Viviamo in un posto bellissimo | 09 ottobre 2021, 08:40

Viviamo in un posto bellissimo che prende valore da un libro

Puntata dedicata all’odierna occasione di riaprire dibattito e attività attorno ad un nostro patrimonio distintivo grazie ad un libro: Una volta era mare

Viviamo in un posto bellissimo che prende valore da un libro

Per chiunque decida di girare in Italia, da curioso visitatore o preparato turista, i temi di legame tra regioni e territori, da Nord a Sud, isole comprese, saranno sempre quelli del buon bere, della gastronomia, di monumenti ed opere d’arte. Mentre per l’enogastronomia è assai difficile avere primati, sul resto alcune aree sono più ricche di altre. Dovessimo allora scegliere come promuovere un certo territorio, lascerei perdere vino, prodotti e cucina tipica, riportandoli a valori di supporto.

Raccontare un territorio per farlo scegliere dai turisti non può prescindere da una delle basi della comunicazione: USP, Unique Selling Proposition. Sigla traducibile in italiano con argomentazione esclusiva di vendita, che è un modello teorico di funzionamento della comunicazione formulato da Rosser Reeves, pubblicitario americano del dopo guerra.

Nulla di incredibile oggi, dopo tanti anni e tanti media in più rispetto ai manifesti, a qualche radio e qualche quotidiano a disposizione a Rosser e amici. Ora gli strumenti di comunicazione sono tanti di più e in continuo divenire, così come la concorrenza in qualunque settore. E allora ecco lì che la sua USP aiuta sempre più a rendere esclusiva l’offerta, non proponibile da altri concorrenti e così forte da attirare nuovi consumatori al prodotto, notato nella palude di pubblicità a cui tutti noi siamo sottoposti.

Tutto ‘sto pistolotto per dire che nel pensare sul come valorizzare l’Astigiano, sperando di passare prima o poi dai pensieri ai fatti, chiunque esca dal canone poco differenziante di vino, cibo e cultura, del nazional buon vivere, secondo me farebbe bingo. Una sommaria analisi dell’offerta territoriale non può che portarci ad una promessa della destinazione basata sulla gamma.

Gamma intesa come di tutto e di più. Nel di più ci metterei senz’ombra di dubbio il mare. Le colline dell’Astigiano, qualche milione d’anni addietro, erano ricoperte d’acqua, lo sappiamo tutti, spero. Acqua non troppo alta, con fondali sabbiosi che hanno favorito l’accumulo di un mare, mai termine più consono, di testimonianze fossili. Questa sì che un’unicità da sfruttare, tra geositi, balene, balenottere, delfinidi, mastodonti e fossili il primato è europeo e le storie da raccontare sono facilmente allargabili a tutto il grande resto.

La ricchezza del nostro patrimonio fossilifero e lo sbattersi negli ultimi trent’anni da parte di pochi magnifici visionari a dargli valore, non poteva che trovare consapevolezza e partecipazione da tutto il territorio, tangibile oggi nel Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato. L’associazione è composta da sessantanove comuni dell’Astigiano, due del Monferrato e uno in provincia di Torino e poi il Parco Paleontologico Astigiano, la Provincia di Asti, sette tra i principali enti e associazioni provinciali di categoria, otto associazioni culturali locali e una decina tra operatori di servizi e aziende agricole che gravitano attorno alle principali nostre aree fossilifere.

Quindi il primo passo, quello in genere più lungo e difficile, è stato fatto, coagulando tante realtà diverse ed energie attorno al fare sistema per la valorizzazione di una risorsa rara e unica.

Ora si deve guardare al futuro con strategia e risorse consone. Una prima occasione per iniziare a parlarne potrebbe esserci oggi pomeriggio al Michelerio, trasformando la presentazione del libro di Mario Amerio, Una volta era mare, in tavolo programmatico. Oltre alle proposte, editoriale e strategica, di Mario, la presenza tra i relatori dei presidenti di Distretto e Parco, oltre alla mia, potrebbero far sperare al meglio.


Davide Palazzetti

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Viviamo in un posto bellissimo

Davide Palazzetti

Chi sono in tre righe? Ci si prova.
Partiamo dal personale: marito innamorato e padre fortunato. Tergiversando poi su info tipiche da curriculum, amo il nostro territorio. Lo vivo come nostro anche se vi arrivo da Genova nel 2003. Mi occupo di marketing territoriale e promozione turistica con la piacevole consapevolezza di quanta bellezza ci circondi. Racconto un posto bellissimo, qui e su alcuni miei gruppi Facebook, nella certezza che una delle poche vie di riscatto dell’Astigiano sia riempirlo di turisti.

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