La filosofia e le sue voci | 04 febbraio 2023, 09:00

Il paesaggio e il pensiero

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Immagine elaborata da Arena Philosophika

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La natura propria di un paesaggio è di farmi appartenere al mondo

François Jullien, Vivre de paysage, (traduzione mia) 

Sinologo e filosofo di fama internazionale, François Jullien consacra i suoi sforzi di studioso a confrontare il pensiero Occidentale con quello Orientale. E non per mero scrupolo erudito: aumentiamo babelicamente le nostre conoscenze, ma perché la comparazione diviene operazione filosofica (e culturale in senso ampio) fondamentale e finemente elaborata. Comparare non per differenziare; differenziare non per separare. Ciò significa riporre attenzione massima proprio allo spazio che si crea tra ciò che si compara: forse non si tratta nemmeno di illuminare le differenze e illustrare le divergenze. Che Oriente e Occidente (e soprattutto se si studia l'Estremo Oriente) non siano uguali, è palese. Meno che queste differenze non siano in fondo differenze. Difatti, nella sua ottica, si tratta di scarti, di divaricazioni, di piccoli slittamenti (ma assolutamente immensi) che colorano mille sfumature e sfaccettature che creano, moltiplicandosi, mondi dalle atmosfere estranee. È tutto un gioco di scarti, il saltare da uno scarto all'altro: questa è la comparatistica di Jullien.

Figura centrale del saggio da cui è tratta la citazione di oggi - Vivre de paysage, Vivere del paesaggio - è la nozione di paesaggio. Non è, come abbiamo visto, la comparazione il cuore di questo libro, quanto più l'idea di paesaggio che traspare dalle due visioni: se per l'Occidente, almeno fino al XIX, il paesaggio era la vista che si apriva al sorvolo del soggetto che grazie alla sua razionalità calcolatrice poneva ordine allo sfondo cui comunque non si percepiva del tutto inerente, in Oriente un atteggiamento più partecipativo è stato da sempre preferito. Il soggetto non è un agente esterno che ordina e coordina, che calcola e che costruisce grazie ai calcoli; il paesaggio non è tale perché un soggetto estraneo lo ha definito paesaggio. Paesaggio è una logica (e non una logica del paesaggio: è il paesaggio stesso una logica profonda) non riducibile ai suoi aspetti formali (che non tengono conto di ciò che si dà) né riconducibile all'operato di un intervento che ne regolerebbe il decorso. Paesaggio è più un contrasto di elementi, una dialettica tra componenti che si alternano, che rappresentano una complessa stratigrafia che passa da un piano all'altro. Paesaggio è la continua variazione, la differenziazioni di aspetti e di vedute, l'individuazione di elementi singolari che non risaltano (né risultano) se non a partire da quel tutto che il paesaggio è. È la lontananza vista da vicino, dalla prossimità suprema che ci fa partecipare non da spettatori al teatro del mondo. Paesaggio è ciò che fa sì che noi siamo nel mondo. 

È questa inclusione e integrazione il vero scarto, e da qui il titolo: vivere del paesaggio significa essere del paesaggio, cogliere in esso, in ciò che noi non siamo, ciò che a conti fatti noi stessi siamo. Vivere del paesaggio è equiparabile all'espressione "vivere di musica": è la nostra ragione d'essere. Vita e pensiero, paesaggio e pensiero: non sono più espressioni contrarie e antagoniste perché le due fonti principali del nostro stesso essere. Come esprime il binomio cinese montagne-acqua (il sinogramma traducente l'italiano passaggio), l'unità nutre e si nutre degli opposti, aprendo lo spazio a quel tra, a quello spazio che si spalanca tra le montagne e l'acqua. Vivere del paesaggio è allora invito a esplorare quello spazio aperto tra vita e pensiero, a quel tra che unisce scartando. 

Simone Vaccaro

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Simone Vaccaro

Mi sono laureato in filosofia della religione presso l’Università degli Studi di Torino, discutendo una tesi dal titolo: Filosofia come linguaggio di fede in Karl Jaspers.

Professore a chiamata presso scuole secondarie di primo e secondo grado e ricercatore per passione, animo seminari e caffè filosofici presso l’Istituto Istruzione Superiore “V. Alfieri” di Asti.

Sono interessato principalmente alle questioni metafisico-ontologiche (che sono meno noiose di quanto possano sembrare!) e alla natura (teor)etica del pensiero filosofico.

Dal 2019 sono cofondatore e coredattore del blog filosofico Arena Philosophika, nato come piattaforma di confronto, di incontro e laboratorio estetico-concettuale.

Se volete essere catturati dal colorato mondo di Arena Philosophika, cliccate qui www.arenaphilosophika.it

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