Cultura e tempo libero | 10 ottobre 2020, 07:45

Viviamo in un posto bellissimo illuminato da un nuovo faro

Puntata dedicata ad un gruppo di astigiani che ha colto l’opportunità di dare valore al nostro territorio, seguendo la Convenzione di Faro appena ratificata

Codex Astensis, simbolo medievale dell'orgoglio astigiano

Codex Astensis, simbolo medievale dell'orgoglio astigiano

Lo scorso 23 settembre, con 237 voti favorevoli, 119 contrari e 57 astenuti, la Camera ha ratificato la Convenzione di Faro, innovativo trattato promosso dal Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società.

L’accordo impegna i Paesi partecipanti a riconoscere il diritto all’eredità culturale ed alla partecipazione alla vita culturale, con obiettivo lo sviluppo umano e la qualità della vita, dando anche peso e valore alle infinite diversità culturali. Alla base del documento la saggia convinzione che chiunque, da solo o collettivamente, abbia il diritto a trarre beneficio dal patrimonio culturale e possa/debba contribuire al suo arricchimento con la responsabilità di rispettare parimenti la propria e l’altrui eredità culturale e, di conseguenza, l’eredità comune dell’Europa. La ratifica della Convenzione di Faro segna certamente un momento rivoluzionario per il nostro ordinamento, con il fondamentale riconoscimento che il patrimonio culturale è fattore cruciale per la crescita sostenibile, lo sviluppo umano e la qualità della vita, oltre ad introdurre una serie di diritti sacrosanti, conseguenza logica di una visione nuova, bellissima e lungimirante che rivede ed amplia le modalità di tutela, valorizzazione e partecipazione.

Molti e notevoli allora i caratteri di novità, a partire dalla stessa concezione del patrimonio culturale, slegata dall’attuale centralità delle cose, per ampliarsi all’insieme delle risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, quale riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni. Con Faro si ribaltano molti punti di vista tradizionali: dall'autorità, spostata verso la base, all'oggetto, dall'eccezionale al tutto, al valore, dal valore in sé al valore d'uso ed ai suoi fini, fino alle nuove modalità di promozione, accessibilità e partecipazione.

Tra le maggiori innovazioni ecco il punto, secondo me, più bello: l’istituzione delle Comunità patrimoniali, insieme di persone che attribuiscano valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale con il desiderio di sostenerlo, di promuoverne la più ampia fruizione possibile e di educare i membri delle comunità al suo valore, così da poterlo trasmettere alle generazioni future. La Convenzione si occupa inoltre di porre l’accento sulla crescente importanza dell’ambiente nell’identità territoriale, rafforzando l’ampio concetto di ambiente culturale, campo d’azione delle Comunità patrimoniali, ove i fattori antropici e naturali storicamente s’intrecciano.

La prima Comunità patrimoniale piemontese, tra le prime anche in Italia, è nata giovedì sera ad Asti, grazie ad una ventina di persone riunite dall’obiettivo comune di riconoscere, rispettare e valorizzare la loro bellissima città e il loro bellissimo territorio, cominciando dal suo diritto ad un nome consono, vero, il suo, espressione dei nuovi dettami legislativi attorno al concetto di patrimonio culturale: Astesana.

La Comunità patrimoniale Astesana inizia un’avventura emozionante, imbevuta dello splendido new deal di cui è permeata la Convenzione di Faro: partecipazione e valore delle differenze, rappresentate in primis in un nome oggi incredibilmente persosi per strada. Rappresentazione di elementi storici e culturali unici, come quelli raccontati nel Codex Astensis, grandiosa testimonianza dell’orgoglio di un territorio di cui, con gusto, mi permetto di ripeterne nome: Astesana. Avremo sicuramente diverse altre occasioni per parlarne, a breve.

Davide Palazzetti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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