Cronaca | 17 dicembre 2025, 13:05

Sanità sotto attacco: ad Asti il confronto sulle aggressioni a medici e infermieri

Nursing Up e Ordini professionali uniti: "Basta violenza, servono tutele concrete e un cambio culturale"

Galleria fotografica a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin

Galleria fotografica a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin

Un grido d'allarme unanime, che parte dai sindacati e coinvolge ordini professionali e istituzioni, per dire basta alla violenza contro chi ogni giorno lavora per tutelare la salute dei cittadini. La conferenza regionale organizzata dal sindacato Nursing Up ha acceso i riflettori su una piaga che, lungi dall'essere risolta, continua a segnare la quotidianità di ospedali e ambulatori.

Al centro del dibattito, la necessità di risposte strutturali e non solo emotive. Ad aprire i lavori - subito dopo la lettura di un messaggio inviato dall'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, trattenuto a Torino da impegni istituzionali ma che non ha voluto far mancare la testimonianza della Regione al personale sanitario, assicurando l'impegno istituzionale sul fronte della sicurezza - è intervenuto Claudio Delli Carri (ritratto nella foto sottostante), segretario regionale del Nursing Up, che ha tracciato un quadro preoccupante della situazione in Piemonte.

"Non possiamo più accettare di lavorare nella paura", ha ribadito, sottolineando come gli episodi di aggressione fisica e verbale non siano più casi isolati ma una costante che mina la serenità degli operatori. "Servono risposte immediate a una situazione ormai irreale, che non può più essere affrontata con il silenzio e l'abitudine. Chi lavora per la salute non può diventare un bersaglio".

Al tavolo dei relatori anche la rappresentanza degli ordini professionali, con Ivan Bufalo, presidente di OPI Piemonte (Ordine delle Professioni Infermieristiche) e Stefania Calcari, presidente di OPI Asti, che hanno portato la voce di migliaia di infermieri spesso in prima linea nei triage e nei reparti più a rischio. Bufalo ha evidenziato l'importanza di fare rete: "La collaborazione tra istituzioni e ordini è fondamentale per restituire dignità e sicurezza a una professione che è pilastro del sistema sanitario".

Il focus su Asti: le voci dal territorio

L'incontro ha dedicato un ampio spazio alla situazione specifica dell'Astigiano, aprendo il dibattito con l'intervento del sindaco di Asti e presidente della Provincia Maurizio Rasero, che ha offerto una lettura profonda delle cause che generano violenza, rifiutando però soluzioni semplicistiche come la militarizzazione degli ospedali. "Sono contrario all'esercito", ha spiegato il primo cittadino, puntando invece il dito contro una crisi valoriale più ampia. "È venuta meno l'istituzione della famiglia. Non bastano le associazioni di volontariato se manca la base educativa".

Rasero si è soffermato anche su alcune criticità locali, citando il superamento del campo nomadi e la gestione di soggetti problematici che spesso afferiscono al Pronto Soccorso. "Asti non è il Bronx, ma ci sono singoli soggetti problematici, magari squilibrati. C'è stato poi anche il caso di un singolo che, più volte, ha aggredito il personale sanitario, è stato arrestato e tre giorni dopo era di nuovo fuori... Sono venute meno le strutture di supporto per persone problematiche e i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Ma al netto di questo, bisogna anche parlare di diritti e doveri di chi accogliamo tra noi da Paesi stranieri e soprattutto i deve insegnare ai giovani, anche ai figli di famiglie italiane, il rispetto".

Particolarmente toccante il paragone utilizzato dal sindaco per descrivere la dedizione dei sanitari: "Quasi come Gesù in croce vi sacrificate quotidianamente per tutelare la salute. Un sacrificio che non è corrisposto da chi ne fruisce". La conclusione è un appello alla responsabilità collettiva: "Tutti dobbiamo prenderci l'impegno per collaborare e risolvere".

Sulla stessa linea, ma con un focus sulla comunicazione e sulla percezione pubblica della sanità, anche l'intervento del dottor Claudio Lucia (foto sottostante), presidente dell'Ordine dei Medici di Asti. Lucia ha invitato a una maggiore prudenza nella narrazione mediatica degli eventi sanitari: "È doveroso abbassare i toni", ha ammonito il presidente dei medici astigiani. "I casi di malasanità ci sono, ma mettere il 'mostro' in prima pagina, soprattutto dopo il Covid, aumenta lo stato d'ansia in alcuni individui e genera violenza. Dobbiamo evidenziare i molti casi di buona sanità".

Lucia ha infine lanciato una proposta operativa concreta per mantenere alta l'attenzione senza cedere all'allarmismo: "Troviamoci, magari trimestralmente, per un follow-up congiunto tra ordini, istituzioni e sindacati per monitorare l'andamento del fenomeno e le azioni intraprese".

A seguire, l'intervento del "padrone di casa" Enrico Mirisola (nella foto), segretario provinciale del Nursing Up di Asti, che ha voluto sottolineare come il problema, pur essendo nazionale, venga vissuto con particolare sofferenza nelle corsie locali, dove il personale è spesso ridotto all'osso e sottoposto a stress continuo. Con riferimento non soltanto all'ospedale e al Pronto Soccorso, ambito che naturalmente 'intercetta' la maggior parte delle problematiche, ma anche a strutture accessorie come i Sert.

In merito è intervenuto anche il Movimento 5Stelle regionale con  Sarah DI Sabato, capogruppo che sottolinea l'approvazione di un loro emendamento al Piano socio-sanitario.

"Una piaga - rimarca - che la politica e le istituzioni devono combattere in maniera strutturale, con politiche incisive e concrete. Per porre un argine agli episodi di aggressione fisica e verbale che sempre di più colpiscono il personale sanitario e socio-sanitari,  nei giorni scorsi abbiamo portato in discussione un emendamento dedicato al piano socio-sanitario. L’emendamento - approvato - prevede l’istituzione di un sistema regionale di monitoraggio degli episodi di violenza in ambito sanitario e socio-sanitario; la definizione di protocolli aziendali per la prevenzione, la gestione e la segnalazione degli episodi, con l’individuazione di referenti dedicati; l’adozione di interventi strutturali e organizzativi sui luoghi di lavoro e l’implementazione di percorsi di formazione del personale sulla gestione del conflitto, sulla comunicazione con l’utenza e sulle tecniche di de-escalation; la predisposizione di forme di supporto psicologico e, ove necessario, di tutela legale per gli operatori coinvolti. 
Misure di buon senso che chiederemo alla Giunta Cirio di rendere operative il prima possibile, a tutela di tanti professionisti che devono poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza, senza rischi per la propria incolumità e senza preoccupazioni.

Gabriele Massaro

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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