Nei giorni scorsi le colline di Montiglio Monferrato hanno ospitato il convegno “La vera storia della nocciola del Monferrato”, promosso dal Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato. Al centro dell’incontro la candidatura della “menzione Monferrato” o “Colline del Monferrato” per la Nocciola Piemonte, vista come fondamentale per valorizzare un prodotto che affonda le sue radici nella storia di questo territorio.
Origini antiche e documentate
Gli studi presentati al convegno, frutto di una ricerca storico-archivistica a cura del Circolo Marchesi, dimostrano che il nocciolo trova la sua origine proprio nelle colline del Monferrato. Gli atti notarili d’epoca, in particolare i “consignamenta”, certificano come la nocciola fosse già considerata una coltura di valore fin dai secoli passati. Le ammende elevate in caso di furto (3 lire nel 1594) sono prova dell’importanza economica della produzione. Le testimonianze archeoxilo-antracologiche, ovvero lo studio dei legni e dei carboni rinvenuti sul territorio, confermano la presenza antica sia di noccioleti spontanei che coltivati.
Un percorso di tutela e valorizzazione
Oggi, il Piemonte vanta circa 30.000 ettari di noccioleti, di cui oltre 9.000 fra le province di Asti e Alessandria, cuore pulsante delle colline del Monferrato. All’incontro hanno portato il loro contributo Monica Monticone (Coldiretti Asti), Mauro Bianco (Coldiretti Alessandria e delegato regionale per la corilicoltura), Emiliana Conti (presidente del Circolo Marchesi), Marco De Vecchi (presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino e dell’Osservatorio del Paesaggio astigiano) e l’agronomo Alberto Pansecchi.
La richiesta della menzione “Monferrato”, avviata nel 2021, è stata ufficialmente presentata al Ministero delle Politiche Agricole dopo il deposito della documentazione presso il Consorzio di Tutela della Nocciola Piemonte. Questa denominazione servirebbe a distinguere la nocciola prodotta sulle colline del Monferrato dalle nocciole di altre origini, spesso di qualità inferiore o dubbia provenienza. La “cru” territoriale rafforzerebbe il valore del prodotto sia per i produttori che per i consumatori, offrendo tutele normative e strumenti concreti per difendere l’identità monferrina nel mercato globale.
Innovazione e attenzione: le nuove sfide della corilicoltura monferrina
Durante il convegno, l’agronomo Pansecchi ha sottolineato che il nocciolo oggi richiede un approccio professionale e altamente specializzato. Non si tratta di una pianta rustica e poco esigente: la sua gestione comporta molta attenzione, dalla scelta degli impollinatori (oggi ancora difficili da reperire) fino alle tecniche di coltivazione più moderne ed efficienti. Serve quindi ascoltare la voce della ricerca e investire sulla formazione dei nuovi corilicoltori e sull’ammodernamento degli impianti, per continuare a garantire l’eccellenza delle nocciole monferrine.
Un riconoscimento strategico per il territorio
Monica Monticone ha ribadito che il riconoscimento della menzione “Monferrato” non porterebbe solo benefici ai produttori ma anche una maggiore trasparenza ai consumatori, rafforzando la reputazione e la protezione delle colline del Monferrato come luogo d’origine di una nocciola di straordinaria qualità. Mauro Bianco ha aggiunto che si tratta di un passo cruciale per valorizzare le produzioni locali, difendendone il prezzo e la tipicità.