Al Direttore | 06 ottobre 2025, 12:58

"Avvicinare i due popoli per la pace": lettera aperta di Luigi Florio a due anni dal massacro del 7 ottobre

Il presidente dell'associazione Italia Israele propone riflessioni sul conflitto, l'antisemitismo e cita l'esempio del gemellaggio con Ma’alot Tarshiha

Luigi Florio

Luigi Florio

Pubblichiamo di seguito la lettera integrale a firma di Luigi Florio, presidente dell'Associazione Italia Israele di Asti.

Nel secondo anniversario del massacro del 7 ottobre 2023, attuato con atroci crudeltà dai terroristi di Hamas contro civili ebrei, in prevalenza giovanissimi, il pensiero non può non andare alle oltre mille vittime di quell’orribile strage, attuata contro persone di diverse nazionalità colpevoli soltanto di essere ebrei, e ai duecentocinquanta rapiti, molti dei quali uccisi o lasciati morire di stenti dai loro aguzzini; meno della metà dei rapiti è stata ad oggi liberata e si sa che quelli ancora in vita sono si e no una trentina. 

Analogamente non possono non piangersi le decine di migliaia di civili palestinesi rimasti vittime della guerra mossa da Israele ad Hamas nel tentativo di estirpare il gruppo terroristico da Gaza. Se è vero che solo la soluzione “due popoli, due Stati”, sempre rifiutata in passato dai palestinesi, può portare a una pace duratura in Medio Oriente, occorre prendere atto che l’unico modo di favorire la pace è lavorare, ognuno per quanto può, per cercare di avvicinare i due popoli. 

Non vanno purtroppo in questa direzione le tante, troppe manifestazioni di antisemitismo e di antisionismo - che sono poi la stessa cosa, come ci ha autorevolmente ricordato anni fa il presidente Giorgio Napolitano - in cui l’Italia ultimamente sembra primeggiare in Europa, quasi che in molti attendessero soltanto un motivo per ricominciare ad oltraggiare pubblicamente gli ebrei, tutti gli ebrei, come non accadeva dai tempi della dittatura fascista. 

In queste ore in cui sembrano aprirsi in Medio Oriente concrete prospettive di pace, o quantomeno di tregua, l’Associazione Italia Israele di Asti indica l’esempio della comunità gemella di Ma’alot Tarshiha – città martire del terrorismo, che cinquant’anni fa trucidò 21 bambini in un assalto alle scuole elementari – dove da sempre vivono in armonia ebrei, musulmani e cristiani. 

Quell’esempio ci dice che la convivenza non solo è possibile ma proficua, come dimostrato per altro verso dagli accordi di pace e di collaborazione intercorsi negli anni tra molti dei Paesi arabi, a iniziare da Egitto e Giordania, ed Israele, accordi che hanno posto fine alle guerre che in passato avevano provocato tante vittime e che stavano per essere perfezionati, prima del 7 ottobre, anche con l’Arabia Saudita. 

Rivolgiamo pertanto un invito all’Amministrazione Comunale, che ci risulta abbia recentemente riallacciato i contatti con la città gemella israeliana, affinché si trovi il modo di valorizzare questo rapporto tra comunità nell’ottica di un auspicabile più vasto processo di pace in quella martoriata regione.

Luigi Florio, presidente

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Elisabetta Testa

Da giovane giornalista creativa, scrivo di persone dalle storie incredibili, che hanno Asti nel cuore, che ne conservano un dolce ricordo, che qui ci hanno messo radici e che, orgogliosamente, fanno conoscere la nostra città in altre terre.
Orgoglio Astigiano è la storia di un salto, personale e professionale; è un invito a riscoprire se stessi attraverso le testimonianze di chi ce l'ha fatta.
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