Il settore AEC (Architecture, Engineering and Construction) sta vivendo una rivoluzione senza precedenti. Mentre altri comparti hanno abbracciato da tempo la trasformazione digitale, l'edilizia ha resistito al cambiamento, rimanendo ancorata a processi tradizionali - basti pensare che nel 2020 la percentuale di imprenditori edili che non aveva ancora affrontato seriamente la digitalizzazione era compresa tra il 60% e il 70%.
Oggi però le cose stanno cambiando in maniera sostanziale: dal 1° gennaio 2025, infatti, il BIM è diventato obbligatorio per tutti gli appalti pubblici superiori ai 2 milioni di euro. Un provvedimento che ha accelerato definitivamente l'ingresso del settore delle costruzioni nell'era digitale, con implicazioni profonde per architetti, ingegneri e geometri che dovranno rapidamente adeguare le proprie competenze per non rimanere esclusi dal mercato e perdere importanti opportunità di crescita.
Secondo McKinsey, del resto, la trasformazione digitale può produrre aumenti di produttività tra il 14% e il 15%, con riduzioni dei costi del 4-6%. Margini significativi in un settore dove ogni punto percentuale di efficienza può fare la differenza tra il successo e il fallimento di un progetto.
BIM: il cuore della trasformazione digitale
Il Building Information Modeling rappresenta molto più di un semplice software di progettazione 3D. È un processo digitale completo che integra informazioni dettagliate su ogni aspetto del ciclo di vita di un edificio, dalla concezione alla demolizione. Attraverso la creazione di modelli tridimensionali ricchi di dati, il BIM permette di simulare, analizzare e ottimizzare ogni aspetto del progetto prima ancora di iniziare la costruzione.
L'obbligo normativo risponde a esigenze concrete del mercato. Le stazioni appaltanti richiedono spesso piattaforme interoperabili con formati aperti non proprietari, per garantire la massima trasparenza e collaborazione tra tutti gli attori del processo edilizio. Chi non si adegua rischia semplicemente di essere tagliato fuori da una fetta consistente del mercato pubblico, che in Italia vale miliardi di euro.
La formazione sul BIM diventa quindi strategica. Professionisti in grado di padroneggiare strumenti come Autodesk Revit possono infatti gestire progetti di qualsiasi complessità, dalla modellazione architettonica all'analisi strutturale, dal coordinamento MEP alla gestione delle interferenze.
In quest’ambito, un percorso formativo valido, che permette di imparare a utilizzare il software al meglio, è il Corso di Progettazione BIM con Autodesk Revit proposto da Unione Professionisti, ente specializzato nell’ambito della formazione e dell’aggiornamento professionale tramite e-learning. Ogni lezione comprende una spiegazione teorica dei comandi seguita da un’esercitazione guidata su casi reali, così da favorire un apprendimento pratico, progressivo e immediatamente applicabile.
AutoCAD: l'evoluzione di uno standard consolidato
AutoCAD rimane uno strumento fondamentale nel workflow dei professionisti tecnici. La sua evoluzione verso l'integrazione con i processi BIM lo rende ancora oggi indispensabile, soprattutto per la produzione di documentazione tecnica dettagliata e per l'interscambio di informazioni con realtà che non hanno ancora completato la transizione digitale.
Le nuove versioni di AutoCAD integrano funzionalità di automazione avanzata e intelligenza artificiale che permettono di ridurre drasticamente i tempi di disegno e documentazione. La capacità di lavorare sia in ambiente 2D che 3D, l'integrazione con il cloud e le funzionalità collaborative lo rendono uno strumento versatile che si adatta a progetti di ogni dimensione e complessità.
Anche in questo caso, intraprendere un apposito percorso di formazione, per esempio con il Corso AutoCAD online di Unione Professionisti, è fondamentale per chi vuole mantenere la propria competitività, massimizzando produttività e qualità del lavoro.
Sistemi informativi territoriali: la nuova frontiera della progettazione
I Sistemi Informativi Territoriali GIS stanno rivoluzionando il modo di concepire la progettazione urbana e infrastrutturale. Gli edifici non possono essere più concepiti come entità isolate, ma devono essere inseriti in un contesto territoriale complesso, analizzando interazioni con l'ambiente, le infrastrutture esistenti e le dinamiche socio-economiche del territorio.
