Scuola | 12 settembre 2025, 07:20

Infermieristica, è allarme iscrizioni: posti vuoti e futuro a rischio

L'Ordine delle professioni infermieristiche di Asti denuncia un calo di interesse per i corsi di laurea. A livello locale solo 55 domande per 75 posti

Un banchetto informativo dell'Opi, allestito nel maggio scorso in occasione della Giornata dell'Infermiere (ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Un banchetto informativo dell'Opi, allestito nel maggio scorso in occasione della Giornata dell'Infermiere (ph. Merfephoto - Efrem Zanchettin)

Il crollo delle domande di ammissione ai corsi di laurea in Infermieristica non è una sorpresa, ma una crisi annunciata. A suonare da tempo il campanello d'allarme era stato Gabriele Montana, segretario provinciale del NurSind, che aveva evidenziato le ragioni profonde della crescente disaffezione verso la professione. Secondo la sua analisi, il problema risiede in un'equazione ormai insostenibile per i giovani: da un lato, uno stipendio non commisurato alle competenze, all'impegno e alle crescenti responsabilità richieste; dall'altro, condizioni di lavoro logoranti, con turni pesanti, un percorso di studi impegnativo e il rischio concreto di diventare "il bersaglio per lo sfogo di utenti sempre più insoddisfatti".

Ora i numeri confermano quella diagnosi in modo impietoso. E su questa scia, anche l'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Asti lancia ora un grido d'allarme, sottolineando come il problema abbia assunto una dimensione nazionale.

Negli ultimi vent'anni i posti disponibili per gli aspiranti infermieri sono raddoppiati, ma le iscrizioni non hanno seguito lo stesso andamento. La tendenza nazionale mostra un calo progressivo dell'attrattività della professione, con una situazione particolarmente critica al Sud, dove il rapporto tra domande e posti scende a un valore minimo di 1,6. Anche il dato locale di Asti conferma la gravità del fenomeno: a fronte di 75 posti disponibili, sono state registrate solo 55 prime scelte, a dimostrazione che l'offerta formativa supera già in partenza la domanda effettiva degli studenti.

Le cause di questa disaffezione sono profonde e strutturali. Come sottolineato dall'Opi, a pesare sulla scelta dei giovani sono i carichi di lavoro eccessivi, le retribuzioni non adeguate alle responsabilità, le scarse prospettive di carriera e un difficile equilibrio tra vita e lavoro. A questo si aggiungono la mancanza di riconoscimento sociale, i limiti all'esercizio della libera professione e fattori più recenti come il calo demografico e il caro-affitti.

La presidente dell'Opi di Asti, Stefania Calcari, non usa mezzi termini per descrivere la situazione: "La questione infermieristica è ormai una vera emergenza nazionale. Non bastano misure tampone: serve un investimento strutturale che renda la professione più attrattiva, sostenibile e valorizzata, a partire da questa legge di bilancio", ha dichiarato.

Paradossalmente, il numero di laureati in Infermieristica è in costante crescita, con 11.404 nuovi professionisti nel 2024 e una previsione di 14.500 nel 2027. Cifre importanti, ma del tutto insufficienti a coprire il fabbisogno del Paese, se si considera che ogni anno circa 25mila infermieri vanno in pensione.

L'appello dell'Opi è rivolto a tutte le istituzioni, dal Governo alle Regioni, passando per le Università. "Siamo convinti che solo un impegno condiviso potrà garantire al Paese la possibilità di rispondere ai bisogni di salute della popolazione, in particolare in un contesto di forte invecchiamento demografico", ha aggiunto la presidente Calcari. La conclusione è netta e vuole essere un monito per il futuro: "Gli infermieri sono e restano il pilastro del Servizio Sanitario Nazionale. È dovere delle istituzioni investire sul futuro della professione e sulla sicurezza assistenziale dei cittadini".

Redazione

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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