La filosofia e le sue voci | 12 novembre 2022, 09:30

La religione e la ragione filosofica

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Immagine elaborata da Arena Philosophika

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[L]a religione non può esistere nella sua interezza se non nel caso in cui siano realmente date tutte queste diverse visioni di ciascuna intuizione che in tal modo possono avere luogo; e questo non è possibile altrimenti che in una serie infinita di forme diverse

Friedrich Schleiermacher, Sulla religione

Quando il pensiero filosofico sopravanza le dinamiche contingenti di una determinata sfera di interesse, si apre alle domande più ardite e maggiormente vertiginose. Una di queste è senz'altro l'interrogazione riguardante il senso ultimo delle cose che si rispecchia nell'ancora più atterrente questione del senso della vita stessa perché avanzata in particolare proprio da quella forma di vita che riflette sul senso di se stessa. Può quindi la filosofia fornire una visione complessiva, a fornire una risposta a quel bisogno antropologico di senso? Oppure deve cedere il passo a un sapere altro, ad un sapere che riceve la propria legittimazione da una istanza esterna che sutura la ferita di una differenza ontologica altrimenti incolmabile? Fin dai suoi esordi, la filosofia si è sempre contrapposta ad ogni religiosità che avesse fatto affidamento esclusivo all'intervento di divinità dalle caratteristiche umane troppo umane (Senofane docet). Filosofia e religione hanno iniziato così a spartirsi il terreno più importante. 

Il filosofo tedesco Friedrich Schleiermacher (1768-1834) ha fornito interessanti spunti a riguardo. In fondo, filosofia e religione sono accomunate da un fallimento: la mancanza di completezza. Completare il tutto significherebbe offrire una comprensione generale senza scarti, senza errori e senza possibilità ulteriori. Il senso complessivo verrebbe così formulato non magicamente (come nei tempi antichi agli albori dell'umanità) ma o discorsivamente (la filosofia) o fideisticamente / misticamente (una certa religione), con esito finale la fine di ogni ulteriore anelito. I giochi sarebbero fatti una volta per tutte: non plus ultra. In realtà, sembra denunciare l'autore oggi citato, questo atteggiamento tradirebbe proprio tanto la religione quanto la filosofia! Difatti, se per religione è da intendersi il rapporto che intercorre tra l'uomo e il tutto (l'infinito) entro il quale si trova a essere, quest'ultimo non può che rifrangersi nelle infinite intuizioni dell'infinito. Nessuna ha il privilegio ontologico - per quanto sia politicamente, eticamente e culturalmente vincente; nessuna può pretendere di essere riverita come LA intuizione corretta proprio perché potrebbe termine all'infinito processo di rifrazione e interpretabilità dell'infinito. 

Questioni simili animano ancora ora il dibattito interreligioso e dimostrano la loro calzante attualità. Filosofia e religione sono, pertanto, abitate da un scarto, da uno scalino insuperabile che impedisce la chiusura del cerchio (e cosa succederà mai una volta che lo si chiuderà?). È proprio il riconoscimento di questa mancanza ontologica, di questa negatività irraggiungibile e ineliminabile che apre ad una comprensione di volta in volta locale, peculiare e individuata, nel riconoscimento di essere inseriti all'interno di un orizzonte che ci sovrasta ma che altresì non è completamente oscuro e misterioso. 

Religione e ragione filosofica possono così, nella diversità degli approcci, riprendere quel filo del discorso in realtà mai del tutto interrotto con la consapevolezza di una inerente incompletezza, mettendo al bando le rispettive dogmatiche affermazioni troppo spesso utilizzate le une contro le altre in scontri sterili e privi di rispetto reciproco. 

Simone Vaccaro

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Simone Vaccaro

Mi sono laureato in filosofia della religione presso l’Università degli Studi di Torino, discutendo una tesi dal titolo: Filosofia come linguaggio di fede in Karl Jaspers.

Professore a chiamata presso scuole secondarie di primo e secondo grado e ricercatore per passione, animo seminari e caffè filosofici presso l’Istituto Istruzione Superiore “V. Alfieri” di Asti.

Sono interessato principalmente alle questioni metafisico-ontologiche (che sono meno noiose di quanto possano sembrare!) e alla natura (teor)etica del pensiero filosofico.

Dal 2019 sono cofondatore e coredattore del blog filosofico Arena Philosophika, nato come piattaforma di confronto, di incontro e laboratorio estetico-concettuale.

Se volete essere catturati dal colorato mondo di Arena Philosophika, cliccate qui www.arenaphilosophika.it

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