Software come QGIS permettono di gestire enormi quantità di dati geospaziali, creando analisi complesse che integrano informazioni topografiche, catastali, ambientali e urbanistiche. Per i professionisti che operano nella pianificazione territoriale, nella progettazione di infrastrutture o nella valutazione di impatto ambientale, la padronanza dei GIS è diventata imprescindibile.
I percorsi didattici dedicati, come il Corso QGIS - Sistemi Informativi Territoriali GIS di Unione Professionisti, permettono di apprendere competenze specifiche per gestire progetti complessi che richiedono l'integrazione di dati territoriali. Dalla pianificazione urbana alla gestione delle emergenze, dalla valutazione ambientale alla progettazione di reti infrastrutturali, i GIS aprono opportunità professionali in settori in forte espansione.
L'intelligenza artificiale che trasforma il settore
L'intelligenza artificiale sta entrando prepotentemente nel settore AEC, trasformando radicalmente i processi di progettazione e gestione. Il generative design utilizza algoritmi per generare, analizzare e ottimizzare migliaia di soluzioni progettuali basate su vincoli e obiettivi definiti. Un processo che permette di esplorare opzioni che la mente umana non avrebbe mai considerato, ottimizzando simultaneamente costi, prestazioni e sostenibilità.
Le applicazioni AI nel settore spaziano dalla manutenzione predittiva degli edifici, che utilizza sensori IoT e machine learning per prevedere guasti prima che si verifichino, alla gestione intelligente dei cantieri, dove droni e computer vision monitorano in tempo reale l'avanzamento dei lavori identificando potenziali problemi di sicurezza.
La realtà aumentata e virtuale sta rivoluzionando il modo di presentare i progetti ai clienti e di formare gli operatori. Attraverso visori AR/VR è possibile muoversi all’interno di un edificio prima che sia costruito, identificare problemi di progettazione e ottimizzare soluzioni in modo collaborativo e immersivo.
Cloud computing e collaborazione digitale
Il cloud computing è diventato essenziale per gestire la complessità crescente dei progetti AEC. Con modelli che possono pesare diversi gigabyte e team distribuiti geograficamente, lavorare su server locali è diventato impraticabile. Le piattaforme cloud permettono di accedere ai progetti da qualsiasi luogo, facilitando la collaborazione in tempo reale tra professionisti di discipline diverse.
L'ambiente comune di dati (ACDat) centralizza tutte le informazioni di progetto in un unico repository digitale accessibile a tutti gli stakeholder autorizzati. Questo elimina i problemi di versioning, riduce gli errori dovuti a informazioni non aggiornate e garantisce che tutti lavorino sempre sulla versione più recente del progetto.
Le competenze trasversali del professionista digitale
La transizione digitale richiede di sviluppare altre competenze, oltre alla padronanza di software specifici. I professionisti del futuro dovranno sviluppare competenze trasversali che includono la gestione dei dati, la cybersecurity, il project management digitale e la capacità di lavorare in team multidisciplinari utilizzando metodologie agili.
La capacità di analizzare e interpretare big data diventa fondamentale in un settore che genera enormi quantità di informazioni. Pensiamo, per esempio, alla sensoristica IoT nei cantieri o ai dati di performance degli edifici in uso: i professionisti devono saper estrarre insights significativi da dataset complessi per prendere decisioni informate.
Anche la sostenibilità digitale emerge come competenza chiave. Certamente il focus è sulla progettazione di edifici energeticamente efficienti, ma anche sugli strumenti digitali usati per valutare l'intero ciclo di vita dell'opera, dall'embodied carbon dei materiali alle prestazioni operative, dall'economia circolare alla resilienza climatica.
Il futuro è già qui
La transizione digitale del settore AEC non è più rimandabile. Chi non si adegua rischia di rimanere escluso da un mercato che si muove rapidamente verso la completa digitalizzazione. Ma per chi coglie l'opportunità, si aprono scenari professionali entusiasmanti, dove creatività e tecnologia si fondono per creare edifici e infrastrutture più efficienti, sostenibili e innovative.
Il momento di agire è ora. Ogni giorno di ritardo nell'acquisizione di competenze digitali è un'opportunità persa, un progetto che va a un concorrente più preparato, un cliente che sceglie un professionista più aggiornato. Non si tratta di un costo ma di un investimento nel proprio futuro professionale, una garanzia di rilevanza in un mercato che premia chi sa innovare e adattarsi al cambiamento.
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