Dopo il boom che ha spinto le vendite a sfiorare i 9 miliardi di dollari nel 2024, il segmento dei gioielli con diamanti di laboratorio ha iniziato a perdere slancio. Se all’inizio queste gemme attiravano nuovi clienti – persone che forse non avrebbero mai comprato un diamante – e anche i consumatori «classici», sempre a caccia di valore, oggi la crescita viene frenata da una concorrenza più agguerrita, listini in calo, controlli serrati sulle dichiarazioni di sostenibilità e norme più severe.
Negli ultimi giorni i media hanno rilanciato notizie poco rassicuranti che offuscano l’immagine dell’industria dei diamanti da laboratorio.
Ecco i punti chiave.
Il rapporto del Natural Diamond Council sui diamanti da laboratorio
Il Natural Diamond Council (NDC) ha diffuso un rapporto che fotografa lo stato attuale e i principali equivoci sui diamanti di laboratorio. Il documento affronta temi come terminologia, trasparenza, claim ambientali e prezzi, mostrando come la rapida diffusione di queste pietre abbia generato affermazioni inesatte che confondono i consumatori. Basato su dati di analisti indipendenti, lo studio punta ad alimentare un confronto più equilibrato e scelte d’acquisto più consapevoli.
Il NDC precisa di non voler penalizzare né esaltare un tipo di diamante a scapito dell’altro, ma offrire uno strumento di lavoro a rivenditori, gioiellieri e lettori.
«Il nostro obiettivo è dare a consumatori e stakeholder un quadro chiaro per decisioni informate», spiega il direttore generale David Kellie.
«Troppo spesso i diamanti da laboratorio vengono contrapposti ai naturali in modi che lasciano i clienti disorientati. Servono chiarezza e onestà in tutto il mercato: non è solo una questione di prezzo».
Il GIA cambia il criterio di classificazione dei diamanti da laboratorio
Il Gemological Institute of America (GIA) ha annunciato che abbandonerà il classico sistema delle 4C per valutare i diamanti di laboratorio, sostituendolo con le etichette “premium” o “standard”.
Secondo diversi esperti, la mossa riconosce che i diamanti da laboratorio, pur chimicamente identici ai naturali, sono di fatto un prodotto distinto, con una propria storia e simbolica, e meritano criteri ad hoc. «Un passaggio cruciale», commenta Kirit Bhansali, presidente del Gem & Jewelry Export Promotion Council. «I nuovi descrittori del GIA tolgono ambiguità e aiutano i clienti a capire cosa stanno comprando».
Il cambiamento, insieme al rapporto NDC, segna la prima distinzione formale fra diamanti naturali e di laboratorio, guidando il pubblico verso una percezione più nitida delle due categorie.
De Beers chiude il progetto Lightbox sui diamanti da laboratorio
De Beers ha annunciato la chiusura della propria linea di gioielli con diamanti di laboratorio, motivando la scelta con il «costante impegno verso i diamanti naturali».
Lightbox, lanciata nel 2018 con prezzi fissi per carato e un posizionamento “easy e colorato”, puntava a scardinare il mercato. Da allora, però, i prezzi all’ingrosso dei diamanti da laboratorio sono crollati di circa il 90 %, avvicinandosi a un modello “costo +”, secondo le stime del gruppo.
«Il calo continuo dei valori mette in risalto la distanza crescente fra questi prodotti industriali e i diamanti naturali», osserva l’amministratore delegato Al Cook. Intanto la concorrenza globale si allarga – la Cina accelera la produzione e grandi catene di supermercati statunitensi comprimono i prezzi al dettaglio – e De Beers prevede costi e listini ancora in discesa.
Previsioni di mercato scoraggianti
Le stime sui margini nel settore dei diamanti di laboratorio si fanno fosche, tra nuovi nomi di classificazione, dubbi green e la chiusura di un colosso.
L’analista Raphael Golan segnala che il comparto dei diamanti sfusi ha visto i ricavi scendere del 7 % nel 2024 dopo anni di crescita a doppia cifra.
I rivenditori abbassano i prezzi, sebbene non allo stesso ritmo dei crolli all’ingrosso. I gioiellieri devono vedersela con la concorrenza degli e-shop di diamanti da laboratorio, mentre molti clienti, percependo rischi più bassi, optano per soluzioni online più economiche.
Nel bilancio 2024 di Anglo American, la holding che controlla De Beers, si legge: «I prezzi medi retail dei diamanti di laboratorio non riflettono ancora il tracollo di quelli all’ingrosso; prevediamo ulteriori ribassi».
E ancora: «Mentre l’impatto sui diamanti naturali ha toccato il picco, i listini retail dei diamanti da laboratorio continueranno a scendere».
Se i margini dovessero assottigliarsi, alcuni rivenditori potrebbero cambiare rotta. Golan avverte: «Conta la liquidità che entra in cassa, non solo la percentuale di margine».
Dobbiamo preoccuparci?
Per chi segue il mondo del gioiello, questa raffica di titoli può sembrare allarmante e alimentare timori. Eppure, spiegano gli esperti di Madestones, stiamo assistendo a un fisiologico processo di separazione fra due prodotti – diamanti naturali e diamanti da laboratorio – che per anni sono stati sovrapposti. La transizione, pur complessa, era attesa: un cambiamento che il settore potrà gestire, a patto di non farsi prendere dal panico.
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