Attualità | 08 luglio 2025, 12:01

“Non normalizziamo l’anomalia”: il caldo torrido non è inevitabile

Nota del Partito della Rifondazione Comunista di Piemonte e Valle d’Aosta (insieme alla segreteria federale di Asti): "E' un’estate che parla chiaro: salute pubblica a rischio"

Immagine generata con Intelligenza artificiale

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Il gran caldo è arrivato, puntuale come un orologio svizzero, ma stavolta nessuno dovrebbe stupirsi. Non è un caso, non è un capriccio della stagione: è la faccia sempre più feroce di un clima fuori controllo, che mette a repentaglio la salute di tutti. A ricordarlo è una nota del Partito della Rifondazione Comunista di Piemonte e Valle d’Aosta (insieme alla segreteria federale di Asti), che lancia un grido d’allarme: “Non dobbiamo accettare tutto questo come fosse un destino ineluttabile”.

Già, perché mentre le temperature crescono e i livelli di ozono schizzano oltre i limiti, a pagare il prezzo più alto sono i più fragili. Nella nota si legge con preoccupazione: “Nel nostro paese sono i bollettini quotidiani dell’Istituto Superiore di sanità a dirci che la situazione è fuori controllo. Vogliamo chiederci alla fine di ogni stagione estiva quanti ne vengono emessi da ‘bollino rosso’? Quanti ricoveri e quanti decessi dovuti al caldo torrido e all’incremento di ozono (inquinante dovuto alle alte temperature)?”

L’Europa volta le spalle alla riconversione ecologica

Il dito viene puntato anche contro l’Europa, che — si legge ancora nella nota — “considera il Green Deal (un accenno di riconversione ecologica delle produzioni) un peso per l’economia: contano di più competitività, semplificazioni burocratiche e soprattutto corsa agli armamenti”.

Invece di una drastica riduzione delle emissioni, continua il comunicato, la Commissione europea “punta ad ampliare il mercato dei crediti di anidride carbonica: un trucco inaccettabile”. E così, mentre si fanno i giochi di prestigio con i numeri, il problema reale resta insoluto.

Un’Italia che rimanda e si rifugia nello stato di calamità

Non va meglio in Italia. Rifondazione denuncia che “il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici attende in un cassetto ministeriale”. Nel frattempo, quando arrivano gli eventi estremi — ondate di calore, nubifragi, trombe d’aria — l’unica reazione sembra essere quella di invocare lo stato di calamità naturale. “Noi non ci rassegniamo a tutto questo e riteniamo inaccettabile che dopo eventi meteo estremi, anche con morte di lavoratori e anziani, gli amministratori siano solo capaci di invocare lo stato di calamità naturale”, scrivono.

E ancora, con parole dure ma lucidissime: “La natura non c’entra nulla, manda grida di dolore. In Italia, e la nostra regione, che ha promosso il rinvio dei pochi provvedimenti utili proposti dalla comunità europea, il problema del clima deve diventare prioritario.”

Le proposte: tutelare territorio, lavoratori e ripensare le città

Il comunicato, però, non si limita a denunciare. Indica anche una via da seguire, concreta e netta. “Serve una programmazione per fronteggiare queste condizioni: è necessario contrastare da un lato gli effetti degli eventi climatici estremi con interventi di ingegneria naturalistica per tutelare i territori più fragili e per creare nuove aree verdi permeabili e ‘rifugi climatici’, dall'altro concrete misure a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori più esposti.”

A ciò si aggiunge la necessità di uno stop al consumo di suolo e di rimettere in discussione il potere dei privati sulla gestione delle città: “Occorre mettere uno stop vero al consumo di suolo e alla sua impermeabilizzazione. Ripensare il governo delle città, da togliere dalle mani degli speculatori privati.”

“Le risorse ci sono, basta sottrarle alla follia delle spese militari”

Il cuore della proposta politica di Rifondazione, infine, sta nel collegare ambiente, produzione ed economia. “Bisogna ripensare il nesso produzione/energia, per produrre tenendo conto di risparmio energetico e rinnovabili per avere ciò che serve alle persone e non al profitto.”

E le risorse? Secondo il partito, basterebbe cambiare le priorità: “Per attuare questi cambiamenti necessari le risorse ci sono: basta sottrarle all'inutile e folle aumento delle spese militari e destinarle alla cura del nostro ambiente e della nostra salute.”

Redazione


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a cura delle dott.sse Melika Myftaraj e Marta Turello

Nutrizionista e farmacista, ogni giorno offriamo consigli alle persone, convinte che la consapevolezza sia il primo passo per prendersi cura di sé. In questa rubrica vogliamo dunque raccogliere e condividere informazioni chiare, corrette e aggiornate su varie tematiche legate al mondo della salute e del benessere.

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