Giovedì 29 maggio, alle 17 all’Arcoscenico – Casa del Teatro 3 di Asti, si terrà l’incontro “Felice ed Amelia Platone – Politica arte cultura – Una storia di famiglia”, promosso dall’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (ISrat), dall’Associazione Davide Lajolo, dall’Associazione Culturale “Le donne della Lina” e dall’ANPI provinciale. L’iniziativa si inserisce nel ricco programma delle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo.
All’appuntamento interverranno Laurana Lajolo, Mario Renosio, Eugenia e Rita Castellana. L’incontro sarà inoltre occasione per visitare la mostra “La Resistenza del popolo”, dove sono esposte opere di grafica di Amelia Platone dedicate alla Resistenza. La mostra, inaugurata il 18 aprile 2025, è stata realizzata in concomitanza con la presentazione della ristampa de “Il voltagabbana” di Davide Lajolo.
Felice Platone: un protagonista della ricostruzione democratica
Nel periodo complesso e drammatico immediatamente successivo al secondo conflitto mondiale, l’Italia doveva risollevarsi dalle macerie materiali e morali lasciate dalla guerra. Tra le figure simbolo di questo riscatto civile si distingue Felice Platone, nato a Rignano Flaminio nel 1896: avvocato, antifascista e partigiano, attivo nella Resistenza astigiana con il nome di battaglia “Gamba”, Platone fu tra i protagonisti della ricostruzione civile dopo la Liberazione, contribuendo alla nascita del CLN provinciale.
Con la fine della guerra, Platone assunse la carica di sindaco di Asti (1945-1951) e fu eletto deputato all’Assemblea Costituente nel 1946, partecipando così alla stesura della nuova Costituzione italiana. Il suo percorso testimonia come il coraggio individuale e l’impegno politico possano essere decisivi per la rinascita di una società libera, fondata sulla partecipazione e sui valori democratici.
Amelia Platone: tra arte e memoria
Accanto all’impegno sociale e politico del padre, emerge la personalità artistica di Amelia Platone, nata ad Asti nel 1927. Dopo la formazione all’Accademia Albertina di Torino sotto la guida di Felice Casorati, Amelia si è affermata nell’Italia del dopoguerra con un linguaggio intenso, capace di coniugare tecnica e sensibilità umana. Dalla xilografia alla scultura, passando per l’incisione, le sue opere hanno saputo narrare con delicatezza la vita quotidiana, valorizzando temi universali come il lavoro, la famiglia e la ricerca di serenità.
L’arte di Amelia Platone rappresenta il filo rosso di un’eredità vissuta sotto il segno della responsabilità sociale: mentre il padre ha contribuito a plasmare la coscienza civile della città di Asti, Amelia ha dato voce e forma artistica alla memoria collettiva, trasformando la sofferenza e la partecipazione in immagini cariche di poesia e umanità.