Questa sera stapperemo lo spumante per festeggiare l’arrivo di un nuovo anno. Nel rito, almeno per le ore di festa, dimentichi di quel mare di accadimenti e preoccupazioni che ci hanno portato a faticare nell’essere ottimisti.
Preoccupazioni per lo stato dell'economia, dell'ambiente o della sicurezza mondiale che risultano in netta crescita nell’annuale sondaggio internazionale di Ipsos. Non c’è che dire, anche il 2022 è stato un anno impegnativo, ritenuto come negativo dall’82% degli italiani. Di nuove e migliori prospettive, di nuovo ottimismo se ne legge indubbiamente poco nei risultati della ricerca Ipsos.
Bel discorso di fine anno direte voi. Invece di guardare al bello e al positivo, almeno a Capodanno, il solito grigiore. E invece no: la realtà economica, bellica o ambientale sono cronaca che vorrei far considerare nella sua relatività.
Quasi cinque secoli fa Giordano Bruno iniziava a scardinare la centralità della Terra e dei suoi abitanti con una serie di dialoghi cosmologici. Ciclo che trova il sunto di una tesi utilissima a vivere tutti meglio nel De l'infinito, universo e mondi. Libro pubblicato a Londra nel 1584 dove l’autore dimostra l’infinità dell’universo, quando era comunemente ritenuto di dimensioni finite e con la Terra al centro di tutto. Infinito e contenente infiniti mondi.
Oggi sappiamo che l’universo è in espansione e si stima abbia un diametro di 92 miliardi di anni luce. Considerato che un anno luce corrisponde a 9.460.000.000.000 chilometri, vedete voi se sentirci addosso la responsabilità d’essere centrali. Con questo non voglio certo istigare al nichilismo, ma credo fermamente che contestualizzare un po’ di più il nostro essere e fare possa aiutare. Se poi questa consapevolezza arrivasse anche a decisori, politici, capi e capetti potremmo veramente tornare presto a riempirci di ottimismo.