Agricoltura | 04 luglio 2025, 17:50

Dermatite nodulare bovina: sale la preoccupazione degli allevatori piemontesi

Confagricoltura raccoglie l'allarme delle aziende zootecniche dopo la comparsa di focolai in Lombardia e Francia

Dermatite nodulare bovina: sale la preoccupazione degli allevatori piemontesi

L'allarme è scattato negli allevamenti piemontesi dopo la conferma di nuovi focolai di dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease) in Lombardia, Sardegna e nella Savoia francese. 

La malattia virale, altamente contagiosa tra i bovini, sta generando forte preoccupazione nel settore zootecnico regionale, spingendo Confagricoltura Piemonte a chiedere interventi urgenti alle autorità competenti.

Una minaccia seria per la zootecnia

La dermatite nodulare contagiosa è una malattia virale che colpisce esclusivamente i bovini, caratterizzata da un'elevata contagiosità e significativi impatti economici. Come specificato dalle note informative del Servizio veterinario della Regione Piemonte, la patologia non è trasmissibile all'uomo né tramite contatto diretto né attraverso il consumo di carne o latte, ma rappresenta una grave minaccia per l'intero comparto zootecnico.

Negli animali colpiti si manifestano febbre, salivazione aumentata, lacrimazione e scolo nasale, accompagnati dalle caratteristiche lesioni cutanee nodulari su tutto il corpo, particolarmente concentrate su testa e collo. Le conseguenze economiche sono devastanti: riduzione della produzione di latte, aborti e disturbi della fertilità che si traducono in perdite significative per gli allevatori.

Contagio attraverso insetti vettori

La trasmissione avviene principalmente attraverso insetti vettori come mosche, zanzare e zecche, ma non è escluso il contagio diretto tra animali o attraverso mezzi e strumenti contaminati. Questa caratteristica rende particolarmente complesso il controllo della diffusione, soprattutto durante i periodi di maggiore attività degli insetti.

L'appello delle istituzioni agricole

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, ha espresso forte preoccupazione rivolgendosi agli assessori regionali Federico Riboldi (Sanità) e Paolo Bongioanni (Agricoltura): "I casi di infezione negli ultimi giorni hanno fatto salire il livello di apprensione dei nostri allevatori. Chiedo di adottare tutte le misure più idonee per impedire l'ingresso della malattia negli allevamenti della nostra Regione ed evitare così abbattimenti, restrizioni alle movimentazioni e campagne di vaccinazione, che si tradurrebbero in danni rilevanti per il comparto zootecnico".

In Lombardia, dopo la conferma di positività di un allevamento, sono state immediatamente disposte zone di restrizione con blocchi della movimentazione dei bovini per fiere e mercati, limiti al conferimento del letame e dei liquami e vincoli al trasporto del latte. Queste misure, seppur necessarie per contenere la diffusione, comportano perdite economiche significative per gli allevatori colpiti e per l'intera filiera.

Un patrimonio da proteggere

Il Piemonte vanta un patrimonio zootecnico di notevole importanza con oltre 9.300 allevamenti da carne, 1.468 da latte e circa 700 misti, per un totale di 751.000 capi bovini. Questi numeri evidenziano l'entità del rischio economico e produttivo che la regione potrebbe affrontare in caso di diffusione della malattia.

Prevenzione come arma principale

I Servizi veterinari regionali hanno emanato specifiche raccomandazioni per ridurre il rischio di infezione. Tra le misure principali: l'applicazione di insetticidi e repellenti autorizzati sui capi, la sanificazione periodica delle strutture di stabulazione, l'installazione di sistemi fisici di protezione come zanzariere, la disinfezione sistematica di mezzi e attrezzature, l'accesso limitato alle strutture zootecniche e l'isolamento di eventuali soggetti sintomatici.

Vigilanza massima per una malattia sconosciuta

Il presidente Allasia conclude sottolineando la necessità di mantenere alta la soglia di attenzione, considerando che si tratta di "una malattia quasi sconosciuta in Europa". Per questo motivo risulta opportuno prepararsi all'eventualità che la situazione possa sfuggire al controllo e dovesse rendersi necessaria un'azione diffusa di immunizzazione con la vaccinazione.

La situazione richiede un approccio coordinato tra istituzioni, servizi veterinari e allevatori per proteggere un settore strategico per l'economia piemontese, nella consapevolezza che la prevenzione rimane l'arma più efficace contro questa nuova minaccia sanitaria.

Redazione

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Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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