Economia e lavoro | 27 agosto 2025, 10:32

Sole, spiagge, vacanze e responsabilità: l’estate giusta per combattere la plastica nel mare

Con l’arrivo dell’estate, trascorriamo ore sotto l’ombrellone o passeggiamo lungo le nostre spiagge preferite, mentre il mare ci regala una sensazione di libertà e leggerezza.

Sole, spiagge, vacanze e responsabilità: l’estate giusta per combattere la plastica nel mare

Eppure, proprio in questi luoghi che ci appaiono incontaminati - indipendentemente da dove ci troviamo - l’inquinamento da plastica si insinua come una piaga silenziosa, capace di offuscare la bellezza delle nostre vacanze. Ogni anno, solo nel Mediterraneo, finiscono in mare circa 570.000 tonnellate di plastica (l’equivalente di 33.800 bottigliette al minuto). È un grande problema che ci riguarda da vicino: coinvolge quello che acquistiamo, ciò che mangiamo, i paesaggi che amiamo visitare durante l’estate o nei weekend fuori porta.

Se davvero vogliamo proteggerci - e proteggere ciò che ci circonda e ci rende felici - non basta prendere il sole o visitare posti incantati facendo finta di nulla. Serve più consapevolezza, più impegno e più azioni concrete. Perché l’inquinamento da plastica non rallenta: se non invertiamo la rotta ora, entro il 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesci. Proprio per questo, anche un semplice e piccolo gesto di supporto può fare un’immensa differenza. In quest’articolo cercheremo di capire come possiamo sostenere la difesa delle nostre spiagge, contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi marini e proteggere animali come le tartarughe marine, tra le prime vittime di questa emergenza ambientale.

Specie minacciate e biodiversità in pericolo 

Come anticipato, una delle vittime simboliche e maggiormente in pericolo dall’inquinamento da plastica è senza dubbio la tartaruga marina, presente anche nel Mediterraneo e tra gli scenari marittimi più caratteristici. Le tartarughe di mare sono sulla terra da 150 milioni di anni, ma oggi sono minacciate dalla pesca accidentale (ogni anno ben 150.000 gli esemplari caduti in reti da pesca), dal sovraffollamento delle spiagge dovute al turismo di massa estivo e, soprattutto, da un mare sempre più soffocato dalla plastica.

Per fare un esempio: solo nel Mediterraneo, il 52% delle tartarughe ingerisce della plastica per errore, scambiandola per meduse (il loro cibo preferito). La plastica - soprattutto se esposta a lungo all'acqua di mare - può accumulare organismi marini che ne modificano l'odore, rendendola simile a quello delle meduse o di altri organismi, attirando le tartarughe che le mangiano. Inoltre, anche i frammenti di plastica che galleggiano in mare possono essere scambiati per piccole prede. In altri casi, possono rimanere intrappolate sott’acqua da grandi rifiuti di plastica (come attrezzi da pesca abbandonati o loro agglomerati), causandone la morte per annegamento. Se desideri approfondire questo tema, ti invitiamo a visitare il sito ufficiale del WWF e scoprire in dettaglio come quest’organizzazione internazionale combatte da anni questo problema e come l’inquinamento da plastica stia minacciando ed uccidendo le tartarughe marine.

Ma se questa specie è di sicuro in prima linea, non è l’unica. Il futuro di tanti animali e piante è costantemente messo a rischio dalla plastica. Tante specie estive - dalla flora costiera alle colonie di pesci ed uccelli - non sono esenti al rischio. Gli ecosistemi marini del Mediterraneo contengono i livelli più alti di microplastiche al mondo (fino a 1,9 milioni di frammenti per metri quadrato) e ben 116 specie marine ne subiscono le conseguenze. Ma anche l’essere umano non ne è esente. È infatti dimostrato da diverse fonti che le microplastiche entrano nella catena alimentare: non si fermano ai pesci, ma arrivano fino a noi, mettendo in pericolo la nostra salute e quella del nostro ambiente.

Cosa fa WWF per contrastare l’inquinamento da plastica 

Per fermare questa deriva, il WWF ha avviato un approccio articolato che unisce azione sul campo, ricerca scientifica e sensibilizzazione pubblica. Innanzitutto, coordina regolarmente campagne di pulizia delle spiagge, coinvolgendo volontari e comunità locali, evitando altresì l’utilizzo di mezzi meccanici per non disturbare le nidificazioni delle tartarughe. In parallelo, i Centri di Recupero Animali Selvatici (CRAS), presenti in luoghi strategici come Policoro, Molfetta, Torre Guaceto e altri, curano ogni anno centinaia di tartarughe ferite (spesso a causa della plastica o delle reti da pesca) e le rilasciano in mare.

Sul versante politico invece, il WWF si fa portavoce a livello globale: ha lanciato iniziative per promuovere un Trattato Globale contro l’inquinamento da plastica,  che dovrebbe prevedere un insieme di misure in grado di contenere e regolare la produzione e il consumo globale di plastica. Infine, il WWF sostiene progetti di monitoraggio e ricerca: studi come “Oltre la plastica” ed i rapporti sul livello di microplastiche nel Mediterraneo aiutano a quantificare la crisi, a mapparla e quindi a rendere gli interventi più efficaci.

Cosa possiamo fare ognuno di noi: il mare dipende anche da noi 

La stagione estiva ci offre l’opportunità straordinaria di mostrare rispetto e responsabilità. Ogni aborto di spazzatura deve essere evitato, ogni comportamento consapevole conta. Ecco un paio di semplici esempi di cosa possiamo fare senza alcun sacrificio:

  1. Quando siamo in spiaggia non abbandoniamo la plastica: usiamo borracce riciclate, raccogliamo i rifiuti e rispettiamo le norme locali. Se piccole quantità finiscono in mare, diventano danni potenziali per specie come le tartarughe e gli ecosistemi.
  2. Possiamo sostenere la pulizia delle spiagge come volontari e partecipando alle iniziative WWF o semplicemente organizzando giornate di raccolta plastic-free.

Ma soprattutto, possiamo sostenere il WWF con una donazione mirata all’inquinamento da plastica, per proteggere la tartaruga marina, i suoi progetti di monitoraggio e tutte le attività di ricerca e sensibilizzazione. Ogni gesto conta: può sembrare piccolo, ma fatto insieme, può essere enorme.

Conclusione: sotto l’ombrellone, scegli la tutela del pianeta 

L’estate è fatta di sorrisi, libertà, mare e vacanze. È anche una stagione carica di responsabilità. Puntare lo sguardo verso l’orizzonte non significa solo sognare, ma anche prendersene cura. Ogni gesto consapevole, ogni rifiuto raccolto, ogni donazione fatta è un piccolo passo verso un Mediterraneo più pulito, più sano, più emozionante. E un simbolo tangibile di rispetto verso specie come la tartaruga marina, che continua a lottare per la sua sopravvivenza. Passando le tue giornate estive tra ombrelloni e onde, ricorda: la plastica può sembrare lontana, ma è già qui, con noi, con loro, con le tartarughe, con i pesci. Sta a noi fare la differenza. La stagione delle vacanze può diventare anche la stagione della speranza. Scegli di agire: per te, per gli altri, per il Pianeta.













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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
Orgoglio Astigiano per me è sinonimo di scelta: la mia e quella degli altri.
Per questo ho voluto scrivere in prima persona ogni articolo della rubrica, convinta di riuscire a portare anche te nel mio mondo.
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