Sabato scorso ho iniziato ad accennare qualcosa attorno a presenza e gestione strategica del verde pubblico ad Asti. Ho iniziato con i dati salienti: la superficie totale delle aree verdi pubbliche, la loro consistenza, la loro incidenza percentuale sul territorio comunale e la quantità di verde cittadino per residente. Dati non proprio da ola, con 13 metri quadri per ogni astigiano, contro la media nazionale dei capoluoghi di ben 31. Quantità nettamente sotto media che non trova grande conforto neppure nella sua cura o nella valorizzazione dei pochi parchi pubblici esistenti. Basta farci un giro.
Certo che, in quasi tutti, l’aumento di sensibilità civica dei fruitori aiuterebbe di sicuro a mitigare l’impressione di luoghi abbandonati. Non certo per giustificare e tanto per cominciare, credo che qualche cestino in più potrebbe aiutare, tanto quanto una più assidua presenza di addetti alla pulizia. Ma qui tocchiamo il dolente tasto dei rapporti qualità/prezzo tra il Comune e la sua principale controllata. La recentissima nomina di un nuovo presidente in ASP mi fa sperare in un netto cambio di rotta. Avere aiole e siepi curatem erba sempre e ovunque tagliata e parchi perfetti è dare l’esempio, è stimolare la frequentazione ed è il miglior invito, indiretto, ad eguale rispetto da parte di tutti.
Questo solo per dire che l’impressione generale è che il verde sia visto dall’amministrazione e gestito dalla macchina comunale come un peso, un problema invece che una risorsa. E sì che gli assessori con una qualche delega attinente sono ben due, Stefania Morra per i Lavori Pubblici e per il Patrimonio e Renato Berzano per l’Ambiente; un dirigente, almeno un paio di responsabili di settore e sicuramente un buon numero di dipendenti dedicati o dedicabili, negli uffici e sul campo, tra gli oltre 500 a contratto. Anche per le risorse, almeno in apparenza e nella difficoltà di estrapolare importi precisi nella semplificazione dei capitoli di spesa di bilanci consuntivi e preventivi del Comune, parrebbe tutto a posto, tutto più che capiente per dare qualità al nostro verde urbano con ben diciotto milioni destinati a Tutela e Valorizzazione ambientale, Protezione naturalistica, Forestazione, Sviluppo sostenibile e Ambiente. Eppure se vi faceste due passi nei nostri parchi, anche in quelli più centrali fino agli eccessi da selva oscura del Bosco dei Partigiani, l’impressione non è certo di benessere e dove le cose funzionano un pelo meglio c’è sempre dietro del volontariato. Non capisco, non mi adeguo e confido si cambi presto.
Un bell’esempio di stimolo è il recente movimento di piazza a favore della...volevo scrivere valorizzazione, ma credo il termine adatto sia manutenzione minima del Bosco dei Partigiani che, a lato di una importante fetta delle antiche mura, potrebbe essere luogo piacevole per gli astigiani e distintivo per qualche turista in giro in centro città. Scordiamoci temporaneamente la mancanza d’aggiornamento delle certificazioni arboree, base per eventuali interventi di cura e ottimo strumento per evitare incidenti, che col meteo pazzo che ci ritroviamo non si sa mai. Scordiamocene temporaneamente, ma per il resto pretendiamo un cambio di passo deciso, fatto di più attenzioni, di più pensiero, di più lavoro e, se necessarie, anche di più risorse.