Dopo la proposta di giovedì scorso, del seguire un godurioso e affascinante itinerario di piaceri in alcuni posti speciali del Distretto diffuso del commercio della Valtriversa – La Valle del Mastodonte, ecco un nuovo invito a scoprire e apprezzare altra bellezza e unicità dell’Astigiano. Invito a girare tra tre dei quarantasei Comuni che compongono il Distretto diffuso del commercio Doc Valley. Distretto sostanzialmente diffuso su tutto il Sud Astigiano, caratterizzato da due centri maggiori, Nizza Monferrato e Canelli, e da una fantastica infinità di storia, storie, borghi, tipicità e morbide colline vitate alternate a selve e boschi, patrie di profumati tartufi e di cromie autunnali da emozione vera. Quarantasei posti bellissimi che hanno scelto di mettere assieme le loro risorse territoriali a supporto dello sviluppo locale. Hanno cominciato assai bene, con un concorso di idee che, coinvolgendo residenti e non, aiutasse a scegliere il nome di Distretto. Tra i tanti, caso vuole che sia arrivato da Chieri: Doc Valley. A ruota ha promosso tra le tante attività commerciali del territorio un questionario per recepire le loro principali aspettative di operatività. Sul podio un piano strategico di comunicazione, una piattaforma territoriale di e-commerce e formazione mirata alla valorizzazione delle eccellenze locali. Fatto questo si è inceppato qualcosa e nulla più si è mosso, ma i posti bellissimi da scoprire sono sempre lì, pronti ad essere luoghi di Vacanze.
Nella Doc Valley fare scelte di meta vi assicuro non sia stato facile, ma, volendo proporre qualcosa di fattibile in due, tre giorni, ho scelto di suggerire un itinerario che tocca Costigliole d’Asti, Calamandrana e Montabone.
Di quello spettacolo che è Costigliole d’Asti ne ho parlato spesso, quasi quando il meglio posto dell’Astigiano: Bricco Lù. Emozionante punto panoramico, luogo magico, già sacro a liguri e romani, poi fortificato e teatro di battaglie, miracoli e leggende. Sulle alte pendici del Bricco, fortunati loro, i Gozzelino producono ottimi vini sin dal 1886, quando le terre erano ancora di proprietà dei marchesi Asinari. Ancora oggi, magia ed energia del luogo, e la perfetta esposizione dei vigneti, danno frutti preziosi, come la loro Barbera Superiore Ciabot d'la Mandorla. Degustata sul posto è tutta altra cosa. Approfittate della stagione dei colori per riempirvene occhi e cuore e poi via, direzione Calamandrana. Altro posto da brivido con una parte bassa, dove non perdersi la chiesa d’origine romanica di San Giovanni delle Conche, e una alta e sontuosamente castellata. Praticamente in mezzo, il posto dove cenare e riposare, l’Almaranto Boutique Hotel, dove farsi viziare in quel lusso giusto e non urlato, fine e in fin dei conti e del conto, approcciabile. Ci vado spesso a pranzare in estivo, bordo piscina, e avrei voluto più volte fermarmi a dormire, ma con casa a pochi chilometri, ahimè, ha sempre avuto poco senso.
Terza meta, ancora più a sud, estremo Sud Astigiano: Montabone. La sua struttura urbanistica è quella del ricetto medievale e l'accesso è difeso da una robusta porta ad arco perfettamente conservata. Entrati è vivere in una cartolina d’altri tempi, carica di angoli suggestivi, antichi vicoli e case in pietra. A Montabone era nato nel 1568 Guglielmo Caccia, detto Moncalvo per aver trascorso la maturità nel comune di Moncalvo. Pittore che viene giustamente considerato come il più importante esponente dell'arte della Controriforma in Piemonte, il nostro Raffaello. In paese una sua Madonna del Rosario con Bambino e i Santi Domenico e Caterina, un San Rocco e una Madonna con Bambino e Sant'Anna. Insomma, tanta, tanta roba. Buone Vacanze.