Il Senato ha approvato il ddl della Cisl sulla democrazia economica, noto come legge Sbarra, segnando un importante passo avanti nel panorama delle relazioni industriali italiane. Questa legge prende il nome dal segretario generale della CISL, Luigi Sbarra, e nasce da una grande mobilitazione: negli ultimi due anni si sono svolte migliaia di assemblee, presidi e incontri che hanno portato alla raccolta di quasi 400.000 firme a sostegno della proposta, testimoniando un forte coinvolgimento popolare.
La legge Sbarra mira a dare piena attuazione all’articolo 46 della Costituzione, che prevede il diritto dei lavoratori a partecipare all’organizzazione e alla gestione delle aziende. Per la prima volta vengono riconosciute ufficialmente quattro forme di partecipazione: organizzativa, gestionale, economico-finanziaria e consultiva. Tutte le aziende potranno accedere a questi strumenti, indipendentemente da dimensione e settore, promuovendo così una maggiore inclusività.
Un elemento centrale della riforma è la valorizzazione della contrattazione collettiva come strumento per regolare gli accordi partecipativi e assicurare il coinvolgimento dei lavoratori nei processi decisionali. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) avrà il compito di monitorare l’applicazione della legge e di vigilare sulla sua evoluzione, garantendo la corretta tutela dei nuovi diritti.
Tra gli obiettivi dichiarati ci sono salari più alti, maggiore sicurezza e benessere lavorativo, oltre a una più diffusa giustizia e democrazia all’interno delle aziende. La CISL definisce questa riforma “popolare, non populista”, sottolineando come sia stata resa possibile proprio dal coinvolgimento attivo dei lavoratori attraverso la raccolta firme.
Soddisfatta la segreteria Cisl Alessandria Asti: Marco Ciani, Stefano Calella, Cristina Vignolo: “Con l’approvazione al Senato della ‘Legge Sbarra’ sulla partecipazione, si scrive oggi una pagina storica per il mondo del lavoro e per l’Italia. Dopo 77 anni, l’articolo 46 della Costituzione trova finalmente attuazione. Si tratta del punto di arrivo di un percorso straordinario intrapreso dalla Cisl a tutti i livelli. Il modello partecipativo mira a ridisegnare le relazioni industriali in chiave inclusiva, valorizzando l'apporto dei lavoratori e restituendo dignità e protagonismo a coloro che contribuiscono alla produzione della ricchezza. Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto grazie ai nostri dirigenti, iscritti e certificatori che hanno raccolto nel territorio migliaia di firme".