Al Direttore | 01 ottobre 2024, 16:13

Fatima Issah: dalla tratta dei trafficanti al coraggio di raccontarsi e reinventarsi

Per le storie di "Sos donna" un racconto che sa di rinascita e speranze

Ika Nuhu e Fatima Issah

Ika Nuhu e Fatima Issah

Da anni il portale Sos donna, racconta la violenza e aiuta ad uscirne con azioni reali e informazioni a tutto tondo. Sos donna è, grazie alla penna della giornalista Laura Nosenzo, anche storie. Storie che danno i brividi ma anche speranza, come quella di Fatima e Ika.

 "Il coraggio ha la pelle nera" parla di Fatima Issah che nel 2007 parte dal Ghana (dove Ika Nuhu, la figlia, che ha cinque anni, viene affidata con il fratello Chibsa a una zia) per venire in Italia a lavorare: ma cade nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Costretta sul marciapiede di viale Don Bianco ad Asti, a prostituirsi, trova subito il coraggio di scappare chiedendo aiuto al Piam, di cui da anni è mediatrice culturale. Nel 2011 i suoi figli la raggiungono in Italia e cominciano una nuova vita. Tempo dopo, quando Fatima è ormai pronta a dimenticare, Ika le chiede: "Mamma, vieni a raccontare la tua storia di vittima di tratta nella mia classe?". Lei non sa dirle no.

"Un giorno - si legge nel racconto pubblicato su sos-donna.it - Fatima oltrepassa la soglia dell'Istituto Castigliano e si trova addosso gli sguardi di una trentina di diciassettenni sconosciuti. Si posa su di lei anche quello rassicurante di Ika: ce la fai. Prende forza, il suo italiano un po' impreciso ha toni carezzevoli e quasi subito, una dopo l'altra, le parole si mettono a spiegare, riaprendo una storia di inganno, dolore e coraggio. Ricordare è abitare una vita che non ha mai scelto. Eppure Fatima lo fa davanti a un'intera classe di ragazzi perché Ika glielo chiede. Comincia a raccontare per amore di sua figlia. E' il 2019 e da quel momento non si fermerà più, centinaia di giovani conosceranno la sua storia e si commuoveranno con lei".

Perché Ika chiede a sua madre di testimoniare? "Mi sembra importante farlo" risponde la giovane, che ricorda: "All'epoca frequento la quarta superiore al Castigliano, indirizzo socio-sanitario, ho diciassette anni. Stiamo facendo un progetto sull'emigrazione e costituiamo in classe dei piccoli gruppi, ognuno dei quali dovrà proporre un tema con un taglio nuovo, originale, da trattare tutti insieme. Penso alla mamma che, attraverso la sua esperienza personale, potrebbe farci comprendere meglio il problema della tratta degli esseri umani". E perché Fatima accetta, pur sapendo di riaprire una vecchia ferita? "I giovani devono sapere cosa succede nel mondo - la sua riflessione - cosa c'è dietro alla tratta, chi sono gli immigrati che vivono nelle nostre città, quali sono le cause che li costringono a partire e che cos'è lo sfruttamento. Il mio esempio personale può aiutarli a capire".

Finito l'incontro a scuola, Fatima è pronta a "riporre la mia storia di vittima di tratta nuovamente dentro di me". Poco dopo, tuttavia, si sente nuovamente invitare al Castigliano a parlare, "poi mi chiamano al Monti, entro nel Progetto SOS donna e mi siedo davanti a tanti altri ragazzi". "Il messaggio ai giovani di tua mamma - chiede a Ika l'intervistatrice - è chiaro. Qual è il tuo?". Lei risponde sicura: "E' importante testimoniare, proteggere e difendere la propria identità. Anche quando ti succede qualcosa di brutto non bisogna mai vergognarsi".

Le interviste rientrano nel Progetto SOS donna curato da Mani Colorate con il supporto di Cisa, Cogesa, Soroptimist Club di Asti e Fondazione CRAT. Consulta delle Elette del Consiglio regionale del Piemonte, Asl AT, Comune di Moncalvo e Banca di Asti sono impegnati a sostenere il concorso per le scuole "Chiedi aiuto!" e il reading "Quello che la voce non dice, urla nell'anima" con l'attrice Federica Tripodi e la musicista Monica Lo Grasso (25 novembre ad Asti, 1° dicembre a Moncalvo).

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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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