Cammino che ha i suoi picchi nelle piramidi e mastabe egizie, nelle sepolture rotonde micenee, in stele greche, ipogei e sarcofagi etruschi, fino ai mausolei, le edicole e i sarcofagi romani, alle tombe cilindriche bizantine, le tumulazioni cimiteriali dei Cristiani, i seppellimenti medievali in chiesa sotto le pavimentazioni, le ricche ornamentazioni rinascimentali e quelle ancor più complesse tipiche del periodo barocco. Un cammino che nel tempo ha coinvolto pochi fortunati, così come molti soggetti di altre espressioni artistiche.
Poi arriva l’Illuminismo, con la laicizzazione della morte, tradotta anche nel dare memoria di uomini celebri su un piano monumentale. I cimiteri cambiano e diventano aree di ricordo di quella nuova fascia sociale, predominante in singoli e famiglie, dall’Ottocento in poi: la borghesia.
Asti ne è un bellissimo esempio con il suo Cimitero Monumentale ben ricco di tombe che conservano i resti di personaggi importanti per la storia della città, personaggi che la hanno fatta crescere e resa nota come Giovanni Gerbi, il Diavolo Rosso, Luigi Florio pioniere dell’industria motociclistica, i Metzger industriali della birra, non lontani da Secondo Boschiero e Luigi Gastaldi, industriali dei fiammiferi, qualche artista come Pittatore, Giribaldi e Gianoglio, Giovanni Penna, fondatore dell’Orfanotrofio Alfieri, lo storiografo Niccola Gabiani, Carlin Stradella e Censin Bosia, calciatori, e Giorgio Faletti.
Innumerevoli le sculture di pregio disseminate nel vecchio scomparto del cimitero, edificato intorno al 1840, e nei pressi del fabbricato monumentale, datato fine Ottocento. Fra queste, di particolare pregio le opere e i bassorilievi di Leonardo Bistolfi per la tomba Omedè, La Madonna con Cristo di Francesco Messina, il monumento funebre opera di Materno Giribaldi, uno dei principali esponenti del Liberty in Italia e lo stesso autore della scultura della fontana di Piazza Medici, ad arricchire la tomba Spagnolini – Bosia. E ancora la tomba Pittatore, ricordo del celebre pittore Michelangelo Pittatore e dello zio Giovanni Matteo Palmiero, sindaco dell’Unità d’Italia, e la grotta ricoperta d’edera che caratterizza la tomba Maiocco, opera dello scultore Sartorio.
Un itinerario storico-artistico in tutta questa abbondanza di storie e bellezza era già stato promosso tra l’aprile e il novembre 2011. Nell’attesa si replichi l’interessante iniziativa, fatevi un giro in questo museo a cielo aperto, luogo di pace, eterna, dall'inaspettato fascino. Un giro da farsi quanto prima, ma non proprio oggi, che non è carino e sarà assai più trafficato del solito.