Attualità | 05 giugno 2025, 18:14

"Abbiamo ricevuto il tuo curriculum": come difendersi dalle truffe al telefono o online. L'intervista all'informatico forense [VIDEO]

Al Podcast a Domicilio Paolo Dal Checco, docente di sicurezza informatica, racconta come funzionano le truffe online e il ruolo dell'intelligenza artificiale

"Abbiamo ricevuto il tuo curriculum": come difendersi dalle truffe al telefono o online. L'intervista all'informatico forense [VIDEO]

"Abbiamo ricevuto il tuo curriculum" è la truffa telefonica che tutti abbiamo sentito almeno una volta, nell'ultimo periodo. Recuperare i propri soldi una volta diventati vittime di phishing è molto complicato, per questo è fondamentale la prevenzione e non cadere nelle trappole. Ad avvertirci è Paolo Dal Checco, ospite del format di DixTv "Podcast a Domicilio", informatico forense e docente di sicurezza informatica che svolge attività di indagine digitale come consulente di tribunali, forze dell’ordine, avvocati.


Chiunque può essere vittima di reati informatici: smartphone, account di posta, ma anche Whatsapp sono i metodi principali per truffare non solo aziende ma i semplici cittadini. Da click sbagliati a vere e proprie truffe con siti finti e richieste di informazioni private come password e codici di accesso: per Dal Checco la difesa principale è capire chi ti sta chiamando o su quale sito sei effettivamente finito. "Prima di fornire le credenziali e loggarsi - dice -, fornire un codice, fermiamoci e pensiamo un attimo. Controlliamo su che dominio stiamo facendo quel login, spesso pensiamo di essere su un sito affidabile e invece ci hanno portati da un'altra parte". 

Da un semplice click si vede il conto aumentare ma lì scatta la truffa. Per guadagnare bisogna pagare, e le perdite saranno sempre più grandi. Scatta il meccanismo psicologico per cui ormai una persona ha già perso molto ed è incentivata a continuare, per provare a recuperare ciò che ha perso. Un altro modo è la richiesta di un like o un voto proveniente da una persona che si conosce, ma in realtà questa è stata hackerata. La semplice richiesta di votare la nipotina al contest musicale è in realtà è un modo per attivare un codice su Whatsapp e farsi rubare l'account a nostra volta. 

Solitamente queste società, organizzazioni vere e proprie, si trovano in est Europa o in Africa, in posti difficili da raggiungere per la giustizia: "La soluzione non è rimediare dopo la truffa, spesso si può fare poco, ma bisogna evitare di essere truffati".

Un consiglio: usare il secondo fattore di autenticazione. Si tratta di un codice che, oltre la password, serve ad accedere e può essere inviato tramite sms o su un'app terza. "Ricevo due o tre richieste a settimana di persone a cui hanno svuotato il conto bancario per aver installato un'app sullo smartphone o aver seguito le indicazioni di una telefonata che si è finta essere una banca." - racconta Dal Checco. 

E l'intelligenza artificiale che ruolo può avere in tutto questo? "L'intelligenza artificiale aiuta i buoni ma anche i cattivi". Un esempio: con l'IA si trascrivono velocemente migliaia di messaggi audio che si ascoltano in caso di indagini, è utile quando c'è una gran mole di dati.

"L'informatica forense - spiega - è sempre più interpellata in casi anche non informatici. Ogni caso ha degli elementi strategici informatici che possono aiutare a capire la dinamica. Video, celle telefoniche che tracciano la posizione delle persone, computer e smartphone, smartwatch: tutto ciò che facciamo è tracciato e ricostruibile dagli informatici forensi".

Segui questa e le altre interviste sul canale DixTV 

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